• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01576 DE BONIS - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che: il radon è un gas nobile radioattivo naturale derivato dal decadimento...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01576 presentata da SAVERIO DE BONIS
martedì 16 aprile 2019, seduta n.108

DE BONIS - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:

il radon è un gas nobile radioattivo naturale derivato dal decadimento dell'uranio. Si trova in natura in piccole quantità nel suolo e nelle rocce. Poiché è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa;

si tratta, quindi, di un agente cancerogeno (l'Organizzazione mondiale della sanità, attraverso lo Iarc, l'ha classificato nel gruppo 1, come fumo e amianto), la cui esposizione nei luoghi chiusi aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare, ma l'entità del rischio dipende dalla concentrazione di radon a cui si è esposti e dalla durata dell'esposizione;

la principale fonte di questo gas è il terreno, ma altre fonti possono essere anche materiali da costruzione, specie se di origine vulcanica (tufo o i graniti) e l'acqua. Da queste fonti il gas fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi, dove diventa pericoloso. Il radon quindi si può trovare nelle abitazioni, nelle scuole e nei luoghi di lavoro;

a lanciare l'allarme sono i geologi che, ad una conferenza stampa del luglio 2018 dal titolo "Radon rischio geologico dalla terra un pericolo invisibile per la salute: quanti lo conoscono?", hanno voluto porre l'attenzione su un tema poco trattato dai media ma che dovrebbe essere più divulgato, dal momento che l'esposizione della popolazione a questo gas presente nell'aria può essere davvero pericolosa;

l'Istituto superiore di sanità ha infatti stimato che in Italia l'esposizione al radon è responsabile di circa 3.200 casi di tumore polmonare all'anno;

il consiglio nazionale dei geologi già dal 2016, con l'istituzione di un apposito tavolo sul problema radon, ha voluto focalizzare l'attenzione sui rischi, ma soprattutto sulla natura del problema, spiegando che l'origine tipicamente geologica del radon è data dalle concentrazioni naturali di uranio e radio contenute nelle rocce e nei terreni;

considerato che:

da un articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno" di lunedì 15 aprile 2019, si apprende che, per la Basilicata, in attesa delle "raccomandazioni" e della road map che varerà la Regione, viene rivalutata con attenzione un'indagine dell'Arpab avviata nell'autunno 2013 e conclusa nel mese di luglio 2018 relativa ad analisi eseguite in tutti i comuni lucani;

la normativa che vige al momento in Italia è quella del decreto legislativo 26 maggio 2000, n. 24, in cui i valori raccomandati sono di 500 becquerel al metro quadro, in contrasto con la direttiva europea in vigore già dal 2014 (ma non ancora recepita nel nostro Paese) la quale prevede che la soglia di esposizione al radon non dovrebbe superare i 300 becquerel al metro quadro. Ancora più restrittiva l'Organizzazione mondiale della sanità che stabilisce un valore non superiore a 100 becquerel al metro quadro;

lo studio dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente mostra come nel 70 per cento dei comuni lucani le concentrazioni di radon sono sempre inferiori ai 200 becquerel al metro quadro, nonostante in alcuni casi siano state esaminate molte scuole, come per esempio a Potenza dove le misurazioni di radon hanno riguardato 15 edifici scolastici. Segue un gruppo di comuni che corrisponde al 14 per cento dove si superano i 200 becquerel al metro quadro;

tra questi comuni figura Matera dove i valori più alti sono stati rilevati nella zona dei Sassi. Nel restante 16 per cento dei comuni sono stati rilevati valori superiori a 300 becquerel al metro quadro, e in circa la metà di questi comuni si superano anche i 400 becquerel al metro quadro;

le zone con percentuali maggiori di presenza del radon sono il lagonegrese, una parte della val d'Agri e del Vulture melfese e alcune aree dell'entroterra materano. Sono dieci, in particolare, i comuni in cui esiste un rischio elevato con valori superiori a 400 becquerel al metro quadro. Si tratta di Maratea, Lagonegro, Marsicovetere, Sant'Angelo le Fratte, San Fele, Rotondella, Stigliano, Campomaggiore, Rionero e Forenza;

in una parte di questi comuni sono state trovate strutture scolastiche in cui la media annuale di concentrazione del radon ha superato il valore soglia di 500 becquerel al metro quadro, motivo per cui è stato notificato l'obbligo di eseguire i necessari interventi di risanamento nell'arco dei tre anni successivi all'esito delle analisi,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti, in particolare se allo stato attuale siano disponibili i dati delle rilevazioni del gas radon nelle varie zone della Basilicata, comprendendo sorgenti ed immobili (edilizia pubblica, privata e scuole);

se intendano promuovere un apposito studio mediante esperti del settore;

se siano state effettuate indagini sull'incidenza di patologie tumorali ai polmoni, sia tra i fumatori, sia tra i non fumatori; in caso contrario, se non intendano avviare un circostanziato studio epidemiologico per valutare l'insorgenza del rischio rispetto al dato nazionale;

quali altre iniziative intendano assumere a tutela della salute dei cittadini, in special modo nelle zone dove la presenza del gas radon abbia valori più elevati.

(4-01576)