• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00056 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, premesso che: il 21 e 22 marzo 2019, nella riunione del Consiglio europeo si affronteranno i seguenti temi: occupazione,...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00056 presentata da ANNA MARIA BERNINI
martedì 19 marzo 2019, seduta n.099

Il Senato,
udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri,
premesso che:
il 21 e 22 marzo 2019, nella riunione del Consiglio europeo si affronteranno i seguenti temi: occupazione, crescita e competitività, cambiamenti climatici, relazioni esterne, lotta alla disinformazione e difesa dell'integrità democratica delle elezioni europee e nazionali in tutta l'UE;
con riferimento ai temi dell'occupazione, crescita e competitività:
il Consiglio europeo discuterà del futuro sviluppo del mercato unico, dell'Unione dei mercati dei capitali, della politica industriale e della politica digitale europea in preparazione della prossima agenda strategica;
il mercato unico rappresenta il principale motore per la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa ed è fondamentale per gli investimenti e il rafforzamento della competitività europea;
il consolidamento e l'approfondimento del mercato unico richiedono azioni urgenti e ambiziose, sia a livello nazionale che di Unione, per conseguire risultati concreti e pragmatici a diretto vantaggio dei consumatori e delle imprese, in particolare le PMI;
in questo quadro, pur rappresentando uno dei principali risultati ottenuti dall'integrazione europea, il mercato unico deve ancora raggiungere il suo pieno potenziale;
i persistenti ostacoli alla libera circolazione dei beni e dei servizi sono tutti fattori che limitano le opportunità per le imprese e i cittadini, il che comporta meno posti di lavoro e prezzi più elevati;
attualmente i servizi contribuiscono a più del 65 per cento del prodotto interno lordo (PIL) dell'UE e al 70 per cento dell'occupazione totale;
tali ostacoli hanno un impatto negativo sui risultati dei settori manifatturieri che si servono di tali servizi e ne riducono la produttività;
l'eliminazione delle restrizioni superflue può generare incrementi sostanziali per l'economia reale, in particolare nei settori del manifatturiero e del commercio al dettaglio;
l'approfondimento del mercato unico, soprattutto nei settori dei servizi e del digitale, deve rappresentare una priorità assoluta dell'Unione europea anche in vista della prossima agenda strategica e deve mirare preminentemente: a fornire ai consumatori e alle imprese un migliore accesso ai beni e servizi digitali in tutta Europa, a creare le condizioni ideali che consentano alle reti e servizi digitali di prosperare e a massimizzare il potenziale di crescita dell'economia reale;
si ritiene urgente, inoltre, la necessità di adottare una strategia a lungo termine per l'industria europea al fine di potenziare la competitività, la crescita e l'innovazione in Europa;
con riferimento al mercato integrato dei capitali, esso costituisce una delle dieci priorità indicate dal presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, nel corso del suo discorso di insediamento;
la costruzione della Capital Markets Union (CMU) dovrebbe costituire, secondo le intenzioni della Commissione europea, uno degli strumenti per rilanciare crescita ed occupazione all'interno dell'Unione e dovrebbe completare l'azione del Fondo europeo per gli investimenti strategici le cui regole e funzionamento sono al momento oggetto di dibattito a livello UE;
il progetto di costruzione della CMU risponde all'esigenza di trovare nuove e più efficienti modalità di collegamento tra soggetti in possesso di risorse da investire ed imprese che necessitano di capitali per dispiegare il proprio potenziale di crescita. La creazione di un miglior collegamento tra investitori ed opportunità di investimento deve però necessariamente far seguito all'analisi delle barriere che ad oggi impediscono al capitale di essere impiegato in modo produttivo;
nel corso degli ultimi anni il mercato dei capitali europei ha subito radicali trasformazioni. Tali cambiamenti sono da ricondurre ad un incredibile sviluppo delle nuove tecnologie, all'introduzione dell'euro ed all'avvento di strumenti finanziari nuovi e maggiormente complessi;
tuttavia in Europa sia motivi storici che fattori culturali hanno da sempre condotto le banche a giocare un ruolo di primo piano nel finanziamento delle imprese (PMI in particolare), creando così un'eccessiva dipendenza dall'intermediazione bancaria che ha prodotto conseguenze particolarmente negative nel momento in cui le banche, in virtù della congiuntura economica negativa, hanno ridotto la quantità di denaro prestato all'economia reale;
malgrado la libera circolazione dei capitali fosse uno dei principi posti alla base del processo di integrazione europeo, i mercati dei capitali sono ad oggi ancora particolarmente frammentati;
emerge dunque la necessità di fornire alle imprese nuove e più ampie possibilità di raccolta fondi, così da ridurre gli effetti negativi derivanti dalle eventuali strette creditizie. A tal proposito la costruzione di mercati dei capitali fortemente integrati avrebbe come impatto immediato quello di permettere una maggiore diversificazione delle fonti di finanziamento delle imprese e di rendere l'intero sistema economico maggiormente flessibile qualora si presentassero congiunture economiche negative;
in questo quadro risulta prioritario l'abbattimento dei costi necessari per la costituzione di fondi di investimento;
il Consiglio europeo sarà anche invitato ad approvare il progetto di raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea sulla politica economica della zona euro per il 2019;
a tal riguardo, un decisivo miglioramento della composizione e della gestione dei bilanci nazionali, soprattutto per quanto riguarda la spesa in conto capitale, anche con il trasferimento di risorse verso investimenti materiali strategici come il TAV e le grandi reti di collegamento internazionale, aumenterebbe l'impatto dei bilanci pubblici sulla crescita e incrementerebbe la produttività a lungo termine. I miglioramenti del funzionamento dei quadri di bilancio nazionali e la buona gestione della revisione della spesa contribuirebbero a perseguire politiche di bilancio credibili e favorevoli alla crescita;
le riforme dei mercati intese a rafforzare la concorrenza e a favorire le innovazioni volte al miglioramento del contesto imprenditoriale e della qualità delle istituzioni promuoverebbero un ambiente favorevole allo sviluppo economico;
sul piano interno, l'Italia avrebbe assoluta necessità di rivedere il sistema giudiziario in modo che si faciliti l'esecuzione dei contratti nonché di prevedere una revisione del codice degli appalti al fine di ridare impulso ad un settore come l'edilizia strategico per la nostra economia;
sul piano europeo invece, il nostro Paese dovrebbe farsi carico di guidare processi volti a trovare il giusto equilibrio tra la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche nazionali, in particolare laddove il rapporto debito-PIL è elevato, come nel nostro caso, e quella di supportare l'economia con interventi che puntino al sostegno degli investimenti e alla creazione di ambienti economici favorevoli alla crescita anche attraverso l'adozione di misure fiscali più convenienti per le imprese;
con riferimento ai cambiamenti climatici:
l'Accordo di Parigi, approvato il 12 dicembre 2015 nella XXI sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione sul clima, è stato un importante passo in avanti in un percorso ancora molto lungo e accidentato per contrastare il surriscaldamento globale;
nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Convenzione sul clima, UNFCCC), l'Accordo ha compreso elementi per una riduzione progressiva delle emissioni globali di gas serra e si è basato, per la prima volta, su principi comuni validi per tutti i Paesi senza distinzione tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo;
uno degli obiettivi principali è stato quello di orientare i flussi finanziari privati e statali verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e a migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici;
in particolare, sono stati decisi i criteri con cui misurare le emissioni di anidride carbonica (CO2) e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico dei singoli Paesi;
i cambiamenti climatici, quale causa e moltiplicatore di altri rischi, rappresentano una sfida importante per l'umanità e tutti i Paesi e gli attori a livello mondiale devono fare del loro meglio per contrastarli mediante azioni individuali incisive;
una tempestiva cooperazione internazionale, la solidarietà e un coerente e costante impegno a favore di un'azione comune rappresentano l'unica soluzione per onorare la responsabilità collettiva di preservare l'intero pianeta e la sua biodiversità per le generazioni presenti e future;
l'8 gennaio 2019, è stata resa nota la proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) inviata a Bruxelles dal Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell'ambiente e con il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture;
come previsto dal Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 2018/1999/UE, il documento sarà oggetto di discussione in sede europea nei prossimi mesi, per arrivare a una versione definitiva entro la fine del 2019;
il Piano, strutturato secondo 5 dimensioni: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell'energia, ricerca, innovazione e competitività, può rappresentare per il nostro Paese un importante passaggio per la lotta al cambiamento climatico globale;
il PNIEC contiene gli obiettivi per l'energia e il clima che gli Stati membri si impegnano a raggiungere entro il 2030. Il documento dovrebbe anche indicare gli strumenti - le politiche, le misure e le relative coperture economiche - attraverso i quali, credibilmente, si intendono raggiungere tali obiettivi;
in questa prospettiva, l'Italia può svolgere una funzione trainante a livello europeo nella direzione di una accelerazione della transizione energetica verso l'utilizzo di fonti rinnovabili e l'efficientamento energetico dei processi produttivi;
cogliere questa possibilità non significa rallentare il processo infrastrutturale e tecnologico - come molti vorrebbero - quanto piuttosto un impegno dinamico finalizzato a concepire gli investimenti in grandi opere - come il TAV e l'ammodernamento della rete ferroviaria - più concorrenziali e più convenienti, sotto il profilo dell'impatto ambientale, del trasporto su gomma, soprattutto per quanto riguarda le merci;
un Paese responsabile che guarda al progresso ed alla crescita economica deve prevedere tra i suoi piani di investimento azioni che riguardino la rigenerazione delle grandi città in un'ottica di efficientamento energetico e della rete metro-ferro-tranviaria, un coerente programma di gestione del ciclo dei rifiuti e la non trascurabile prospettiva di una sinergia tra lo Stato ed i privati;
con riferimento alle relazioni esterne:
il Consiglio europeo preparerà il vertice UE-Cina, che si terrà il 9 aprile 2019;
il collegio dei commissari UE riunito a Strasburgo il 12 marzo ultimo scorso ha varato la sua comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio d'Europa sulla nuova "visione strategica" nei rapporti UE-Cina. Il testo presenta dieci raccomandazioni agli Stati e sottolinea che se da un lato l'UE deve "approfondire il suo impegno con la Cina per promuovere interessi comuni", è dall'altro necessario che gli Stati europei si muovano in "piena unità";
nel testo non si fa menzione diretta del progetto cinese Belt and Road Initiative (BRI) - meglio noto come la "Nuova Via della Seta"- ma la questione è presente ai commissari europei ed in particolare al vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen che nei giorni scorsi ha ricordato come " gli Stati membri che si stanno impegnando in accordi bilaterali con la Cina devono ricordarsi che l'Europa ha le sue regole sulla trasparenza e la concorrenza";
nei giorni scorsi, l'Unione europea e gli Stati Uniti hanno manifestato forte preoccupazione e una severa reazione riguardo alla prospettiva dell'intesa italo-cinese che esponenti del Governo vorrebbero sottoscrivere a fine marzo;
nel documento strategico sui rapporti tra Unione europea e Cina che la Commissione europea a Strasburgo dovrebbe approvare entro il mese di marzo, anche in vista del vertice Europa-Cina che si svolgerà il 9 aprile prossimo venturo, viene ribadito che né l'UE, né alcuno Stato membro può raggiungere i suoi obiettivi con la Cina senza piena unità e che "il mancato rispetto di norme base del diritto internazionale, mette a rischio non solo il mercato unico dell'UE, ma gli stessi valori economici e sociali dell'Unione";
secondo autorevoli fonti di stampa in fase di negoziazione ci sarebbero 29 intese fra enti pubblici e ministeri e 21 accordi fra imprese private o partecipate dallo Stato;
in caso di sottoscrizione del Memorandum d'intesa con la Cina, sarà fondamentale e imprescindibile che i contratti siano in linea con le politiche europee e che siano chiari i reali interessi politici alla base degli investimenti cinesi;
l'Unione europea e la Cina si sono impegnate a costruire un partenariato strategico globale, ma in Europa è sempre più diffusa la sensazione che l'equilibrio tra le sfide e le opportunità associate alla Cina si sia modificato, sbilanciando gli interessi a favore della grande potenza orientale;
basandosi su principi chiaramente definiti, l'UE dovrebbe approfondire il dialogo con la Cina per promuovere gli interessi comuni a livello mondiale senza arretrare politicamente su questioni ritenute "imprescindibili" per le moderne democrazie liberali come il rispetto dei diritti dei lavoratori, sindacali e più in generale di quei diritti umani che sono alla base per un dialogo costruttivo e utile ai fini di una più collaborativa politica commerciale ed industriale;
l'UE dovrebbe promuovere attivamente condizioni più equilibrate e reciproche che disciplinino settori fondamentali come quello dell'ambiente per lottare in modo più efficace contro i cambiamenti climatici, invitando la Cina ad iniziare a ridurre le sue emissioni entro il 2030, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi (COP21);
desta preoccupazione, inoltre, nello scenario politico mondiale la guerra commerciale tra gli Stati Uniti d'America e la Repubblica popolare cinese che sta devastando le filiere internazionali di fornitori su cui, oggi, si fonda il 70 per cento del commercio mondiale;
la Conferenza delle Nazioni unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad) ha recentemente calcolato come il fatturato di queste "catene di valore" sia destinato a restringersi di 160 miliardi di dollari nei prossimi 3 anni, tagliando di un quarto la crescita annuale globale dei traffici;
gli effetti di questa guerra doganale rischiano di farsi sentire già oggi sulle decisioni di investimento delle grandi aziende, soprattutto se un mondo all'ombra delle tariffe verrà vissuto come permanente;
l'Italia, nell'ottica di un consolidato e rinnovato "patto atlantico", dovrebbe farsi carico in sede europea di far assumere ai Paesi membri una posizione unitaria affinché gli USA non adottino politiche protezionistiche tali da costringere l'Europa a rivolgersi altrove per i propri scambi commerciali;
il Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre ultimo scorso ha riconfermato le sue precedenti conclusioni, nelle quali ha approvato l'accordo di recesso e la dichiarazione politica di sostegno a tale accordo, intendendo procedere alla sua ratifica, essendo l'accordo non rinegoziabile, ma avendo allo stesso tempo riaffermato il desiderio di avere un partenariato quanto più stretto possibile con il Regno Unito in futuro;
l'Unione europea è pronta subito dopo la firma dell'accordo di recesso a garantire l'avvio degli ulteriori negoziati;
la soluzione "di salvaguardia" (backstop) è intesa quale polizza d'assicurazione volta a evitare una frontiera fisica sull'isola d'Irlanda, in via temporanea, salvo e fintanto che non sia sostituita da un accordo successivo che garantisca che la frontiera fisica sia evitata, e a garantire l'integrità del mercato unico. L'Unione è fermamente determinata a lavorare ad un accordo successivo che stabilisca, entro il 31 dicembre 2020, modalità alternative per evitare di dover ricorrere ancora alla soluzione "di salvaguardia". In tale eventualità l'Unione si adopererebbe per negoziare con il Regno Unito e concludere un accordo successivo che sostituisca la soluzione "di salvaguardia";
questione irrisolta, ma necessaria per un più sereno proseguimento dei rapporti di vicinato, è sicuramente il rapporto con la Federazione Russa, che deve essere rivisto al fine di evitare nuove divisioni in Europa e tenendo nel debito conto il peso economico e politico di entrambe le parti, sottolineando e promuovendo al contempo il rispetto della democrazia e dei diritti umani;
approfondire i rapporti con la Russia è estremamente importante in vista del ruolo strategico che questo Paese svolge sulla scena mondiale. La Russia, dopo l'adesione della Finlandia, è diventata il Paese immediatamente confinante con l'Unione europea e svolge un ruolo essenziale nel garantire la stabilità sul nostro continente oltre a rappresentare un partner economico, commerciale e scientifico di notevole portata;
l'Italia, dopo la Germania, è il primo partner commerciale della Federazione Russa e le limitazioni sul commercio con la Russia stanno creando un grave danno a diversi settori produttivi italiani;
appare oltremodo anacronistico il permanere di sanzioni in conseguenza di una questione - come i rapporti Ucraina-Federazione Russa e del rispetto agli accordi di Minsk del 2014 e 2015 - per la quale è impossibile effettuare delle valutazioni di merito oggettive e condivise, sulla quale non si sono potuti valutare progressi apprezzabili;
il superamento delle sanzioni, che comunque vengono largamente aggirate, attraverso ulteriori passaggi, costituendo però dei maggiori oneri per le nostre imprese, consentirebbe di allargare la coalizione dei Paesi contro il terrorismo e di favorire processi distensivi in tutto il mondo, oltre che nei Paesi del Mediterraneo;
va, altresì, evidenziato che le sanzioni che inizialmente hanno penalizzato solo la Russia, attualmente stanno avendo conseguenze negative solo nei confronti dell'Italia e dell'Europa;
con riferimento alla lotta alla disinformazione e la necessità di proteggere l'integrità democratica delle elezioni europee e nazionali in tutta l'UE:
la lotta alla disinformazione e alla circolazione delle fake news deve necessariamente passare attraverso una collaborazione attiva da parte delle realtà che si occupano di raccogliere, gestire e veicolare le informazioni stesse;
la Commissione europea ha avanzato la proposta di sottoscrizione volontaria di un codice di condotta da parte di gruppi attivi nel campo dell'online e dell'advertising;
questa iniziativa è stata raccolta da importanti network come Facebook, Google, Twitter e Mozilla oltre ad altri membri dell'organizzazione EDiMA (European Digital Media Association);
la Commissione ha sottolineato come l'impegno debba essere intensificato in tempi stretti soprattutto in vista della scadenza relativa alle elezioni che a fine maggio andranno a rinnovare la composizione del Parlamento europeo;
in questo quadro si rende necessario un approccio unificato, di sistema, che possa facilitare le operazioni di monitoraggio e valutazione, così da far emergere in modo rapido eventuali criticità e intervenire con prontezza quando necessario oltre ovviamente a garantire ai cittadini la possibilità di accedere a informazioni su candidati e programmi non alterate o compromesse;
secondo un'indagine Eurobarometro, l'83 per cento degli intervistati ha dichiarato che le notizie false costituiscono un pericolo per la democrazia. L'indagine ha anche evidenziato l'importanza di disporre di mezzi di comunicazione di qualità: le persone intervistate ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70 per cento, TV 66 per cento, stampa 63 per cento), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con tassi di fiducia rispettivamente del 26 per cento e del 27 per cento;
per dare risposta a questi problemi e affrontare queste tendenze, è necessario proporre una serie di misure volte a contrastare la disinformazione online, fra le quali sicuramente risulta essere fondamentale una maggiore alfabetizzazione mediatica che aiuti a riconoscere la disinformazione online e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti online;
non meno importante risulta essere il sostegno agli Stati membri nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse, fra cui la disinformazione online e gli attacchi informatici;
si ritiene inoltre opportuno aumentare il sostegno al giornalismo di qualità, per un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile,
impegna il Presidente del Consiglio dei ministri a sostenere nel prossimo Consiglio europeo:
con riferimento al mercato unico, a prevedere:
a) il miglioramento dei criteri per la libera circolazione dei beni e dei servizi creando le basi per aumentare opportunità di sviluppo economico per le imprese e i cittadini;
b) la diminuzione delle incombenze burocratiche derivanti dal recepimento di normative europee per generare miglioramenti sostanziali dell'economia reale;
c) l'adozione di una strategia a lungo termine per l'industria europea al fine di potenziare la competitività, la crescita, l'innovazione e l'export in Europa;
d) l'elaborazione di strategie per diminuire i costi necessari per la costituzione e la gestione di fondi di investimento, con conseguenze positive sui costi di partecipazione dei risparmiatori agli strumenti di risparmio proposte dai fondi;
e) la volontà dell'Italia di farsi carico di guidare processi volti a trovare il giusto equilibrio tra la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche nazionali e quella di supportare l'economia con interventi che puntino al sostegno degli investimenti e alla creazione di ambienti economici favorevoli alla crescita, anche attraverso l'adozione di misure fiscali più convenienti per i cittadini e le imprese;
con riferimento ai cambiamenti climatici, ad immaginare:
a) la previsione di piani di investimento che riguardino la rigenerazione delle grandi città in un'ottica di efficientamento energetico e della rete metro-ferro-tranviaria, un coerente programma di gestione del ciclo dei rifiuti e, in tale ambito, la non trascurabile prospettiva di una sinergia tra lo Stato ed i privati;
b) l'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al fine di dotare imprese ed enti pubblici di strumenti che riducano la quantità di CO2 immessa nell'atmosfera;
c) la necessità di promuovere attivamente condizioni più equilibrate e reciproche tra UE e Cina che disciplinino settori fondamentali come quello dell'ambiente per lottare in modo più efficace contro i cambiamenti climatici, invitando lo Stato asiatico ad iniziare a ridurre le sue emissioni entro il 2030, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi (COP21);
con riferimento alle relazioni esterne:
a) la necessità di promuovere un approccio responsabile dell'Unione europea riguardo alle politiche economiche e di investimento che la Repubblica popolare cinese intende attuare nei Paesi europei, attraverso un'attenta tutela degli asset strategici, considerando tali tutti gli investimenti che, non solo in ragione dello specifico settore a cui sono diretti, ma anche in funzione della loro entità - sia considerati isolatamente, sia nel contesto della pluralità degli stessi - possano essere valutati come passibili di poter indurre mutamenti di rilievo nella struttura produttiva ed occupazionale comunitaria;
b) la volontà di profondere ogni sforzo affinché la Cina porti avanti gli impegni di investimenti globali in linea con gli standard internazionali accettati e le migliori pratiche;
c) l'esigenza di adottare un dialogo politico volto, all'interno del Paese asiatico, a riconoscere maggiori diritti ai lavoratori ed alle loro organizzazioni sindacali e più in generale di quei diritti umani che sono alla base per un dialogo costruttivo e utile ai fini di una più collaborativa politica commerciale ed industriale;
d) nell'ambito di una cooperazione atlantica, la necessità di assumere una posizione unitaria affinché gli USA non adottino politiche protezionistiche tali da costringere l'Europa a rivolgersi altrove per i propri scambi commerciali;
e) la necessità di intensificare i lavori, a tutti i livelli europei, per prepararsi alle conseguenze del recesso del Regno Unito, prendendo in considerazione ogni esito possibile;
f) l'esigenza di tutelare rigorosamente tutti i diritti maturati dai cittadini europei nel Regno Unito in ogni fase del processo di attuazione della Brexit;
g) la necessità di eliminare le sanzioni economiche nei confronti della Russia, promuovendo un nuovo accordo soddisfacente per la Federazione Russa e per l'Ucraina, ma anche per l'Unione europea, che porti alla normalizzazione dei rapporti amichevoli con un partner importante quale la Federazione Russa;
con riferimento alla lotta alla disinformazione e la necessità di proteggere l'integrità democratica delle elezioni europee e nazionali in tutta l'UE:
a) la volontà di proporre l'adozione di una serie di misure volte a contrastare la disinformazione online, fra le quali sicuramente risulta essere fondamentale una maggiore alfabetizzazione mediatica, che aiuti a riconoscere la disinformazione e ad accostarsi con occhio critico ai contenuti sul web;
b) l'esigenza di assicurare il sostegno agli Stati membri nel garantire processi elettorali solidi contro minacce informatiche sempre più complesse e pericolose;
c) la necessità di prevedere un sostegno al giornalismo di qualità, volto a promuovere e formare un ambiente mediatico pluralistico, vario e sostenibile.
(6-00056)
BERNINI, MALAN, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, VITALI, PICHETTO FRATIN, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, Alfredo MESSINA, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN.