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Atto a cui si riferisce:
C.5/00128 (5-00128)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 11 luglio 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00128

  La complessità del fenomeno migratorio impone un approccio integrato, volto a uscire da una logica emergenziale e a riportare i flussi migratori in una dimensione regolare e ordinata, rispettando obblighi internazionali, diritti umani dei migranti e il diritto degli Stati di stabilire criteri per l'ammissione di stranieri sul proprio territorio.
  In questa cornice, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'interno, l'Italia ha accordi di riammissione in vigore a livello bilaterale, con i seguenti Paesi extra-UE: Algeria, Egitto, Filippine, Kosovo, Nigeria e Tunisia. Oggetto di tali accordi è l'impegno a riammettere su richiesta della controparte i propri cittadini (e talvolta i cittadini di Stati terzi), presenti irregolarmente sul territorio dell'altro Stato contraente, previa presentazione dei necessari documenti identificativi.
  Con la Costa d'Avorio, la Gambia, il Senegal e il Sudan, il Ministero dell'interno ha concluso intese tecniche di cooperazione di polizia che comprendono la collaborazione in materia di identificazione dei migranti irregolari rintracciati sul territorio nazionale e di rimpatri.
  A livello Europeo, l'UE ha accordi di riammissione in vigore con Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Macedonia del Nord, Georgia, Hong Kong, Macao, Moldova, Montenegro, Pakistan, Russia, Serbia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina.
  Con alcuni dei citati Paesi (Albania, Bosnia Erzegovina, Moldova, Montenegro, Russia, Serbia) il Ministero dell'interno ha già concluso appositi protocolli esecutivi. Tali protocolli regolano le procedure operative di esecuzione a livello bilaterale degli accordi di riammissione dell'Unione europea.
  L'Unione europea ha inoltre concluso accordi sulle procedure operative standard (c.d. SOPs) in materia di identificazioni e rimpatri con Afghanistan, Bangladesh, Guinea e Gambia.
  Il Governo sta infine valutando l'opportunità di stipulare nuovi accordi di riammissione con altri Paesi fonte di migrazione irregolare.