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Atto a cui si riferisce:
C.1485 Insegnamento di educazione alla cittadinanza come materia autonoma con voto, nei curricula scolastici di ogni ordine e grado
approvato con il nuovo titolo
"Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica"


FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3
                        Articolo 4
                        Articolo 5
                        Articolo 6

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 1485

PROPOSTA DI LEGGE
D'INIZIATIVA POPOLARE

Insegnamento di educazione alla cittadinanza come materia autonoma con voto, nei curricula scolastici di ogni ordine e grado

Presentata il 4 gennaio 2019

  Onorevoli Deputati! – Diviene sempre più urgente il recupero di una dimensione educativa che formi i giovani cittadini ai princìpi che consentono uno sviluppo civile della società italiana, nonché una conservazione e cura dei legami di coesione sociale, indispensabili per immaginare un futuro vivibile e uno sviluppo possibile per il nostro Paese. Nella scuola si assiste da anni a un progressivo indebolirsi del senso di responsabilità e del rispetto reciproco, che rende sempre più difficile il lavoro degli insegnanti e più faticoso l'apprendimento degli studenti, soprattutto di quelli più fragili. La necessità si dimostra, poi, ancora più pressante se poniamo mente alla crescita demografica garantita oggi dai cittadini immigrati e ai numerosi nati in Italia di seconda generazione. Imparare a essere cittadini è un obiettivo raggiungibile, il cui perseguimento non è più rinviabile.
  Un altro fattore di urgenza si è di recente manifestato con il crescente scollamento delle generazioni più giovani dal senso delle esperienze di guerra e di lotta al nazifascismo che hanno influito sulla storia dell'Italia quale oggi la conosciamo: ignoranza, superficialità, adesione a ricostruzioni verosimili e non vere sono soltanto alcune delle forme che ha assunto il distacco dei cittadini dalla storia della comunità cui appartengono. Si tratta, invece, di un legame fondante per qualunque esperienza di cittadinanza, che può e deve essere costruito, alimentato e custodito. Per farlo è necessario sottolineare il valore della memoria e l'affermazione dei concetti di pace, fratellanza e libertà nella costruzione della coscienza del bambino-cittadino. Il riconoscimento del valore del ricordo delle conquiste e dei sacrifici di chi ci ha preceduto muove dalla conoscenza delle nostre radici e della nostra identità: ciò che siamo stati, siamo e saremo. Non possiamo permetterci di affidare un mattone così importante della coesione sociale alla spontaneità estemporanea dell'educazione familiare o dei percorsi individuali di educazione non formale.
  La scuola è già molto attiva su questi temi e ha trovato un punto di forza anche nelle recenti indicazioni dei nuovi scenari nazionali, nel valore della trasversalità dell'idea di un'educazione alla cittadinanza. In questa prospettiva, deve essere un obiettivo che permea l'apprendimento di ogni disciplina e che è parte del corredo delle competenze dei nostri studenti.
  La scuola è, fin dalle riforme che la istituirono in Italia come scuola pubblica e poi dell'obbligo, il luogo dove si formano i cittadini e dove i piccoli cittadini – e sempre di più anche le loro famiglie – apprendono il vivere consociato in modo responsabile e attento. Sempre nuovi temi si affacciano a stimolare il bisogno educativo, come ad esempio l'educazione ambientale e quella digitale, strumenti di nuove forme di cittadinanza che consentono di abitare lo spazio della natura o quello digitale con la consapevolezza adeguata. Ad essi si affiancano il lavoro e la riflessione sulla relazione interpersonale, indispensabili per contrastare le dinamiche individualiste e solipsistiche che caratterizzano molti processi evolutivi oggi in atto in seno alle società contemporanee.
  La rapidità della diffusione delle conoscenze e della comunicazione, con conseguente contrazione dei tempi di elaborazione e di reazione, rende indispensabile l'acquisizione di strumenti conoscitivi e di temi nuovi, che non possono più contare sui tempi lenti dell'apprendimento informale che si sviluppa naturalmente nella vita quotidiana e familiare.
  Fin dalla scuola dell'infanzia è necessario apprendere la dimensione della cittadinanza, con i suoi diritti e i suoi doveri, che affianca lo sviluppo individuale e consente la piena realizzazione di sé. Essa, infatti, dovrebbe, secondo quanto è già disposto negli ordinamenti scolastici e contenuto in questa proposta di legge, articolarsi nella conoscenza della Costituzione, dei princìpi giuridici fondamentali, tra i quali in modo preminente il principio di eguaglianza con le sue declinazioni più urgenti, quali quella del contrasto della disparità di genere, di etnia e di religione, nonché il principio di legalità; nell'approfondimento del funzionamento delle istituzioni e nei rudimenti dei sistemi di governo, nonché delle regole e delle istituzioni europee; nella conoscenza degli elementi fondamentali del diritto, in particolare del diritto del lavoro. Non potrà, poi, mancare un segmento importante da dedicare all'educazione ambientale e a quella nuova forma di educazione civica che è l'educazione digitale. I cittadini tutti, ma in special modo i più giovani, frequentano, vivono e condividono con altri cittadini spazi virtuali di espressione di sé che impongono l'apprendimento di nuove possibilità e nuove regole. Nella basilare educazione all'ambiente, intesa anche come rispetto di sé, degli altri e della comunità in cui si vive, potranno altresì essere compresi l'educazione a un sano stile di vita mediante l'educazione alimentare e alla lotta allo spreco, l'attenzione al consumo dei beni fondamentali come acqua, terra e aria, nonché l'educazione alla felicità e al rispetto degli altri.
  L'educazione civica e la conoscenza dei princìpi che regolano la vita consociata sono state ritenute centrali fin dal 1958, quando Aldo Moro propose l'inserimento della disciplina dell'educazione civica nei curricula scolastici. Con alterne vicende, sotto forma di disciplina o come argomento di studio centrato sui temi della Costituzione e della cittadinanza, l'educazione civica è stata sempre presente nei programmi di studio dei cicli di insegnamento. Oggi occorre recuperare la centralità e la simbologia di questa materia di insegnamento e sottolineare con chiarezza che si tratta di un patrimonio di conoscenze e di strumenti indispensabile per poter realizzare se stessi e la propria natura di cittadini. Lo si potrà ottenere se, oltre a ispirare in modo trasversale le altre discipline curricolari, l'insegnamento di educazione alla cittadinanza diventerà materia autonoma e con voto indipendente nei curricula di entrambi i cicli didattici e quindi nelle scuole di ogni ordine e grado. La presenza di una materia con la sua valutazione chiarisce, infatti, la natura prioritaria del possesso di tali conoscenze e solleva l'educazione alla cittadinanza dalla condizione ancillare alla quale la condanna l'essere presente come articolazione dei programmi di storia o come argomento curricolare. L'ordinamento attuale, in vigore dal 2008, non garantisce, infatti, lo sviluppo delle competenze di cittadinanza e Costituzione, poiché esse sono affidate in modo generico a tutti i docenti e, in particolare, a quelli delle aree storico-geografica, filosofica e giuridica. Crediamo, pertanto, che debba essere affidato a una commissione ad hoc istituita presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nella quale possa essere integrato anche il punto di vista degli enti locali, il compito di: 1) individuare come modulare il monte orario e come introdurre l'insegnamento (se introducendo una nuova ora, oppure rimodulando il calendario e l'orario delle lezioni, ovvero se utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità – articolo 1 della legge n. 107 del 2015 – utilizzando opportunamente l'organico del potenziamento); 2) individuare le più adatte modalità di valutazione dell'apprendimento di questo insegnamento. È un tratto irrinunciabile della presente proposta di legge, infatti, la presenza di una valutazione che trasmetta chiaramente agli studenti e alle loro famiglie il senso e l'importanza, coralmente riconosciuti, dell'essere cittadini competenti e consapevoli della loro appartenenza alla comunità.
  Questa proposta di legge, che non vuole in nulla sminuire quanto già in opera negli ordinamenti scolastici, vuole esprimere il sentire comune a tanti sindaci e amministratori locali che avvertono tutta l'urgenza di operare per una maggiore diffusione del senso di appartenenza alla comunità dei cittadini e delle cittadine italiani. I comuni si mettono quindi a disposizione per accompagnare con progetti integrativi dell'offerta formativa l'introduzione dell'ora autonoma di educazione civica, soprattutto con riguardo alla conoscenza del funzionamento e del valore delle istituzioni locali.

PROPOSTA DI LEGGE
D'INIZIATIVA POPOLARE

Art. 1.

  1. Sono abrogati:

   a) l'articolo 1 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169;

   b) l'articolo 4, comma 9, e l'articolo 5, commi 6 e 9, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89;

   c) l'articolo 5, comma 1, lettera e), e l'allegato A, punto 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87;

   d) l'articolo 5, comma 1, lettera e), e l'allegato A, punto 2, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88;

   e) l'articolo 10, comma 7, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89.

Art. 2.

  1. È istituito l'insegnamento di educazione alla cittadinanza come disciplina autonoma con propria valutazione, nei curricula e nei piani di studio di entrambi i cicli di istruzione. Sono conseguentemente da ritenersi modificate, in armonia con quanto disposto dal presente comma, le disposizioni vigenti in materia di curricula, piani di studio e loro articolazione.
  2. Il monte ore necessario all'insegnamento di educazione alla cittadinanza, comunque non inferiore a 33 ore annue, ove non si preveda una modifica dei quadri orari che aggiunga l'ora di insegnamento di educazione alla cittadinanza, deve essere ricavato rimodulando gli orari delle discipline storico-filosofico-giuridiche.

Art. 3.

  1. È istituita, presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, una commissione che, sentiti il Comitato nazionale per l'attuazione delle Indicazioni nazionali e il miglioramento continuo dell'insegnamento e il Consiglio superiore della pubblica istruzione, assuma:

   a) il compito di elaborare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli obiettivi specifici di apprendimento per i diversi cicli di istruzione e di provvedere, entro il medesimo termine, alla corretta collocazione dell'insegnamento di educazione alla cittadinanza in seno ai curricula e ai piani di studio dei diversi cicli di istruzione, nonché di optare per l'aggiunta di un'ora ai curricula o per la sua individuazione nell'ambito degli orari di insegnamento di italiano, storia, filosofia e diritto, tenendo conto dei quadri orari e del numero delle materie per ciascun tipo di scuola;

   b) la decisione se optare per un'ora di nuova istituzione per l'insegnamento di educazione alla cittadinanza che si aggiunga in tutti o in alcuni cicli di istruzione e tipologie di indirizzo scolastico, o per un'ora da ricavare nell'ambito dei quadri orari già esistenti.

  2. Gli obiettivi specifici di apprendimento dell'insegnamento di educazione alla cittadinanza devono necessariamente comprendere nel corso degli anni: lo studio della Costituzione, elementi di educazione civica, lo studio delle istituzioni dello Stato italiano e dell'Unione europea, i diritti umani, l'educazione digitale, l'educazione ambientale, elementi fondamentali di diritto e di diritto del lavoro, l'educazione alla legalità, nonché i fondamentali princìpi e valori della società democratica, come i diritti e i doveri, la libertà e i suoi limiti, il senso civico e la giustizia.

Art. 4.

  1. L'insegnamento di educazione alla cittadinanza può essere affidato ai docenti abilitati nelle classi di concorso che abilitano per l'italiano, la storia, la filosofia, il diritto e l'economia.

Art. 5.

  1. Sono istituiti percorsi di formazione dei docenti e azioni di sensibilizzazione sui temi oggetto dell'insegnamento di educazione alla cittadinanza e in particolare sull'educazione digitale, ai sensi del comma 124 dell'articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107.
  2. È affidato ai comuni il compito di promuovere iniziative di integrazione dell'offerta formativa delle scuole e di supporto alla medesima, con particolare riguardo alla conoscenza del funzionamento delle amministrazioni comunali e dei loro organi.

Art. 6.

  1. Ove si opti per l'individuazione dell'ora di insegnamento di educazione alla cittadinanza nell'ambito degli orari di italiano, storia, filosofia e diritto, dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e le amministrazioni coinvolte svolgono le attività previste con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
  2. Nell'ipotesi in cui si opti per l'aggiunta di un'ora di insegnamento di educazione alla cittadinanza agli orari delle discipline storico-filosofico-giuridiche, i maggiori oneri sono posti a carico dei Fondi di riserva e speciali del bilancio dello Stato.