• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00625 BERNINI, MALAN, MALLEGNI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, PICHETTO FRATIN, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00625 presentata da ANNA MARIA BERNINI
giovedì 21 febbraio 2019, seduta n.092

BERNINI, MALAN, MALLEGNI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, PICHETTO FRATIN, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, MESSINA Alfredo, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che, per quanto a giudizio degli interroganti:

quanto accaduto pochi giorni fa presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, quando il deputato Guy Verhofstadt, leader del gruppo parlamentare Alde, ha definito il Presidente del Consiglio dei ministri Conte "un burattino nelle mani di Di Maio e Salvini" risulta essere del tutto inaccettabile;

il comportamento irrispettoso del deputato belga induce gli interroganti ad esprimere solidarietà al Presidente del Consiglio dei ministri per quanto accaduto;

i Gruppi parlamentari di Forza Italia, sia nel Parlamento italiano che in quello europeo, proprio per senso delle istituzioni e nel rispetto della sovranità di ciascun Paese membro dell'Unione europea, difendono da sempre il principio di non ingerenza fra Stati membri;

tuttavia, è dato di evidenziare che la scelta di indicare il professor Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio dei ministri è il risultato di un compromesso tra le parti politiche che sostengono questo Governo, piuttosto che il frutto di una manifesta volontà popolare;

le prerogative sancite dall'articolo 95 della Costituzione, secondo cui "Il Presidente del Consiglio dei ministri: dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando le attività dei Ministri", risultano spesso disattese nei fatti, considerato che, in più di un'occasione, soprattutto in ambito internazionale, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri ha dovuto rinviare misure importanti ed assumere atteggiamenti contraddittori perché eccessivamente vincolato alle decisioni mutevoli dei vice presidenti Salvini e Di Maio;

le elezioni del 4 marzo 2018 hanno avuto un risultato complesso rendendo difficile la formazione del Governo, che ha richiesto 89 giorni, il periodo più lungo della storia repubblicana. Nel "contratto per il governo del cambiamento", l'anomala formula programmatica sulla quale si è basata la maggioranza Lega-M5S, le questioni inerenti alla politica economica sono risultate il frutto di un compromesso che ha portato nel giro di pochi mesi allo sforamento del rapporto deficit e Pil del 2,04 per cento;

la decisione del Governo di attuare un così imponente scostamento dei parametri di bilancio rispetto a quanto contenuto nel Def della primavera 2018 è stata giustificata dalla volontà di rilanciare i consumi interni attraverso misure di sostegno al reddito, i cui effetti sono alquanto discutibili;

in particolare, alcune misure attuate dal Governo attraverso iniziative legislative come i decreti-legge detti decreto dignità, decreto concretezza, decreto semplificazione e legge spazza corrotti non hanno comportato gli effetti benefici sperati dai proponenti;

inoltre, alcune iniziative proposte dal Governo nella legge di bilancio per il 2019 sono da considerarsi recessive e pericolose per la stabilità dei conti pubblici, in primis il reddito di cittadinanza, una misura costosissima e che andrebbe sostituita promuovendo un piano contro l'esclusione sociale che abbia l'obiettivo di ridurre la povertà attraverso una modularità di interventi sia di carattere monetario sia di carattere reale e che si fondi sull'introduzione di un reddito di dignità (imposta negativa sul reddito), che è dimostrato essere più efficace del reddito di cittadinanza, poiché non crea distorsioni nel mercato del lavoro, disincentiva comportamenti parassitari e implica una minore complessità burocratica, oltre ad essere culturalmente basato sul concetto di società attiva e non di società passiva;

il Governo italiano, il 18 dicembre 2018, rispondendo ai rilievi mossi dalla Commissione europea al disegno di legge di bilancio per il 2019, al fine di evitare l'avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, si è impegnato ad effettuare alcuni interventi utili a migliorare i saldi finali contenuti del bilancio dello Stato, in adesione ai rilievi formulati;

il Governo garantiva di poter recuperare consistenti risorse finanziarie, proprio basando le sue valutazioni tecniche sulla stima economico-finanziaria delle più qualificanti riforme a carattere sociale e previdenziale;

le modifiche introdotte a fine dicembre, quindi, hanno dovuto necessariamente tenere conto dell'evoluzione del quadro macroeconomico, che evidenziava un peggioramento conseguente anche al cattivo andamento del commercio internazionale;

il rallentamento del ciclo economico ha richiesto un aggiornamento delle previsioni di crescita dell'Esecutivo, passate dall'1,5 per cento all'1 per cento per il 2019, che incideva sui saldi di bilancio e sull'entità della correzione strutturale richiesta dal patto di stabilità e crescita;

nonostante le correzioni apportate a seguito delle richieste della Commissione europea, la manovra è finanziata largamente in deficit di bilancio, per il 2019 per 11,847 miliardi di euro, e quindi la Commissione europea provvederà ad ulteriori monitoraggi sul rispetto della regola del deficit, che potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia;

i titoli di Stato emessi da quando è in carica l'attuale Governo hanno visto crescere i tassi di interesse;

sulle emissioni successive al 1° giugno 2018 sono stati presi impegni per interessi per un ammontare di 8 miliardi di euro superiore ai tassi medi del 2017;

rispetto al quadro programmatico, le previsioni di crescita del Pil per il 2019 sono ulteriormente peggiorate, secondo il Fondo monetario internazionale e la Banca d'Italia, assestandosi tra lo 0,5 per cento e lo 0,6 per cento, la Commissione europea stima una crescita dello 0,2 per cento e che quindi al bilancio dello Stato verrebbero inevitabilmente a mancare tra i 4 e i 7 miliardi di euro di entrate;

alla luce della recessione in cui è entrato il nostro Paese e della necessaria revisione che andrà fatta dei conti pubblici per il 2019 e per gli anni successivi, in vista dei dati che continuano a registrare minori entrate rispetto alle previsioni, è improcrastinabile l'adozione da parte del Governo di provvedimenti urgenti volti alla neutralizzazione definitiva delle clausole di salvaguardia Iva finalizzati al contrasto del costo dei consumi che, qualora si verificassero, comporterebbero la contrazione degli stessi;

l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito;

in questo quadro, l'attività di bilancio (e non solo) del Governo dovrebbe porsi l'obiettivo di coniugare la sana gestione delle finanze pubbliche, soprattutto in questa particolare fase congiunturale, con l'adozione di politiche di sostegno alla ripresa economica e, nel medio termine, alle prospettive di crescita del nostro Paese;

un sistema economico solido e competitivo è infatti presupposto essenziale per finanze pubbliche sane e per un sentiero di riduzione del debito che sia sostenibile,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga che le politiche messe in atto dal Governo provochino gravi problemi al nostro Paese il quale, al contrario, necessita di strategie politico-economiche che consentano di attivare un circolo virtuoso, rappresentato da una significativa riduzione della tassazione, realizzata premiando i fattori produttivi, maggiori investimenti e consumi, maggiore crescita e minore deficit;

se non ritenga necessaria, come già accennato da autorevoli esponenti del Governo, una manovra aggiuntiva per porre rimedio al forte divario tra le previsioni e la realtà economica;

quando e come potranno essere neutralizzate le pesanti clausole di salvaguardia dell'Iva che ammontano ad oltre 23 miliardi di euro per il solo 2020, e che, quindi, a norme vigenti scatteranno tra 10 mesi.

(3-00625)