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Atto a cui si riferisce:
C.5/01330 (5-01330)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 gennaio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-01330

  Rispondo al question time in discussione in merito all'incremento delle potenzialità del settore idroelettrico – e dei relativi stoccaggi – in relazione agli obiettivi del Piano energia clima 2030.
  Premetto, innanzitutto, che il Piano inviato alla CE sarà oggetto di approfondimento a seguito della consultazione pubblica, in programma a breve, e del dialogo istituzionale con il Parlamento, oltre che delle raccomandazioni della stessa CE, attese entro il prossimo giugno.
  Nello specifico, in merito all'uso dei sistemi di stoccaggio idroelettrico, la proposta di piano evidenzia che la forte penetrazione delle rinnovabili richiederà prima di tutto un incremento dell'utilizzo degli impianti di pompaggio esistenti, ma anche nuovi impianti della stessa tipologia. In proposito, il Piano riconosce quanto gli impianti di pompaggio rappresentino un'importante risorsa ai fini dell'adeguatezza, oltre che della sicurezza e flessibilità del sistema, essendo in grado di fornire nelle ore di più alto carico la massima capacità disponibile, assicurata dal riempimento degli invasi a monte con pompaggio programmato nelle ore di basso carico.
  La proposta di Piano rimarca che già nel medio periodo (2023 circa) saranno necessari nuovi sistemi di accumulo per quasi 1000 MW in produzione, tra idroelettrico ed elettrochimico. Le stime preliminari per il 2030 riportate nel documento indicano – anche in funzione di contenimento dell’overgeneration da rinnovabili intorno a 1 TWh – un fabbisogno pari a circa 6000 MW tra pompaggi ed elettrochimico a livello centralizzato, aggiuntivi agli accumuli distribuiti.
  Quanto, in particolare, all'apporto energetico da idroelettrico al 2030, si conferma che il piano prevede una crescita contenuta della potenza aggiuntiva: ciò è motivato, riguardo al grande idroelettrico, con la circostanza che si tratta di una risorsa in larga parte già sfruttata, alla quale, tuttavia, si attribuisce grande rilievo strategico per gli obiettivi 2030 e di più lungo periodo, rimarcando la necessità di preservare e incrementare la produzione. Per il piccolo idroelettrico il potenziale sfruttabile è stimato contenuto – nel caso di impianti che effettuano prelievi aggiuntivi dai corpi idrici – anche a causa degli impatti negativi rispetto agli obiettivi di qualità ambientale degli stessi corpi idrici.
  Tuttavia, il documento conferma l'importanza di semplificare i processi di repowering e revamping degli impianti esistenti e di promuoverne la realizzazione, proprio considerando la difficoltà di ampliare la potenza installata. Le previsioni di moderata crescita della produzione idroelettrica sono, dunque, il risultato di un impulso all'incremento di producibilità degli impianti, che dovrebbe compensare le riduzioni di producibilità conseguenti agli effetti congiunti della concorrenza degli altri usi delle acque e dei cambiamenti climatici.
  Tali orientamenti trovano corrispondenza e coerenza nella disposizione normativa approvata in Commissione nell'ambito della conversione del DL semplificazioni, in base alla quale le Regioni dovranno disciplinare le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua a scopo idroelettrico, stabilendo, tra l'altro, i miglioramenti minimi da raggiungere in termini energetici, di potenza di generazione e di producibilità. Quanto rappresentato è stato previsto con riferimento agli obiettivi strategici nazionali in materia di sicurezza energetica e fonti energetiche rinnovabili, compresa la possibilità di dotare le infrastrutture di accumulo idrico per favorire l'integrazione delle stesse energie rinnovabili nel mercato dell'energia.