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Atto a cui si riferisce:
S.1/00112 premesso che: dal 1976 l'emittente Radio Radicale svolge un servizio pubblico e attività di informazione di interesse generale, come riconosciuto dalla legge del 7 agosto 1990, n. 230;...



Atto Senato

Mozione 1-00112 presentata da ANNA MARIA BERNINI
martedì 16 aprile 2019, seduta n.108

BERNINI, MALAN, MOLES, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, RIZZOTTI, RONZULLI, PICHETTO FRATIN, VITALI, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, MESSINA Alfredo, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN - Il Senato,

premesso che:

dal 1976 l'emittente Radio Radicale svolge un servizio pubblico e attività di informazione di interesse generale, come riconosciuto dalla legge del 7 agosto 1990, n. 230;

Radio Radicale ha portato le istituzioni nelle case dei cittadini e i suoi microfoni nelle strade e nelle piazze, raccontando quattro decenni di vita italiana; molto più che una semplice radio di partito, quella Radicale è una emittente che si occupa di politica in tutte le sue forme;

nel 1998 fu la prima radio italiana ad avere un suo sito internet, che realizzò il primo sistema di webcast nostrano, attraverso il quale gli utenti potevano seguire in diretta le sedute del Senato, della Camera, del Parlamento europeo o della Corte dei conti;

Radio Radicale è diventata così l'unica radio a percepire un finanziamento, stabilito con la citata legge n. 230 del 1990, con cui lo Stato sostiene le imprese radiofoniche private che trasmettono "quotidianamente propri programmi informativi su avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o letterari per non meno di nove ore comprese tra le ore sette e le ore venti";

nel 2001 e 2004 (Governo Berlusconi) e nel 2006 (Governo Prodi) la convenzione con Radio Radicale venne rinnovata, ogni volta all'interno delle disposizioni della legge finanziaria;

anche il Governo Berlusconi IV, con il decreto-legge proroga 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, prorogò di ulteriori due anni la convenzione, stanziando a tale scopo 10 milioni di euro annui;

la sopravvivenza della Radio, divenuta un'istituzione, è stata messa a rischio dalla decisione del Governo Conte, ampiamente anticipata in campagna elettorale, di tagliare i fondi all'editoria, riducendo il contributo ministeriale da 10 a 5 milioni di euro; infatti, la legge del 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per il 2019), all'articolo 1, comma 88, ha prorogato la convenzione per un solo semestre stanziando, a tale scopo, 5 milioni di euro per l'anno 2019; nel corso dell'esame di tale legge al Senato, il Gruppo Forza Italia ha presentato un emendamento, respinto, per riportare il contributo a 10 milioni di euro;

tenuto conto che:

la programmazione di Radio Radicale, essendo prevalentemente concentrata sulla trasmissione dei lavori parlamentari, caratterizzati da tempistiche talvolta incerte, nella fascia oraria compresa tra le 8 e le 20, non consente a questa emittente le stesse aperture di mercato delle altre, mentre i tempi residui sono utilizzati per la documentazione delle altre istituzioni;

Radio Radicale vanta un archivio di inestimabile valore, che conta oltre 540.000 registrazioni delle sedute dei due rami del Parlamento, 102.000 interviste, 23.500 udienze dei più importanti processi degli ultimi decenni, 3.300 giornate di congressi di partiti, associazioni o sindacati, più di 32.000 tra dibattiti e presentazioni di libri, oltre 6.900 tra comizi e manifestazioni, 22.600 conferenze stampa e più di 16.100 convegni;

occorre, peraltro, rilevare che con riferimento al servizio pubblico radiotelevisivo anche l'emittente RAI percepisce finanziamenti pubblici attraverso il pagamento del canone, pur non fornendo un'informazione di dettaglio, come Radio Radicale, considerato che RAI Parlamento trasmette solo servizi sommari,

impegna il Governo ad assumere le opportune e urgenti iniziative per il reperimento delle risorse necessarie per il rinnovo del vigente regime convenzionale, in scadenza il 21 maggio 2019, al fine di consentire all'emittente la prosecuzione del proprio servizio e la trasmissione delle sedute dei lavori parlamentari che, diversamente, si interromperebbero inopinatamente a metà anno fiscale, interrompendo il servizio che, forse più di qualunque altro, ha consentito di avvicinare i cittadini alle istituzioni.

(1-00112)