• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00027 MISIANI, MANCA, MARINO, STEFANO, ALFIERI, ASTORRE, BELLANOVA, BOLDRINI, CIRINNA', COLLINA, COMINCINI, CUCCA, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FEDELI, FERRAZZI, GARAVINI, GIACOBBE, GINETTI, IORI, LAUS,...



Atto Senato

Interpellanza 2-00027 presentata da ANTONIO MISIANI
martedì 19 marzo 2019, seduta n.099

MISIANI, MANCA, MARINO, STEFANO, ALFIERI, ASTORRE, BELLANOVA, BOLDRINI, CIRINNA', COLLINA, COMINCINI, CUCCA, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FEDELI, FERRAZZI, GARAVINI, GIACOBBE, GINETTI, IORI, LAUS, MALPEZZI, MARGIOTTA, MESSINA Assuntela, NANNICINI, PATRIARCA, PINOTTI, PITTELLA, ROJC, ROSSOMANDO, SBROLLINI, TARICCO, VATTUONE, VERDUCCI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il Documento di economia e finanza è lo strumento centrale del ciclo di programmazione economica e finanziaria e di bilancio, con il quale si descrive l'andamento dell'economia e delle finanze pubbliche registrato negli esercizi precedenti e si predispongono, in chiave programmatica, le politiche economiche e di bilancio per quelli successivi. La presentazione del Documento di economia e finanza è un obbligo previsto dall'art. 7 della legge n. 196 del 2009, che il Governo è tenuto ad assolvere per rispettare le scadenze del "semestre europeo". Il DEF, nel rispetto delle regole comunitarie, si inquadra al centro del nuovo processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri della UE ed è presentato al fine di consentire alle Camere di esprimersi con proprie deliberazioni sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio della UE e alla Commissione europea del programma di stabilità (PS) e del programma nazionale di riforma (PNR). Il prossimo DEF dovrà essere depositato alle Camere entro il 10 aprile 2019;

l'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 stabilisce che il DEF si compone di tre sezioni. La prima sezione reca il programma di stabilità, ovvero gli elementi e le informazioni richieste dai regolamenti della UE vigenti con specifico riferimento agli obiettivi programmatici macroeconomici e di finanza pubblica da conseguire e per accelerare la riduzione del debito pubblico. La seconda sezione contiene l'analisi e le tendenze della finanza pubblica. La terza sezione reca lo schema del programma nazionale di riforma, ovvero gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea, lo stato di avanzamento delle riforme avviate e le politiche macroeconomiche e settoriali da attuare in risposta alle raccomandazioni comunitarie e il loro stato di avanzamento. La definizione del nuovo quadro programmatico macroeconomico e di finanza pubblica rappresenta il punto centrale del DEF. I dati del nuovo quadro programmatico evidenziano, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli effetti delle politiche economiche che si intende adottare per favorire la crescita economica e gli impegni che il Governo intende perseguire sul piano del consolidamento strutturale dei conti pubblici;

l'attuale scenario economico internazionale risulta condizionato da nuove incertezze e rischi. Lo slancio espansivo dell'economia mondiale ha di recente subito un rallentamento, in un contesto di incertezze di natura geopolitica e di vulnerabilità nei mercati emergenti. Il commercio mondiale ha subito una decelerazione a fine 2018 a seguito di rilevanti rischi connessi a tensioni commerciali irrisolte e di un rallentamento della crescita nelle economie emergenti. Nell'area euro, i dati più recenti indicano un'evoluzione più debole rispetto alle attese per via del rallentamento della domanda estera, a cui si sono aggiunti altri fattori specifici. Nel complesso, la prospettiva di crescita nell'area euro è orientata al ribasso per via delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici, alla Brexit e alla minaccia del protezionismo, alle vulnerabilità nei mercati emergenti e alla volatilità nei mercati finanziari. In questo quadro, il nostro Paese si trova ad affrontare un clima di crescente instabilità i cui riflessi sono evidenziati dall'andamento del PIL, diminuito dello 0,2 per cento nel terzo trimestre e dello 0,1 per cento nel quarto trimestre 2018, dall'andamento dei principali indicatori di finanza pubblica, a partire dal debito pubblico che è tornato a crescere superando nuovamente la soglia del 132 per cento, nonché dall'andamento dello spread e della spesa per interessi. Forte preoccupazione destano, poi, i dati sulla produzione industriale e sul fatturato, che registrano un forte decremento rispetto all'anno precedente;

da molti osservatori, l'Italia è vista attualmente come l'anello debole dell'area euro. La Commissione europea, attraverso il "Country Report 2019", pubblicato il 27 febbraio, ha espresso forti preoccupazioni sulla situazione dell'Italia. Per l'Esecutivo UE l'Italia presenta squilibri economici "eccessivi" che, unitamente al debito alto e alla protratta scarsa produttività, implicano rischi con rilevanza transnazionale e un rischio contagio per tutta la UE. La manovra di bilancio per il 2019, nonostante le modifiche introdotte nella fase finale d'esame del provvedimento, secondo la Commissione europea presenta misure negative su deficit, debito pubblico e potenziale di crescita economica del Paese, che inevitabilmente dovranno essere oggetto di interventi correttivi. Ad aggravare la situazione, le più recenti previsioni formulate dall'Istat, dalla Commissione europea e dai principali organismi internazionali stimano una forte riduzione della crescita del PIL del nostro Paese per l'anno in corso. Rispetto alle previsioni formulate dal Governo durante l'ultima legge di bilancio, che stimavano una crescita dell'1 per cento per l'anno 2019, l'Ufficio parlamentare di bilancio prevede una crescita dello 0,4 per cento, mentre la Commissione europea prevede una crescita dello 0,2 per cento. Tali dati, qualora confermati nei prossimi mesi, avranno ricadute pesanti e peggiorative su una serie di altri indicatori macroeconomici e di finanza pubblica, sul livello del debito pubblico e conseguentemente sulla spesa per interessi, confermando per tale via la situazione di grave "squilibrio" economico e di finanza pubblica preannunciata dalle istituzioni europee;

sulla prossima legge di bilancio grava, pertanto, una serie di fattori che la renderanno una delle manovre più difficili e di importo più elevato degli ultimi anni. Il dato di partenza della prossima manovra di bilancio è rappresentato dalle clausole di salvaguardia su Iva e accise che ammonta a 23,5 miliardi di euro per l'anno 2020 e di oltre 28 miliardi di euro a decorrere dall'anno 2020, a cui dovranno essere aggiunti ulteriori oneri. Il Governo ha più volte smentito che vi sia la necessità e l'urgenza di adottare misure correttive per rimettere in ordine i conti pubblici per l'anno 2019;

diversi organi di informazione hanno recentemente annunciato che il Governo si appresterebbe a depositare alla scadenza prevista del 10 aprile un DEF con un piano di stabilità privo del quadro programmatico macroeconomico e del quadro programmatico di finanza pubblica. Il DEF per il 2019 si limiterebbe a descrivere l'aggiornamento del quadro tendenziale alla luce degli effetti della legge di bilancio per il 2019, includendo nei dati anche gli effetti dell'aumento dell'Iva e delle accise previsti a legislazione vigente. La definizione del nuovo quadro programmatico, la predisposizione degli indirizzi di politica economica, ivi compresa la disattivazione delle clausole di salvaguardia, e l'indicazione delle riforme strutturali verrebbero assolte dal Governo successivamente allo svolgimento delle elezioni europee,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda depositare il Documento di economia e finanza per l'anno 2019 nel rispetto della scadenza prevista dall'articolo 7 della legge n. 196 del 2009;

se sia intenzionato a depositare, alla scadenza prevista, il DEF 2019 con un programma di stabilità privo del quadro programmatico macroeconomico e di finanza pubblica, e quindi limitato alla sola descrizione del quadro tendenziale alla luce degli effetti della legge di bilancio per il 2019, e se sia intenzionato a definire il nuovo quadro macroeconomico programmatico, la predisposizione degli indirizzi di politica economica, ivi compresa la disattivazione delle clausole di salvaguardia, e l'indicazione delle riforme strutturali, all'interno di un documento di aggiornamento del DEF 2019 da depositare alle Camere successivamente alle elezioni europee di maggio 2019;

se intenda preventivamente informare il Parlamento e le istituzioni europee in merito ad ogni iniziativa contrastante con quanto previsto dagli articoli 7 e 10 della legge n. 196 del 2009 e con quanto previsto dalle procedure del "semestre europeo";

se sia intenzionato a predisporre una manovra correttiva dei conti pubblici da presentare al Parlamento successivamente alle elezioni europee di maggio 2019 e se intenda chiarirne la dimensione.

(2-00027 p. a.)