• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00618 URSO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che: il "decreto semplificazioni" (decreto-legge n. 135 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12 del 2019),...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00618 presentata da ADOLFO URSO
giovedì 21 febbraio 2019, seduta n.092

URSO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:

il "decreto semplificazioni" (decreto-legge n. 135 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12 del 2019), all'art. 11-ter disciplina l'approvazione e l'adozione del "Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee"(PTESAI) al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale;

il PTESAI incide sui diritti dei titolari di titoli concessori già conferiti con efficacia retroattiva sugli stessi, potendo comportare la revoca di titoli concessori già conferiti e impedire la presentazione di istanze di proroga di concessione alterando così, ex post, il regolamento concessorio sul quale società ed investitori esteri hanno fatto affidamento nell'effettuare ingenti investimenti in attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio nazionale;

il citato articolo 11-ter prevede, altresì, un considerevole incremento dei canoni, pari ad oltre il 3.500 per cento, che rende, dunque, notevolmente più onerose le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio italiano e potrebbe configurarsi, pertanto, come una misura volta a bloccare definitivamente lo svolgimento di dette attività nel territorio italiano;

considerato che:

l'articolo 5 della legge n. 9 del 1991, recante norme per l'attuazione del nuovo Piano energetico nazionale, prevede che "il permesso di ricerca è accordato a soggetti italiani o di altri Stati membri della Comunità economica europea, nonché, a condizioni di reciprocità, a soggetti di altri Paesi";

la maggiore azienda petrolifera italiana, Eni SpA, opera in tutti i Paesi di origine delle società e degli investitori esteri, che sono destinatari delle svantaggiose previsioni di cui al citato articolo 11-ter;

il Presidente del Consiglio dei ministri, proprio in concomitanza con l'approvazione delle misure sulle trivelle, si trovava negli Emirati Arabi Uniti per partecipare alla cerimonia di firma di un accordo, in cui l'Eni acquisiva una quota importante della quarto complesso di raffineria al mondo;

l'Eni opera nel Mediterraneo in diversi impianti onshore, tra i quali quello in Egitto, di straordinaria importanza;

nel mar Adriatico vi sono giacimenti comuni con altri Paesi, che si guardano bene dal fermare ricerca e trivellazioni, i quali estrarranno dal bacino comune anche gli idrocarburi presenti nelle nostre acque territoriali, con la conseguenza che oltre al danno certo (economico) vi sarebbe anche la probabile beffa (ambientale),

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo abbia valutato il potenziale danno che Eni SpA potrebbe subire nel caso in cui i Paesi di origine delle società e degli investitori esteri, che hanno subito un pregiudizio a causa del citato articolo 11-ter del decreto-legge n. 135 del 2018, applichino nei loro Paesi alle società italiane misure simili, per sanzionare la violazione del principio di reciprocità perpetrata;

se abbia anche considerato, per coerenza con la propria politica nel campo della ricerca e della coltivazione di idrocarburi, di bloccare lo svolgimento di dette attività da parte di Eni SpA al di fuori del territorio italiano, attività, peraltro, spesso svolte proprio nel comune mar Mediterraneo.

(3-00618)