• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01308 (5-01308)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01308presentato daDE CARLO Lucatesto diVenerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114

   LUCA DE CARLO, CARETTA, CIABURRO e SILVESTRONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   la specie lupo (Canis lupus) è specie protetta a livello comunitario ai sensi della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, e della flora e della fauna selvatiche, la cosiddetta direttiva habitat, e particolarmente protetta, anche sotto il profilo sanzionatorio, a livello nazionale ai sensi dell'articolo 2 della legge statale n. 15 del 1992;

   in Italia il lupo è stato considerato specie protetta a partire dagli anni settanta, e il regime di protezione ha permesso alla specie una rapida espansione, favorita anche dall'assenza di nemici naturali e di grande disponibilità di animali selvatici, rappresentata soprattutto dal patrimonio di ungulati, frutto di una oculata gestione da parte del mondo venatorio e dalla presenza degli animali da allevamento nei periodi di alpeggio;

   nonostante il lupo sia specie protetta, la direttiva 92/43/CEE, all'articolo 16, prevede per gli Stati membri la possibilità di richiedere una deroga per intervenire sulle popolazioni di animali selvatici in determinati casi, a determinate condizioni e con specifiche modalità;

   in applicazione di tale articolo, alcuni Stati membri dell'unione europea, come ad esempio la Spagna, la Francia e la Svezia hanno implementato dei piani di monitoraggio e gestione del lupo, arrivando anche agli abbattimenti nei casi in cui la consistenza delle popolazioni di selvatici andava oltre la capacità portante del territorio, oppure creava ingenti danni alle attività antropiche come l'allevamento;

   gli agricoltori, gli allevatori e chi a vario titolo vive ed esercita le sue attività nelle nostre montagne percepisce una sconfortante sensazione di abbandono da parte delle istituzioni;

   se il Governo non attiverà tempestivamente misure efficaci per rendere compatibile la presenza del lupo con le attività umane esercitate in ambienti fortemente antropizzati, come ad esempio la Lessinia, l'Altopiano dei sette Comuni, alcune zone del bellunese, del Piemonte e dell'Appennino laziale, in breve tempo si potrà assistere ad un incremento esponenziale di deplorevoli episodi di bracconaggio o di azioni di «difesa fai da» da parte di cittadini esasperati, vittime di ripetute predazioni da parte dei lupi e vittime delle istituzioni che sembrano averli abbandonati al loro destino –:

   se il Governo non ritenga di assumere iniziative per adottare con urgenza un piano di gestione del lupo, così come previsto dalle direttive comunitarie, che preveda il monitoraggio delle popolazioni, il censimento su basi scientifiche e il contenimento, anche tramite gli abbattimenti, dei soggetti in esubero tramite personale specializzato ed esplicitamente autorizzato dalle autorità competenti.
(5-01308)