• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00050 udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in merito all'imminente visita del Presidente della Repubblica popolare cinese ed apprezzata la prudenza...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00050 presentata da STEFANO PATUANELLI
martedì 19 marzo 2019, seduta n.099

Il Senato,
udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, in merito all'imminente visita del Presidente della Repubblica popolare cinese ed apprezzata la prudenza dimostrata dal Governo nel lungo e complesso negoziato intavolato con le autorità cinesi al fine di stipulare accordi utili ad incrementare la cooperazione economica bilaterale, preservando comunque l'ancoraggio dell'Italia all'Occidente ed evitando di coniugare l'apertura economica alla Cina con la condivisione delle ambizioni geopolitiche di Pechino,
premesso che:
è fondamentale aiutare le aziende italiane a crescere ed esportare all'estero, evitando situazioni che possano generare insicurezza nel mondo imprenditoriale e incertezza geopolitica;
l'Italia non deve rinunciare alla tutela dei propri interessi nazionali, economici e politici, ma è necessario che questi siano in linea con l'appartenenza del nostro Paese all'Alleanza Atlantica e alla condivisione dei valori occidentali;
tenendo conto delle perplessità affiorate anche in ambito europeo in merito alla sottoscrizione di dichiarazioni di intenti di ampia portata con la Cina, considerata anche dall'UE un competitore sistemico da assoggettare in eventuali rapporti bilaterali al rispetto dei diritti fondamentali e della 'rule of law' e della reciprocità nel commercio e negli investimenti, esigendo la maggiore apertura possibile del mercato interno cinese, il pieno accesso agli appalti pubblici nella Repubblica popolare, un 'level playing field' che riduca gli effetti distorsivi dei sussidi alle imprese pubbliche cinesi e assicuri alle imprese europee eque condizioni di concorrenza e massima vigilanza sulla sicurezza delle reti di telecomunicazioni di nuova generazione;
evidenziando come la cooperazione fra intelligence e attività diplomatica connoti l'azione politica di ogni maggiore potenza mondiale, dalla Russia, agli Stati Uniti, fino alla Cina, in cui il servizio di intelligence supera ormai il milione di addetti; sottolineando come la Relazione sulla politica dell'informazione sulla sicurezza 2018, presentata al Parlamento a febbraio 2019, abbia definito strategici ai fini della garanzia della fornitura alla collettività nazionale dei servizi vitali i seguenti comparti di attività economica: "telecomunicazioni e relative reti, terrestri e mobili, anche con l'obiettivo di preservare l'integrità e la sovranità dei dati; trasporti, specie per quel che attiene alle dinamiche proprietarie dei vettori e degli operatori infrastrutturali; energia, con riferimento sia alle implicazioni sul piano industriale delle operazioni di merger and acquisition, sia alla salvaguardia delle infrastrutture";
osservando altresì come la legge n. 172 del 2017 abbia incluso nel perimetro di tutela anche le infrastrutture di immagazzinamento e gestione dati, quelle finanziarie, l'intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la sicurezza in rete, in coerenza con gli avanzamenti e con il peso crescente della tecnologia nello sviluppo economico ed in analogia con i meccanismi di tutela adottati da alcuni importanti partner occidentali;
l'acquisizione d'informazioni da parte delle competenti agenzie del nostro Paese ha effettuato approfondimenti specifici sui soggetti espressione di un controllo pubblico, diretto o indiretto, che per loro stessa natura veicolano finalità spesso extraeconomiche;
ulteriori indagini sono state condotte dalle medesime agenzie anche nel campo della tutela delle infrastrutture strategiche del Paese appartenenti alla filiera marittimo-logistica nonché sui suoi nodi critici - rappresentati da porti, aree retroportuali e punti intermodali che connettono economie locali e sistemi produttivi - in un'ottica intesa a rilevare vulnerabilità di sicurezza;
la Cina ha finora sottoscritto Memorandum of Understanding (MoU) con 14 Paesi membri dell'UE finalizzati alla collaborazione nel solco delle "vie della seta" o Belt and Road Initiative, nessuno dei quali appartenenti al G7, ed è altresì operativo un Forum informale, noto come il '16+1', nel cui contesto la Cina dialoga con 16 Paesi dell'Europa Centro-Orientale e dei Balcani Occidentali;
oltre al MoU per l'inquadramento della collaborazione strategica dell'Italia nell'ambito della Belt and Road Initiative, sono in procinto di essere esaminati e firmati dalle autorità cinesi ed italiane numerosi altri accordi, di natura sia istituzionale che strettamente commerciale;
tra le finalità perseguite dalle intese che si stanno profilando sono elencate: il miglioramento dei trasporti, affinché siano accessibili, sicuri, inclusivi e sostenibili; lo sviluppo della connettività delle infrastrutture; investimenti, logistica e inter-operatività nelle aree di interesse reciproco, come strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia - tra cui fonti rinnovabili e gas naturale - e telecomunicazioni;
sarebbero oggetto delle intese in via di perfezionamento anche forme significative di cooperazione bilaterale, investimenti congiunti in Paesi terzi interessati dalle vie della seta, il sostegno agli investimenti cinesi in Italia, oltre a misure di sostegno all'export italiano verso la Cina;
alcune intese hanno suscitato preoccupazione e viva apprensione non soltanto negli Stati Uniti, ma anche nell'ambito dell'Unione europea, dove peraltro non mancano i Paesi che intrattengono intense relazioni economico-commerciali con la Repubblica popolare cinese, senza peraltro spingersi per il momento fino al punto di sottoscrivere Memoranda politici di adesione alla Belt and Road Initiative, accettati da un certo numero di repubbliche balcaniche e danubiane dell'UE, dal Portogallo, dalla Grecia oltre che dagli Stati Baltici, nessuna delle quali è parte del G7;
fonti di stampa riportano analisi che paventerebbero misure contro il sistema economico del nostro Paese da parte degli Stati Uniti,
impegna il Governo:
a confermare che siano state effettuate le necessarie verifiche e completate le valutazioni necessarie per procedere a sottoscrivere il Memorandum Belt and Road Initiative e ad assicurare che gli accordi ad esso collegati non interessino aspetti economico-commerciali di valenza strategica;
a garantire che ognuno degli strumenti bilaterali in via di sottoscrizione sia compatibile con il mantenimento delle tradizionali relazioni transatlantiche;
ad assumere passi tesi ad evitare che i nuovi rapporti bilaterali che verranno stretti con la Repubblica popolare cinese possano ragionevolmente essere interpretati all'estero come un principio di distacco dell'Italia dall'Alleanza Atlantica.
(6-00050)
PATUANELLI, ROMEO.