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Atto a cui si riferisce:
C.1/00109    premesso che:     secondo i dati Istat, sia per i fitofarmaci che per i fertilizzanti di sintesi chimica il trend dei quantitativi d'impiego dal 2006 ad oggi è in...



Atto Camera

Mozione 1-00109presentato daLOLLOBRIGIDA Francescotesto diVenerdì 25 gennaio 2019, seduta n. 114

   La Camera,

   premesso che:

    secondo i dati Istat, sia per i fitofarmaci che per i fertilizzanti di sintesi chimica il trend dei quantitativi d'impiego dal 2006 ad oggi è in diminuzione, mentre in un meccanismo di compensazione è aumentato l'uso di fertilizzanti di origine organica;

    l'Italia, a differenza di altre agricolture europee, è caratterizzata dalla presenza di un'ampia varietà di produzioni ortofrutticole, per le quali la lotta ad avversità e malattie richiede un maggior ricorso all'uso di prodotti fitosanitari;

    l'Italia è la prima nazione in Europa per numero di produttori biologici e il secondo per superficie investita a biologico e conserva un primato in termini di biodiversità agricola ed ambientale;

    l'evoluzione del modello italiano di agricoltura va verso una sostenibilità ambientale sempre più spinta;

    le ragioni sono dovute, come evidenziato anche dai rapporti Istat sull'uso dei mezzi di produzione, dall'ampia adesione degli agricoltori alle misure agroambientali della politica agricola comune, all'introduzione di tecniche agronomiche innovative meno impattanti sull'ambiente, all'entrata in vigore del piano per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (di attuazione della direttiva 2009/128/CE) ed all'attuazione della direttiva nitrati per i fertilizzanti;

    l'adozione di buone pratiche agronomiche ha contribuito a ridurre l'impiego di tali prodotti, nel loro complesso;

    in ogni caso l'uso di tali mezzi di produzione in termini quantitativi è legato alle specifiche condizioni climatiche, anche stagionali, territoriali ed ambientali, e alla specificità delle colture rispetto alle quali viene esercitata l'attività agricola;

    l'Unione europea, ormai da anni, riserva al tema dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari una grande attenzione, come evidenziato dall'adozione della direttiva 2009/128/CE del Parlamento e del Consiglio del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, applicata in Italia con il piano nazionale in corso di aggiornamento;

    proprio in questa settimana iniziano gli incontri del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo di consultazione con le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative del settore, per confrontarsi sulle modifiche che si rendono necessarie a distanza di qualche anno dalla sua applicazione;

    il 16 gennaio 2019 il Parlamento europeo ha votato una risoluzione sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi, in cui si prevede che: siano resi pubblici gli studi utilizzati nella procedura di autorizzazione di un pesticida, compresi tutti i dati e le informazioni a sostegno delle domande di autorizzazione; i richiedenti siano tenuti a registrare tutti gli studi regolamentari eseguiti in un registro pubblico e che la procedura di autorizzazione consenta un «periodo per le osservazioni», per tenere conto di tutte le informazioni pertinenti prima che sia presa una decisione; sia rivalutata la cancerogenicità del glifosato, fissando livelli massimi di residui per i suoli e le acque superficiali; la Commissione europea svolga uno studio epidemiologico sull'impatto reale dei prodotti fitosanitari sulla salute umana; l'Unione europea stimoli l'innovazione e promuova la commercializzazione di pesticidi a basso rischio; la Commissione europea assegni la valutazione delle domande di rinnovo dell'autorizzazione di un pesticida ad uno Stato membro diverso da quello responsabile delle precedenti valutazioni;

    la risoluzione del Parlamento europeo evidenzia, inoltre, la necessità di garantire la responsabilità politica dell'adozione degli atti di esecuzione nell'ambito della cosiddetta «procedura di comitatologia» e la Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero, quindi, fornire resoconti dettagliati e rendere pubblici i loro voti;

    già con il regolamento (CE) n. 1107/2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE, è stabilito che non possono più essere immessi in commercio prodotti fitosanitari che siano cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione, privi di proprietà d'interferente endocrino, a meno che l'esposizione degli esseri umani a tale sostanza attiva, antidoto agronomico o sinergizzante presente in un prodotto fitosanitario, nelle condizioni realistiche d'uso proposte, sia trascurabile, vale a dire che il prodotto sia utilizzato in sistemi chiusi o in altre condizioni che escludono il contatto con esseri umani (ad esempio, per l'agricoltore tramite l'uso di dispositivi di protezione individuali indicati sull'etichetta del formulato) e in cui i residui della sostanza attiva, dell'antidoto agronomico o del sinergizzante in questione negli alimenti e nei mangimi non superino il valore di default stabilito dalla legislazione vigente;

    il cambiamento climatico in atto sta, però, portando nuovi parassiti ed una maggiore aggressività di alcune patologie delle piante, come si riscontra osservando la situazione nel nostro Paese con gli attacchi di Drosophila suzukii e della cimice asiatica, tanto per citare qualche esempio;

    nel contempo, non si possono escludere dal mercato sostanze attive senza individuare delle alternative percorribili per le imprese agricole, creando dei vuoti nella difesa fitosanitaria, e lasciare le colture esposte ad avversità e parassiti con danni economici rilevanti;

    l'obiettivo semmai è quello di sostituire progressivamente le sostanze attive di sintesi chimica, per quanto possibile, con sostanze attive di origine naturale (cosiddetti bio based products) che vadano ad arricchire la «cassetta degli attrezzi» della produzione integrata e dell'agricoltura biologica nel difendere le colture,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per finanziare un programma di ricerca di lungo periodo che consenta di avere i dati sperimentali necessari, perché le società produttrici di prodotti fitosanitari abbiano interesse a registrare nuove molecole a basso impatto ambientale e per la salute umana, anche di origine naturale;

2) a richiedere, in sede europea, una maggiore trasparenza nelle procedure di autorizzazione dei prodotti fitosanitari, anche mediante l'adozione di un registro pubblico che renda accessibili i dati degli studi sperimentali effettuati per la registrazione dei fitofarmaci;

3) a porre in essere iniziative volte a sostenere la promozione dei consistenti controlli di qualità a cui sono sottoposti i prodotti italiani, garanzia di qualità a paragone delle altre filiere agroalimentari europee, nel quadro di una promozione del settore agroalimentare italiano e del sistema del made in Italy che contempli efficaci controlli sull'uso dei prodotti fitosanitari;

4) ad assumere iniziative volte a rafforzare e potenziare i controlli nell'ottica di una maggiore tutela del consumatore finale;

5) ad assumere decisioni volte alla tutela del cittadino, nella piena considerazione delle più evolute conoscenze scientifiche disponibili, basandosi su pareri di autorità preposte e prendendo le distanze da possibili influenze ideologiche;

6) a rafforzare ulteriormente i controlli sui prodotti di importazione per tutelare la filiera produttiva e garantire alti standard di qualità.
(1-00109) «Lollobrigida, Luca De Carlo, Caretta, Ciaburro, Butti, Foti, Trancassini, Acquaroli, Bellucci, Bucalo, Cirielli, Crosetto, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Fidanza, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Meloni, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Varchi, Zucconi».