• Testo RISOLUZIONE CONCLUSIVA

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Atto a cui si riferisce:
C.8/00015 Risoluzione conclusiva 8-00015presentato daEMILIOZZI Mirellatesto diMartedì 29 gennaio 2019 in Risoluzione n. 7-00159 Emiliozzi: Sulla situazione dei diritti umani e delle...



Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00015presentato daEMILIOZZI Mirellatesto diMartedì 29 gennaio 2019 in

Risoluzione n. 7-00159 Emiliozzi: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea, nonché sullo sviluppo economico-culturale eritreo.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI RIUNITE

  Le Commissioni I e III,
   premesso che:
    con un referendum svoltosi sotto l'egida dell'ONU, nel 1993, l'Eritrea si è resa indipendente sotto la presidenza di Isaias Afewerki dopo una lunga fase di conflitti armati con l'Etiopia;
    il 9 luglio 2018 l'Eritrea ha siglato con l'Etiopia un nuovo accordo di pace e amicizia basato su cinque «pilastri»: la fine dello stato di guerra fra i due Paesi; la ripresa della cooperazione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza; la ripresa delle relazioni commerciali, economiche e diplomatiche; l'attuazione dell'accordo di Algeri sui confini; il reciproco impegno a lavorare per la pace regionale;
    l'accordo di pace è stato accolto con entusiasmo dall'ONU, dall'Unione europea, dagli Stati Uniti e dall'Unione Africana;
    all'accordo hanno fatto seguito alcuni importanti e storici avvenimenti: la riapertura dell'ambasciata dell'Eritrea ad Addis Abeba, avvenuta il 16 luglio 2018, a cui ha partecipato il Presidente eritreo Isaias Afewerki e il Primo ministro etiope Abiy Ahmed; le truppe etiopi ed eritree hanno iniziato a ritirarsi dal valico di confine di Bure, in concomitanza con la riapertura del collegamento stradale Serha-Zalambesa; il 18 luglio le compagnie di bandiera Eritrean Airlines, insieme all'Ethiopian Airlines, hanno ufficialmente riavviato i voli di linea verso le rispettive capitali;
    sempre a luglio, poi, il portavoce del Ministero degli esteri etiope, Meles Alem, ha fatto sapere che sono in corso lavori per consentire la riapertura dei collegamenti stradali fra l'Etiopia e il porto di Assab, sulla costa eritrea del Mar Rosso, dopo che il portavoce del governo Ahmed Shide aveva annunciato che Addis Abeba intende riaprire le due strade che collegano il paese alle città portuali di Assab e di Massaua;
    inoltre, ad agosto, i governi di Etiopia ed Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto un accordo per la costruzione di un oleodotto che collegherà la città eritrea di Assab con la capitale etiope Addis Abeba;
    il 5 settembre 2018 una nave cargo etiope ha attraccato nel porto eritreo di Massaua per la prima volta dopo venti anni, con l'obiettivo di caricare e trasportare 11 mila tonnellate di zinco estratto in Eritrea e destinato alla Cina;
    questa nuova fase si è aperta il 6 giugno 2018, quando il Primo ministro Abiy Ahmed ha recepito l'accordo di Algeri, stipulato nel 2000. Tale accordo prevedeva che Eritrea ed Etiopia, dopo la guerra del 1998-2000, avrebbero accettato le conclusioni della Commissione internazionale creata appositamente per definire la spartizione dei territori lungo il confine dei due Paesi;
    il regime sanzionatorio a cui l'Eritrea era stata sottoposta dal 2009 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in ragione del presunto sostegno di Asmara a gruppi armati e terroristici della regione per via dell'occupazione di alcune aree contese con Gibuti, più volte rinnovato, sebbene non siano mai emerse evidenze circa un effettivo sostegno del governo di Asmara ad attività terroristiche, è finalmente stato rimosso lo scorso novembre;
    la rimozione delle sanzioni era stata preceduta dal rapporto S/2017/925 redatto in sede ONU dal «Monitoring Group on Somalia and Eritrea», nel quale si leggeva che «il Gruppo, per il suo quarto mandato consecutivo, non ha riscontrato prove conclusive del supporto ad Al-Shabaab da parte dell'Eritrea»;
    allo storico accordo di pace del 9 luglio scorso ha fatto seguito un altrettanto storico accordo trilaterale tra Eritrea, Etiopia e Somalia, stipulato nel mese di settembre 2018 ad Asmara. Tale accordo mira alla realizzazione di un partenariato regionale, attraverso investimenti in progetti congiunti e con l'ambizioso obiettivo dell'apertura delle frontiere alla libera circolazione di beni e persone;
    questa nuova stagione nelle relazioni tra i Paesi del Corno d'Africa apre la strada a nuove prospettive di cooperazione con l'Italia, anche nel settore della cultura;
    l'11-12 settembre 2018 il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte è stato il primo leader occidentale a recarsi in visita ufficiale in Eritrea, oltre che in Etiopia;
    il ruolo dell'Italia nella regione è stato oggetto dell'incontro avvenuto il 24 ottobre 2018 a Roma tra il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano e gli omologhi di Eritrea ed Etiopia, mentre il 21 gennaio 2019, il Presidente Conte, dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il primo ministro della Repubblica federale democratica di Etiopia, Abiy Ahmed, aveva affermato che: «Finanzieremo uno studio di fattibilità per finanziare le più importanti infrastrutture di cui l'Etiopia necessita e ci faremo latori del coinvolgimento delle più importanti istituzioni finanziarie internazionali, perché ricevano il sostegno economico che meritano»;
    dal 3 al 10 dicembre 2018 la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, ha compiuto una importante missione nel Corno d'Africa, nello specifico in Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, incontrando i leader dei rispettivi Paesi al fine di esplorare concrete piste di lavoro per il rafforzamento della collaborazione;
    il 22 gennaio 2019, su impulso della Viceministra Emanuela Del Re, è nata la rete delle università italiane per il Corno d'Africa, una piattaforma accademica (aperta anche ad altre università che vorranno aderirvi) il cui obiettivo è rafforzare la ricerca, la formazione e la cooperazione inter-universitaria in quell'area del mondo;
    il 23 gennaio 2019 la Viceministra Emanuela Del Re ha ribadito l'importanza e il ruolo dell'Italia nel processo di pace in corso affermando che: «Il nostro Paese, co-chair dell'IGAD Partners Forum (Inter-Governmental Authority on Development), che riunisce i principali donatori dell'organizzazione regionale del Corno d'Africa, è consapevole che solo un approccio integrato e inclusivo può rivelarsi efficace per affrontare sfide comuni – traffici illeciti, terrorismo, cambiamenti climatici, movimenti migratori – con un evidente carattere transnazionale. D'altro canto, una progressiva integrazione economica della regione potrebbe avere ripercussioni positive sui tassi di crescita di questi Paesi, contribuendo per questa via a ridurre la pressione migratoria»;
    con particolare riferimento all'Eritrea, da un lato persistono forti preoccupazioni per la situazione dei diritti umani, in particolare per la mancanza di progressi sostanziali su questioni come arresti e detenzioni arbitrari, libertà di espressione, associazione e riunione, libertà di religione o credo, obbligo del servizio militare permanente per tutti gli uomini e le donne dai 18 anni ai 50 anni, con conseguente difficoltà a ottenere un passaporto per le persone comprese in tale fascia di età;
    dall'altro va dato atto di alcuni positivi sviluppi, riconosciuti nel Joint Statement dell'Unione europea pronunciato nel giugno 2018 in Consiglio diritti umani in occasione del dialogo interattivo con la Relatrice speciale sull'Eritrea, in particolare, l'accettazione del Governo di Asmara di ricevere nel Paese le visite ufficiali da parte dell'ufficio dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (OHCHR), nonché la volontà espressa dall'Eritrea di impegnarsi in un dialogo sui diritti umani con Paesi terzi,

impegnano il Governo:

   a supportare attivamente il processo di riconciliazione nel Corno d'Africa;
   a sostenere, a livello bilaterale e multilaterale, la promozione e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché la necessità dell'attuazione di riforme da parte dell'Eritrea, nel pieno rispetto dei principi di non ingerenza e di sovranità nazionale, in particolare adottando iniziative per:
    a) raccomandare l'attuazione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti;
    b) rappresentare all'Eritrea la necessità di modificare la legge sulla coscrizione obbligatoria;
    c) consentire l'accesso nel Paese del Relatore speciale del Consiglio diritti umani, stabilendo con lo stesso una proficua collaborazione;
    d) adottare misure per garantire il diritto di proprietà conformemente agli standard internazionali in materia;
   ad assumere iniziative per accompagnarne la crescita economica e lo sviluppo sostenibile della regione;
   ad assumere iniziative per rafforzare le relazioni commerciali con Eritrea, Etiopia e Somalia, anche in un'ottica di promozione di un futuro spazio di libero scambio e d'integrazione regionale nel Corno d'Africa;
   ad assumere iniziative per concentrare l'azione politica verso lo sviluppo di una dinamica di cooperazione «win-win» con l'Eritrea, sia nel settore industriale che in quello degli investimenti, anche attraverso progetti infrastrutturali per favorire la modernizzazione dei collegamenti nei Paesi del Corno d'Africa, la realizzazione di installazioni per la produzione di energia, con particolare riguardo alle fonti rinnovabili, nonché il rilancio di azioni concrete che promuovano dinamiche di sviluppo sostenibili e inclusive;
   ad assumere iniziative per sviluppare una collaborazione nel campo della cultura al fine di favorire una migliore conoscenza reciproca della vivacità creativa passata e presente dei popoli dei Paesi della regione, con particolare attenzione ai settori dell'istruzione e della formazione professionale, quali opportunità per le giovani generazioni;
   a valutare il riconoscimento della protezione internazionale a chi ne abbia i requisiti secondo la normativa nazionale in vigore e a seguito di esame da parte della Commissione Territoriale competente;
   ad attivarsi in ogni sede affinché, anche mediante processi di cooperazione internazionale e in un'ottica di responsabilità condivisa, vengano intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti e, nello specifico, esaminate e rimosse le cause che portano i cittadini eritrei ad abbandonare il proprio paese ad essere vittime dei trafficanti di esseri umani.
(8-00015) «Emiliozzi, Macina, Formentini, Sabrina De Carlo, Comencini».