• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01586 DE PETRIS - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che: a seguito di una segnalazione pervenuta all'Agenzia regionale per la protezione ambientale...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01586 presentata da LOREDANA DE PETRIS
mercoledì 17 aprile 2019, seduta n.109

DE PETRIS - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:

a seguito di una segnalazione pervenuta all'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT) i controlli effettuati sul posto nel corso dell'anno 2013 a cura del locale comando stazione di Polizia forestale, unitamente agli ispettori ambientali dell'ARPAT aventi qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, individuavano all'interno dello stabilimento ubicato nell'ex cava in località Paterno, nel comune di Vaglia (Firenze), la presenza di numerosi grandi sacchi contenenti polveri di natura e provenienza ignote;

successivi accertamenti hanno consentito di stabilire che si tratta di centinaia di tonnellate di rifiuto proveniente dalla società Med link di Aulla (Massa e Carrara), ditta che commercia sabbie di vari spessori (o mesh) provenienti dall'Australia, e che ritira dai propri clienti il rifiuto derivante dalle attività che impiegano le sabbie abrasive vendute dalla stessa società. Le sabbie originarie provenienti dall'Australia risultano peraltro radioattive, come si evince da documenti della stessa Med link, con varie concentrazioni;

il rifiuto in questione consiste in sabbie esauste, contenenti anche residui dei metalli oggetto di taglio o sabbiatura, comprese le vernici asportate con tale tecnica. Dalle analisi chimiche prodotte dalle ditte utilizzatrici, infatti, nei loro residui di lavorazione risultavano presenti molti metalli pesanti quali rame, piombo, nichel ed anche, più raramente, mercurio in concentrazioni molto elevate;

l'accumulo progressivo del rifiuto in grande quantità presso la Med link ha costretto l'azienda stessa a trovare una soluzione per lo smaltimento, conferendo le sabbie al proprietario dell'ex cava citata che le pagava un euro a tonnellata. In realtà, si evince dalla stessa relazione tecnica prodotta in proposito dalla Med link ai fini di ottenere l'autorizzazione che dal presunto recupero delle sabbie si ottenevano due granulometrie riutilizzabili ed un rifiuto, da allontanare conformemente alle disposizioni in materia di rifiuti;

l'azienda a cui fa capo l'ex cava di Vaglia non risultava titolare di nessuna autorizzazione per trattare rifiuti e riusciva solo a stoccare le centinaia di sacchi contenenti le sabbie direttamente sui piazzali dell'ex cava senza nessuna protezione;

alla segnalazione all'autorità giudiziaria, con il reato ipotizzato di traffico illecito di rifiuti ed associazione a delinquere, ha fatto seguito un procedimento giudiziario presso la Procura Antimafia di Genova, pervenuto a sentenza in data 11 giugno 2018,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda assumere, anche di carattere normativo, per impedire che le sabbie, contenenti metalli pesanti in varie concentrazioni, possano essere immesse nell'ambiente senza nessuna precauzione, in virtù di una sentenza del Tribunale di Genova;

quali accertamenti intenda effettuare sulle sabbie provenienti alla società Med link dall'Australia che sembrano contenere radioattività naturale in varie concentrazioni;

quali provvedimenti urgenti intenda assumere per normare l'uso di tali sabbie, sia della Med link sia di altre ditte, e dei rifiuti derivanti dal loro uso, al fine di prevenirne lo smaltimento nell'ambiente senza nessuna precauzione;

quale destinazione in particolare intenda prevedere per i materiali provenienti dalla sabbiatura delle grandi navi, cioè dalla sverniciatura delle grandi navi ancorate nei porti, ed in particolare delle navi militari, che potrebbero aver utilizzato vernici al mercurio come prodotti antivegetativi.

(4-01586)