• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01448 (5-01448)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01448presentato daGALLINELLA Filippotesto diMartedì 12 febbraio 2019, seduta n. 124

   GALLINELLA, DEL SESTO e PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, il 10 gennaio 2019, ha deliberato di formulare alcune osservazioni in merito alla disciplina dei canoni delle concessioni demaniali marittime per le attività di pesca e acquacoltura, così come previsti, per le società cooperative e loro consorzi, dal decreto ministeriale n. 595 del 15 novembre 1995 e, per le imprese non costituite in forma cooperativa, dal decreto ministeriale del 19 luglio 1989;

   la disciplina in questione prevede oggi un regime di canoni i cui importi appaiono notevolmente differenziati in relazione alla natura giuridica del soggetto titolare di concessione, cioè a seconda che sia stata adottata la forma di cooperativa o di altra forma di impresa, a fronte della medesima attività svolta, costituita dalla pesca e dall'acquacoltura;

   con riguardo alle imprese in forma di cooperativa la disciplina è rinvenibile all'articolo 48, comma 1, lettera e), del regio decreto 8 ottobre 1931, n. 1604, tuttora in vigore. Il decreto legislativo n. 154 del 2004 ha invece escluso, per le società non cooperative, l'applicazione del canone meramente ricognitorio per le concessioni a uso acquacoltura;

   l'Autorità è già intervenuta sul tema con una segnalazione nel 2008, evidenziando la sperequazione di costi ingiustificata esistente per l'utilizzazione del demanio marittimo, a fronte della stessa attività svolta (pesca ed acquacoltura), a seconda che sia stata adottata la forma di cooperativa o di altra forma di impresa. Evidenziava altresì, a conferma di ciò, l'omogeneizzazione dei canoni operata in alcune realtà regionali;

   alcune regioni (il Friuli Venezia Giulia con legge regionale n. 22 del 2010, le Marche con legge regionale n. 16 del 2015 e la Sardegna con legge regionale n. 9 del 2018) hanno infatti temporaneamente «congelato» la questione, vista l'enormità dei canoni richiesti a imprese diverse da quelle cooperative, provvedendo all'equiparazione dei canoni dovuti sia dalle cooperative che dalle imprese non costituite in forma di cooperativa;

   la Conferenza delle regioni e delle province autonome ha ripetutamente chiesto al Governo, nel 2012 e nel 2015, un intervento volto a parificare gli importi dei suddetti canoni;

   lo stesso Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali pro tempore, in risposta a un'interrogazione parlamentare del 2012, rappresentava di aver proposto e sostenuto l'introduzione nei provvedimenti in materia di una norma volta a ricondurre i suddetti canoni alla misura ricognitoria anche per le imprese non cooperative;

   risulta che alcune decisioni del giudice amministrativo hanno accolto i ricorsi presentati da società concessionarie non cooperative avverso gli ordini di pagamento di importi dovuti a titolo di conguaglio del canone;

   nella recente presa di posizione, l'Autorità ha ribadito che la normativa in questione, nell'individuare canoni concessori notevolmente differenziati in ragione della sola natura giuridica del concessionario, è idonea a determinare distorsioni concorrenziali, non giustificate da esigenze generali e comunque non proporzionate rispetto ad esse, tra operatori che svolgono le medesime attività di pesca e acquacoltura. Ha auspicato un intervento del legislatore;

   la questione, di indubbio interesse per il settore, è stata da ultimo sollevata durante un'audizione in Commissione agricoltura della Camera da parte degli operatori dell'acquacoltura, in data 6 febbraio 2019;

   se il Governo sia a conoscenza delle esposte circostanze;

   se il Governo ritenga di adottare, con l'urgenza evidenziata dall'Autorità, iniziative normative atte a eliminare la denunciata disparità, a tutela della concorrenza e della parità di trattamento tra operatori del settore della pesca e dell'acquacoltura, nell'ottica di non penalizzare un intero comparto produttivo con l'imposizione di canoni elevatissimi.
(5-01448)