• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/02659 (4-02659)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02659presentato daCONTE Federicotesto diGiovedì 4 aprile 2019, seduta n. 156

   CONTE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 23 marzo 2019, il Governo Conte ha firmato con il Presidente della Repubblica Cinese, Xi Jinping, 19 intese istituzionali e 10 accordi commerciali;

   la sottoscrizione degli accordi commerciali, pari a circa 2,5 miliardi di euro, non appare disgiunta da rapporti più ampi e impegnativi, come le transazioni commerciali per ben trenta miliardi di euro intervenute, nei giorni immediatamente successivi, tra la Francia e la Cina, che non sono state accompagnate da protocolli politico-istituzionali;

   il cosiddetto memorandum di collaborazione nell'ambito della «Via della seta economica» e dell'iniziativa per una «Via della seta marittima del 21° secolo», ha un valore geo-politico secolare vincolante, altrimenti non se ne spiegherebbe l'adozione in via preliminare rispetto agli accordi commerciali;

   gli ambiti di interesse delle intese commerciali riguardano, tra l'altro, il fisco e l’export italiano delle arance e della carne, la difesa del patrimonio culturale, la cooperazione in tema di scienza e tecnologia e aerospaziale;

   il Sud è fuori dalle rotte; infatti, al vertice erano assenti le autorità portuali del Mezzogiorno, mentre erano presenti quelle di Venezia e Chioggia, di Trieste e Monfalcone e di Genova, Savona e Vado Ligure;

   le intese hanno interessato solo tre aziende meridionali: la Cmd, player nella realizzazione di macchine per l'aeronautica, che ha il quartier generale nel Casertano, a San Nicola La Strada, e il cuore propulsivo ad Atella, nel Potentino; la Eemaxx, specializzata nel campo dell'efficientamento energetico, con sedi a Pontecagnano Faiano, Lamezia Terme, Spinoso e Messina; e la palermitana Owec, già presente in Cina per fornire servizi in campo ambientale;

   dell’export dell'Italia verso la Cina, pari a circa 13 miliardi di euro, solo il 10 per cento proviene dal Mezzogiorno e riguarda essenzialmente l'agroalimentare;

   a Napoli e Salerno arrivano dalla Cina un miliardo e mezzo di euro di merci, ma le imprese esportano verso quel Paese soltanto per 121 milioni di euro, perché frenate da barriere di natura tariffaria (come i dazi) e di natura distributiva o sanitaria;

   il presidente della Repubblica Cinese, Xi Jinping, dopo Roma è andato in visita a Palermo, per intese dirette con la Sicilia, e non con l'intero Mezzogiorno, che, ad avviso dell'interrogante, bypassano anche il potere dello Stato centrale –:

   se il memorandum sottintenda un’«apertura di sistema» alla Cina, in particolare per la Sicilia e se il Governo non intenda promuovere, coinvolgendo l'Europa, un supplemento aggiuntivo e correttivo alle intese che preveda un ruolo centrale per il Mediterraneo e il Mezzogiorno e rimuova tutti gli ostacoli che ne frenano l'esportazione.
(4-02659)