• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00059 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in relazione al documento di intesa tra il Governo della Repubblica popolare cinese sulla collaborazione all'interno del progetto...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00059 presentata da LUCA CIRIANI
martedì 19 marzo 2019, seduta n.099

Il Senato,
udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in relazione al documento di intesa tra il Governo della Repubblica popolare cinese sulla collaborazione all'interno del progetto economico "Via della Seta";
premesso che:
il Governo intende sottoscrivere il Memorandum d'intesa con la Cina in occasione della visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping;
il testo dell'accordo, nonostante la svolta epocale che sottende in termini commerciali ed industriali, è stato tardivamente reso pubblico con grave compromissione della possibilità di una seria ed articolata discussione politica;
il Memorandum, noto come "Memorandum of understanding" (MoU) è un accordo che prevede sei settori di cooperazione fra Italia e Cina, supportati dalla Aiib, la Banca per gli investimenti asiatica:
- trasporti e infrastrutture, sfocianti in progetti comuni come "strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia - tra cui fonti rinnovabili e gas naturale - e telecomunicazioni";
- commercio ed investimenti, al fine di accrescere investimenti e flussi di commercio in entrambe le direzioni, così come la collaborazione industriale bilaterale, ribadendo la comune volontà di favorire un sistema commerciale e di investimenti libero ed aperto e di contrastare il protezionismo;
- collaborazione finanziaria, favorendo sinergie fra le istituzioni dei due Paesi o finanziando congiuntamente progetti in Italia e all'estero;
- collaborazione culturale, universitaria e in ambito Unesco, ipotizzando gemellaggi fra i siti Unesco dei rispettivi Paesi;
- cooperazione allo sviluppo ecosostenibile, con politiche congiunte o comuni nel settore della protezione ambientale e dei cambiamenti climatici;
il testo dell'accordo è frutto di una serie di incontri a partire dallo scorso anno che hanno coinvolto il Ministro dello sviluppo economico, il sottosegretario allo sviluppo economico Geraci e il Presidente del Consiglio;
il testo è stato oggetto di frizioni in seno alla maggioranza e solo in dirittura di arrivo il ministro Salvini ha assicurato l'appoggio di Lega, avendo in precedenza criticato il Memorandum sino a giungere a paventare scenari da "colonia" per l'Italia;
il dossier internazionale per la stesura del testo è stato particolarmente seguito dal sottosegretario Michele Geraci che da sempre sostiene la necessità di una maggiore interazione commerciale, industriale e finanziaria con la Cina;
il sottosegretario Geraci conosce profondamente la Cina per aver lavorato come docente in alcune Università cinesi, per aver costituito la cosiddetto "Task Force Cina" e per aver assunto Lingjia Chen, 26 anni, nel suo staff personale di stanza a Shangai presso l'ICE;
il sottosegretario Geraci ha dunque intessuto i rapporti che hanno condotto al presente Memorandum, accompagnando i passi delle strategiche scelte italiane prodromiche alla firma;
si ricorda in particolare che, nel corso dello scorso anno, il Governo italiano aveva già attivato intese interlocuzioni con il Governo cinese e lo scorso agosto lo stesso ministro dell'economia e delle finanze Tria si era recato in Cina, non solo per affrontare i temi di investimenti che sono oggi oggetto del Memorandum, ma anche per verificare l'interesse cinese per i titoli di stato italiani;
il 9 novembre 2018 sempre il sottosegretario Geraci, in sede europea, ha dato atto del cambio di rotta del Governo italiano in ordine al provvedimento di screening sugli investimenti esteri che prevedeva l'obbligo per ogni Stato membro che riceveva un'offerta di acquisto per gli asset strategici da parte di un'impresa di Stato o azienda privata con sede in Stati non appartenenti alla UE, di informare la Commissione europea, con il chiaro fine di contrastare lo shopping industriale negli asset da strategici da parte di potenze extraeuropee;
il 5 marzo 2019 il Consiglio europeo ha dunque approvato il regolamento sullo screening europeo con l'astensione dell'Italia;
il Memorandum è stato dunque a lungo preparato dal Governo italiano, pur non essendo mancate notevoli frizioni in seno alla maggioranza, come già sopra ricordato;
nonostante la lunga e articolata preparazione, le fitte interlocuzioni in diversi ambiti e coinvolgenti diversi Ministeri, le prodromiche posizioni assunte in sede europea al fine di pervenire alla firma del Memorandum, il contenuto dello stesso è stato mantenuto ad un livello di riservatezza che ha reso impossibile un approfondito dibattito sul suo contenuto che potrebbe profilarsi come epocale nei rapporti fra Cina e Italia;
i livelli di cooperazione coinvolgono settori ed asset strategici quali le infrastrutture e delicati, anche per la sicurezza nazionale, quali le telecomunicazioni;
i livelli di cooperazione coinvolgono anche gli scambi commerciali ed industriali;
in particolare le infrastrutture strategiche, quali i porti, sono a pieno titolo inserite nel presente Memorandum;
nondimeno il tema delle telecomunicazioni, con tutto ciò che comporta la tecnologia 5G in termini di sicurezza nazionale, è oggetto del presente Memorandum;
in particolare questo ultimo aspetto delle telecomunicazioni in relazione alle nuove tecnologie 5G è stato oggetto di attenzione di diversi Stati nazionali che hanno assunto un atteggiamento opportunamente improntato a precauzione e cautela nei bandi per le infrastrutture 5G;
il Memorandum interviene anche sugli scambi commerciali e sugli scambi industriali;
è pur vero che i rapporti commerciali tra Cina e Occidente sono consolidati da tempo e coinvolgono negli scambi commerciali gli Stati Uniti con un interscambio di oltre 600 miliardi di dollari e la Germania con interscambi di circa 2.000 miliardi di dollari;
allo stesso modo non può essere sottaciuto che 13 Stati europei hanno già firmato Memorandum di intesa con la Cina;
per quanto quindi il Memorandum Italia-Cina non rappresenti una anomalia nel panorama europeo e occidentale, Fratelli d'Italia ritiene necessario stabilire chiare garanzie a tutela della sicurezza, della produzione e dell'interesse nazionale,
impegna il Governo:
1) a tutelare, nell'ambito del cosiddetto MoU, la produzione e il mercato interno da eventuali pratiche sleali di concorrenza, attivandosi, sin d'ora, perché sia data piena applicazione, nell'ambito dei rapporti scaturenti dalla firma del Memorandum, alle misure di difesa commerciale previste dalla normativa comunitaria:
º misure anti-dumping, di cui al Regolamento (UE) 1036 del 2016, applicate principalmente nei confronti di importazioni effettuate sul mercato comunitario da parte di imprese di Paesi terzi che vendono sul mercato europeo prodotti a prezzi inferiori al prezzo di vendita sul mercato d'origine della merce;
º misure anti-sovvenzione, di cui al Regolamento (UE) 1037 del 2016, applicate nei confronti di importazioni che godono di aiuti e sovvenzioni statali concessi dai Governi alle proprie imprese;
º misure di salvaguardia, di cui ai Regolamenti (UE) 478 del 2015 e 755 del 2015, destinate a tutelare il mercato e le imprese comunitarie da sensibili alterazioni dei flussi commerciali che minacciano e danneggiano il sistema produttivo dell'UE.
2) ad attivarsi in ogni caso per proteggere, nell'ambito degli scambi scaturenti dal Memorandum, il mercato interno dalla introduzione di beni e servizi che, non rispettando standard minimi di livello salariale, di tutela del lavoratore e sicurezza sul lavoro, nonché norme di tutela ambientale, potrebbero configurare una concorrenza sleale e conseguenzialmente mettere in crisi la produzione nazionale, spingendo verso il basso il livello complessivo dei salari e di protezione sociale;
3) a rivedere la posizione sul provvedimento relativo allo screening degli investimenti esteri in Europa ed in Italia, in particolare in relazione alle infrastrutture strategiche, sottoscrivendolo immediatamente ed in ogni caso attivando un meccanismo italiano, altrettanto stringente, di screening su eventuali investimenti cinesi sulle infrastrutture strategiche in relazione al MoU;
4) a tutelare le infrastrutture strategiche, escludendo espressamente la vendita della proprietà delle stesse e introducendo apposita "clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale" in qualsivoglia concessione delle stesse;
5) a introdurre in ogni caso di concessione della gestione delle infrastrutture scaturenti eventualmente dal Memorandum in esame la clausola della golden share in forza del quale uno Stato, durante o a seguito di un processo di privatizzazione, totale o parziale, di un'azienda pubblica, si riserva dei poteri speciali, indipendentemente dall'effettivo numero di azioni da esso possedute;
6) ad escludere dal Memorandum la possibilità di cessione della proprietà o anche solo della gestione di società operanti in ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni e delle telecomunicazioni;
7) a ridefinire ed allargare l'insieme delle aziende ritenute strategiche, non ricomprendendo solo quelle appartenenti a settori strategici, ma allargandolo alle aziende con determinati livelli di fatturato che, una volta acquisite da entità non italiane, potrebbero essere delocalizzate in altre nazioni arrecando grave danno all'economia ed all'occupazione italiana;
8) ad inserire nell'attuale normativa un obbligo di assenso preventivo da parte dello Stato italiano, da rilasciarsi con tempistiche massime di 30 giorni, all'avvio di trattative riguardanti le cessioni in toto od in parte, di aziende dei settori ritenuti strategici, nell'ambito degli scambi commerciali ed industriali previsti dal MoU;
9) a prevedere che AIIB, la Banca per gli investimenti asiatica ed il sistema bancario italiano segnalino preventivamente al Governo le criticità finanziarie, anche in prospettiva, riguardanti le aziende appartenenti a settori strategici coinvolte negli accordi di cooperazione commerciale ed industriale del MoU;
10) a prevedere strumenti economici e giuridici volti a rafforzare il contrasto nei confronti di investimenti stranieri coinvolti nel MoU e volti eventualmente a depauperare il nostro patrimonio aziendale ancor più se considerato strategico;
11) a prevedere, negli accordi scaturenti dal MoU, iniziative volte a scongiurare eventuali "scalate" a danno dei nostri principali asset strategici, per il tramite della acquisizione della proprietà delle stesse o anche della esclusiva gestione delle stesse;
12) ad attivare, nell'ambito del MoU e degli eventuali successivi accordi e iniziative ad esso riconducibili, strumenti economici, giuridici, scambi di informazioni, diffusione e valorizzazione di prassi commerciali ed industriali volte al contrasto dell'evasione, della contraffazione e dell'illegalità commerciale di qualsivoglia azienda con sede in Italia e a gestione cinese;
13) ad escludere tassativamente dal Memorandum il settore strategico delle telecomunicazioni in relazione alla tecnologia 5G sino a completa ed esaustiva istruttoria dei nostri servizi segreti che possa escludere qualsivoglia rischio per la sicurezza nazionale e per lo spionaggio politico ed industriale .
(6-00059)
CIRIANI, RAUTI, BALBONI, BERTACCO, CALANDRINI, DE BERTOLDI, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, LA RUSSA, MAFFONI, NASTRI, RUSPANDINI, STANCANELLI, TOTARO, URSO, ZAFFINI.