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Atto a cui si riferisce:
C.4/00597 (4-00597)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 15 ottobre 2018
nell'allegato B della seduta n. 63
4-00597
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — L'11 luglio 2016 a Juba, in Sud Sudan, la cooperante di nazionalità italiana «Marta» è rimasta vittima di violenza sessuale, insieme a sue colleghe di altra nazionalità, nel corso di un attacco sferrato da uomini appartenenti alle forze armate governative contro il compound dove le cooperanti erano ospitate.
  Per i fatti accaduti l'11 luglio 2016 la giustizia militare sud-sudanese ha aperto un procedimento penale contro i presunti responsabili.
  L'ambasciata italiana ad Addis Abeba, competente anche per il Sud Sudan, ha seguito con la massima attenzione tutte le fasi del giudizio, inviando propri rappresentanti in qualità di osservatori a tutte le udienze. La stessa rappresentanza diplomatica ha inoltre fornito ogni possibile assistenza alla connazionale «Marta», soprattutto nella fase che ha riguardato la testimonianza resa dalla predetta innanzi al tribunale militare.
  «Marta» è stata infatti sentita di persona dalla competente autorità giudiziaria il 23 agosto 2017. L'interessata è stata accompagnata da personale diplomatico italiano nel viaggio da Addis Abeba a Juba e assistita per tutta la permanenza nella capitale sud-sudanese, anche per garantirle vicinanza e supporto morale in una circostanza per lei di certo non facile da gestire. L'allora ambasciatore ad Addis Abeba si è recato a Juba il giorno precedente la testimonianza e ha partecipato a una riunione preparatoria con il procuratore generale sud-sudanese.
  L'autorità diplomatico-consolare statunitense in loco – al momento dei fatti la connazionale lavorava per l'agenzia americana di cooperazione allo sviluppo Usaid - ha offerto il sostegno logistico a «Marta» e al suo accompagnatore, fornendo loro un veicolo blindato per gli spostamenti, ospitalità nel compound dell'ambasciata e protezione armata.
  Il processo si è concluso il 6 settembre 2018 con una sentenza definitiva, che ha coinvolto undici militari appartenenti alla guardia presidenziale: dieci sono stati condannati in quanto riconosciuti rei di stupro, violenze sessuali, furto, insubordinazione e omicidio; un militare è stato invece assolto per mancanza di prove.
  Tempestivamente informata dell'esito del giudizio dalla nostra ambasciata ad Addis Abeba, la connazionale ha espresso viva soddisfazione.
La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Emanuela Claudia Del Re.