• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00163 (7-00163) «Orsini, Gelmini, Valentini, Carfagna, Cappellacci, Napoli, Fitzgerald Nissoli».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00163presentato daORSINI Andreatesto diMartedì 29 gennaio 2019, seduta n. 116

   La III Commissione,

   premesso che:

    il Venezuela vive da anni una grave crisi economica, politica ed umanitaria. Il collasso economico, insieme alla mancanza di libertà e del rispetto dei più elementari diritti civili e democratici, ha spinto l'opposizione parlamentare a manifestare nel Paese con la recente destituzione de facto del Presidente Maduro e l'autoproclamazione a Presidente «pro-tempore» da parte di Juan Guaidò, Presidente dell'Assemblea nazionale;

    l'opposizione è rimasta la sola espressione legittima e il Parlamento l'unico organismo istituzionale eletto liberamente e costituzionalmente dai cittadini venezuelani; il fatto di aver dichiarato nei giorni scorsi «illegittimo» il Parlamento da parte del Tribunale supremo controllato dal presidente Maduro, ha rappresentato quello che appare ai firmatari del presente atto l'ultima scelta azzardata e scellerata del Governo, con il rischio di portare il Paese nel baratro e di andare incontro a un pesante conflitto civile;

    il Paese sudamericano, che negli anni Settanta risultava tra i più ricchi del mondo e ai vertici di tutte le statistiche mondiali, oggi è ridotto ad essere un Paese in cui un decimo della popolazione è scappato, il 90 per cento vive sotto i livelli di dignità, la maggior parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà, senza assistenza sanitaria e medicinali, la maggioranza dei bambini non va più a scuola, mentre la produzione petrolifera, rimasta la sola risorsa economica del Paese, è scesa da 3 milioni di barili a 900.000; il regime venezuelano di Maduro ha gravemente limitato le libertà politiche del suo popolo e generato una crisi economica che ha portato a condizioni di miseria ormai insopportabili e diffusa in un Paese dalle grandi potenzialità economiche;

    in questi ultimi anni sono intervenute numerose autorità internazionali, dall'Onu all'Organizzazione degli stati americani, dal Mercosur fino alla principale risorsa spirituale del Paese, la Chiesa cattolica e la Conferenza episcopale, che ha tentato di instaurare un dialogo nazionale tra il Governo e l'opposizione, supportata dal Vaticano e dai mediatori internazionali, con l'obiettivo di trovare una via d'uscita dalla crisi; tutti tentativi falliti a causa della mancanza di serietà delle autorità venezuelane, che hanno cercato esclusivamente di guadagnare tempo e ritrovare un proprio riconoscimento internazionale;

    l'Unione europea insieme ad altri organismi democratici, non ha riconosciuto né le elezioni presidenziali di Maduro, né quelle dell'Assemblea nazionale costituente, né le autorità insediatesi con tali processi illegittimi;

    il Parlamento europeo, con la recente risoluzione approvata il 25 ottobre 2018 sulla situazione in Venezuela (2018/2891(RSP)), ha affermato che la comunità internazionale non accetterà i risultati elettorali se i leader dell'opposizione continueranno a rimanere in carcere e se ai partiti politici sarà ancora vietato di partecipare a libere elezioni;

    la situazione che si è determinata in Venezuela, dopo anni di sistematiche violazioni delle libertà democratiche, è seguita con grande preoccupazione dalla comunità internazionale;

    è necessario garantire il diritto del popolo venezuelano di decidere liberamente il proprio futuro e di scegliere democraticamente la guida politica del Paese; molti Paesi si sono da subito schierati in appoggio alle centinaia di migliaia di venezuelani e a coloro che in questi anni si sono battuti con coraggio, sacrificio e sofferenza per restaurare la libertà in Venezuela contro il regime chavista;

    occorre che l'Unione europea sostenga in modo chiaro e univoco il ripristino della democrazia in Venezuela, scongiurando il pericolo di una guerra civile e assumendo una posizione comune e condivisa, al di là delle singole dichiarazioni da parte di Paesi membri;

    grande è anche la preoccupazione che l'uso della forza e gli atti di violenza, compiuti in questi giorni dalle forze di sicurezza ai danni di cittadini venezuelani, che chiedono la restaurazione della legalità democratica, degeneri ulteriormente, con il pericolo di una vera guerra civile, inasprendo la repressione e traducendosi in ulteriori e drammatiche esplosioni di violenza ai danni della popolazione;

    il Presidente del Consiglio europeo Tusk si è espresso in favore di un sostegno dell'Unione europea alle forze democratiche del Venezuela e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Mogherini ha sollecitato «con forza la tenuta urgente di elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili»; dichiarazioni cui hanno fatto seguito quelle congiunte di Spagna, Francia e Germania, che danno un «ultimatum» a Maduro per la convocazione di nuove elezioni, «entro 8 giorni», in mancanza delle quali i tre Paesi europei seguiranno i numerosi altri Paesi nel riconoscimento di Juan Guaidò, quale legittimo presidente ad interim del Venezuela; identico messaggio è arrivato dal Regno Unito;

    il Venezuela accoglie la terza comunità italiana in ordine di importanza in tutto il Sudamerica e, se si calcolano anche i discendenti, tale comunità supera i due milioni di persone; ciò sollecita una particolare attenzione da parte del nostro Paese all'evolversi della situazione del Venezuela in riferimento alla sicurezza dei tanti cittadini italiani o di origine italiana che vivono nel Paese sudamericano,

impegna il Governo:

   ad assumere una posizione univoca, in linea con quella delle altre maggiori nazioni europee;

   ad operare in sede europea per un atteggiamento comune dell'Unione, che sostenga con forza la legittima espressione democratica del popolo venezuelano rappresentata dal Parlamento, negando quindi ogni ulteriore riconoscimento all'illegale regime di Maduro e appoggiando la necessità di ripristinare i diritti civili e democratici, compreso il sostegno alla richiesta di immediate elezioni libere nel Paese sudamericano;

   ad attivarsi per prestare immediatamente soccorso ai connazionali italiani in pericolo, per favorire l'ingresso senza impedimenti di aiuti umanitari nel Paese, al fine di evitare che la crisi umanitaria e sanitaria si aggravi ulteriormente.
(7-00163) «Orsini, Gelmini, Valentini, Carfagna, Cappellacci, Napoli, Fitzgerald Nissoli».