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Atto a cui si riferisce:
C.5/00304 (5-00304)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 agosto 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00304

  Come correttamente riportato dall'On. interrogante, sulla Libia è in vigore un embargo sulle armi, rinnovato con cadenza annuale dal Consiglio di Sicurezza con una articolata serie di risoluzioni che vengono regolarmente approvate all'unanimità.
  La questione della diffusione in Libia delle armi accumulate dal regime di Gheddafi è certamente di rilievo primario, ed è stata sollevata a più riprese dal Rappresentante Speciale Ghassan Salamè in Consiglio di Sicurezza. L'Italia, in prima linea nel sostegno all'azione del Rappresentante Speciale Salamè, si conforma pienamente alla lettera e alla sostanza della decisione del Consiglio di Sicurezza di imporre l'embargo sulle armi.
  Questo non esclude che ci si possa interrogare sulla perdurante validità del quadro sanzionatorio, ben sapendo, peraltro, che qualunque decisione sull'eventuale revisione o rimozione dello stesso ricade esclusivamente nella competenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da cui, fino a questo momento, non è giunto alcun segnale di apertura in proposito.
  La questione che si pone, quindi, è come rafforzare le Istituzioni libiche, operando in linea con le previsioni del Consiglio di Sicurezza e con i termini del mandato delle Nazioni Unite in Libia. Questo in un contesto in cui – come lamentato a più riprese dai vertici istituzionali libici, da ultimo il Vice Premier Maitig – quelle stesse Istituzioni legittime faticano a dotarsi, proprio per le restrizioni esistenti, degli strumenti necessari per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico nel Paese.
  D'altra parte, va tenuto conto che altri soggetti potrebbero procurarsi un'arma, con potenziali gravi conseguenze nella lotta contro il terrorismo, avvantaggiandosi proprio della difficoltà nel controllo del territorio e in particolare dei lunghissimi confini terrestri desertici. Evidentemente, il problema si pone anche per quanto riguarda il tema del contrasto ai trafficanti di esseri umani che, come noto, fanno parte di network criminali spesso transnazionali molto rilevanti e dotati di grandi mezzi, anche militari.
  L'Italia è in prima linea per contrastare tali traffici, anche attraverso gli strumenti della Cooperazione allo Sviluppo e in stretto raccordo con l'Unione europea, e con il pieno sostegno delle Nazioni Unite.
  Portiamo avanti iniziative di rafforzamento delle capacità istituzionali a favore delle competenti autorità libiche per una più efficace gestione integrata delle frontiere.
  Sosteniamo anche le comunità più colpite dal fenomeno, con programmi mirati a generare opportunità di reddito legale, iniziative di emergenza e capacity building a sostegno delle municipalità. Lo facciamo attraverso numerosi e articolati programmi destinati a portare assistenza nei campi attraverso le Organizzazioni non Governative, mediante l'azione per favorire la sempre più capillare presenza sul terreno di UNHCR e OIM.