Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/01542 LANNUTTI, GRASSI, L'ABBATE, DI NICOLA, ANASTASI, LEONE, DONNO, FENU, ANGRISANI, CROATTI, DE LUCIA, CORRADO, LOMUTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01542 presentata da ELIO LANNUTTI
giovedì 4 aprile 2019, seduta n.107
LANNUTTI, GRASSI, L'ABBATE, DI NICOLA, ANASTASI, LEONE, DONNO, FENU, ANGRISANI, CROATTI, DE LUCIA, CORRADO, LOMUTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno. - Premesso che secondo quanto risulta agli interroganti:
nella Valle del Sabato è collocato in un unico sito uno stabilimento del gruppo Fantoni, la Novolegno SpA, ove sono installate due linee produttive denominate Novolegno e Novoxil. Lo stabilimento è ubicato alla via Provinciale n. 207 in Montefredane, frazione di Arcella (Avellino). Le linee industriali producono prevalentemente pannelli in fibra di legno di tipo MDF, per la cui produzione dovrebbe essere utilizzata la fibra di legno additivata con diversi collanti e resine epossidiche, e i vapori di risulta della produzione dovrebbero essere opportunamente filtrati e abbattuti altrimenti sono cancerogeni;
già da tempo la linea produttiva Novolegno è stata fermata, lasciando in funzione solo l'altro impianto; a febbraio 2019 la proprietà ha comunicato la chiusura definitiva dello stabilimento, con conseguente messa in mobilità dei dipendenti;
le iniziative politiche devono perseguire la conservazione dei posti di lavoro, ma devono altresì salvaguardare la salubrità dell'ambiente;
la Valle del Sabato ha un modesto ricambio di aria; ne deriva che qualunque sostanza inquinante immessa in atmosfera (anche in modesta quantità) tende ad accumularsi con gravissimo nocumento per la salute umana; le iniziative volte al recupero dello stabilimento devono procedere da un'adeguata conoscenza dei fatti anteriori alla chiusura;
considerato, altresì, che:
nello stabilimento è presente una Caldaia I.T.I che funziona a biomassa, ma dove possono essere conferiti anche scarti di produzione, che serve sia per il riscaldamento delle presse usate per produrre i pannelli di legno, sia come generatore di energia elettrica necessaria all'azienda;
tale impianto è aperto a conferimenti esterni per la distruzione (o macero) di materiali vari, non ultimi stock di stupefacenti frutto di sequestro e confisca in attività di Polizia giudiziaria;
considerato che, da quel che risulta agli interroganti:
l'abbattitore dei fumi sarebbe sottodimensionato rispetto alle capacità produttive dell'impianto e, pertanto, abbatterebbe solo un terzo o poco più delle sostanze tossiche presenti nei fumi di risulta, mentre i restanti due terzi finirebbero direttamente in atmosfera;
nella caldaia sarebbero state bruciate ingenti quantità di rottami di ogni genere, anche batterie esauste di apparati elettronici e telefonia mobile, oltre a mobili con parti in formica e superfici verniciate;
sovente verrebbero conferiti in caldaia anche i fanghi provenienti dalle vasche di decantazione in cui vengono raccolte le acque meteoriche del piazzale parco legno e le acque del lavaggio legno;
l'azienda non si limiterebbe a essiccare ad alta temperatura la fibra di legno, ma tratterebbe anche il cosiddetto "cippato" (frammenti di legno) proveniente da scarti di mobili d'arredamento, europallets, nonché scarti di produzione di pannelli MDF già intrisi di collanti, e frantumi di formiche e vernici, per cui, nel trattamento di essiccatura ad alta temperatura, oltre al vapore acqueo, fuoriuscirebbero anche vapori di formaldeide, isocianati ed idrocarburi aromatici, gravemente nocivi per la salute;
ad inizio 2016 uno dei 5 silos di stoccaggio collanti, ubicati in prossimità del piazzale parco legno e al servizio della linea di produzione Novolegno, si sarebbe danneggiato, causando ingenti perdite di sostanza e, dopo aver provveduto a mettere la zona in sicurezza, detto silos, anziché essere portato in discarica per lo smaltimento a norma di legge, sarebbe stato abbattuto con un escavatore dell'azienda e bruciato direttamente nella caldaia, benché in plastica e intriso di residui di collante;
in occasione di controlli di enti preposti o in concomitanza di rilievi ambientali con centraline mobili in prossimità dell'azienda installate dall'ARPAC, il personale ha avuto ordine categorico di spegnere la caldaia I.T.I. e avviare un generatore a metano presente in azienda, usato quando la caldaia non è attiva, poiché l'operazione permette il quasi istantaneo abbattimento delle emissioni inquinanti in atmosfera;
in passato, le acque meteoriche del piazzale parco legno, le acque del lavaggio legno e le acque del lavaggio macchine della Xilopack (azienda consociata adiacente, inattiva) sarebbero confluite in una condotta fognaria abusiva sotterranea che attraversava l'azienda, tagliava la strada provinciale, per proseguire nel sottosuolo della Xilopack, e poi sbucare in zona del muro del piazzale della Xilopack, celata tra la vegetazione, scaricando le acque direttamente sull'argine sinistro del fiume Sabato;
in passato, la condotta fognaria è stata veicolo di ingenti sversamenti di "acque rosse" nel fiume Sabato, fenomeno ampiamente trattato dalla stampa locale, ma di cui non si è mai accertata l'esatta natura e provenienza da parte degli organi di controllo;
le fasi del ciclo produttivo, nonché quelle della caldaia I.T.I., avverrebbero solo nelle ore notturne per ordine della catena di comando aziendale: il personale è stato informato che tale necessità è correlata a eludere i controlli su delega dell'Autorità giudiziaria, e quelli ad opera dell'ARPAC o di altri enti preposti, poiché di notte tali organi sono impossibilitati ad espletare verifiche;
pertanto, la scelta di concentrare il grosso della produzione nelle ore notturne, è evidente frutto di un mero calcolo statistico connesso alla scarsa probabilità di subire controlli;
considerato, inoltre, che, da quanto risulta agli interroganti:
le aziende Novoxil e Novolegno finora sarebbero uscite pressoché indenni (od avrebbero limitato i danni) dai controlli degli organi preposti, in quanto la dirigenza delle aziende citate (direttore ed altri quadri) sarebbe stata a conoscenza dei controlli stessi;
ad oggi, c'è la volontà della proprietà di dismettere l'azienda, questo determina alcuni gravi problemi: 1) la bonifica del sito con la necessaria rimozione e smaltimento di centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti, costituiti da rottami di mobili, nonché dei fanghi di risulta della depurazione delle acque di lavaggio, oltre ai macchinari e le attrezzature ormai obsoleti e non più appetibili per la cessione a terzi; 2) il rischio concreto che la vertenza sindacale in corso a tutela dei dipendenti possa aprire le porte a qualche imprenditore che preferisce seguire la via più comoda e ripristinare le attività descritte, in virtù delle autorizzazioni AIA del 2016, che permetterebbero anche lo smaltimento di rifiuti di varia natura;
la Novolegno del gruppo Fantoni, nel peculiare contesto ambientale della Valle del Sabato, già gravato dal più elevato livello di polveri sottili riscontrato sul territorio nazionale (dati ARPAC 2018), è uno stabilimento impattante per le sue emissioni in atmosfera. Inoltre dispone di tecnologie obsolete ed è destinato alla produzione di merce a modesto valore tecnologico;
lo stabilimento andrebbe dunque recuperato o mediante una riconversione, oppure indirizzandolo verso la produzione di pannelli di legno composito di tipo "green" o "bio", cioè realizzati senza l'ausilio di solventi o altre sostanze più o meno pericolose per la salute umana,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza che per l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata alla Novolegno SpA nel 2016, in Conferenza dei servizi veniva espresso parere favorevole con riserva, nonostante le tante criticità evidenziata in prima seduta dal professor Dino Musmarra della Seconda Università degli studi di Napoli, in qualità di consulente per gli uffici ambiente della Regione Campania;
se siano a conoscenza di quanto sarebbe accaduto negli anni nella zona, dove operano le suddette aziende, collocate nella Valle del Sabato, che da anni è interessata da un preoccupante inquinamento ambientale, tanto che in un'indagine commissionata dalla provincia di Avellino, già nel 2005 l'ARPAC riscontrava nei suoli della Valle valori di pcb (policlorobifenili, composti organici con tossicità simile a quella della diossina) fino a 0,0048 mg/kg, quasi 5 volte oltre i limiti consentiti;
se e quali iniziative intendano intraprendere per accertare la pericolosità per la salute pubblica e per i danni potenzialmente irreversibili che le due aziende hanno arrecato all'ambiente circostante;
se e quali iniziative intendano intraprendere per verificare l'esistenza nell'area della Valle del Sabato, di un legame tra le cause di morti per tumore e le attività citate.
(4-01542)