• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/01129 DE POLI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che: il presidente della Regione Veneto Zaia ha dichiarato lo stato di crisi con decreto del presidente della Giunta...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-01129 presentata da ANTONIO DE POLI
mercoledì 23 gennaio 2019, seduta n.082

DE POLI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:

il presidente della Regione Veneto Zaia ha dichiarato lo stato di crisi con decreto del presidente della Giunta regionale n. 88/2018, ai sensi delle leggi regionali n. 4 del 1997 e n. 11 del 2001, e successive modificazioni, in risposta ai gravi danni susseguitisi ai nubifragi ed ai venti di particolare intensità verificatisi nei giorni 21 e 22 luglio 2018 a Padova;

le perdite complessive stimate in circa 5,8 milioni di euro riguardano migliaia di alberi caduti, auto distrutte, strade e case allagate inagibili con danni onerosi ed irreversibili;

la medesima dichiarazione di stato di crisi è stata riconosciuta anche ad alcuni Comuni dei territori delle province di Padova (Piacenza d'Adige e Villanova di Camposanpiero) e ad altre come Rovigo, Treviso e Verona (decreto del presidente della Giunta regionale n. 84/2018) in conseguenza dei danni avuti per le eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nei giorni 16 e 17 luglio 2018;

con decreto del presidente della Giunta regionale n. 103/2018, agli atti della Regione Veneto, risulta altresì dichiarato lo stato di crisi per i territori comunali di Verona, San Pietro in Cariano, Negrar, Colognola ai Colli, San Martino Buon Albergo, Zevio, Belfiore, Soave, Monteforte d'Alpone, Cazzano di Tramigna, Illasi, tutti della provincia di Verona;

considerato che:

il Consiglio dei ministri, nella seduta del 17 gennaio 2019, ha invece deliberato lo stato di emergenza (in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nei giorni 16 e 17 luglio e 1° e 2 settembre 2018) per i soli Comuni ubicati nei territori elencati da ultimo;

il Governo ha di fatto disconosciuto l'istruttoria posta a base della richiesta dei benefici economici chiesti dalla città di Padova, escludendo il titolo di diritto alla dichiarazione di stato di emergenza;

Padova rimane la sola esclusa a tutti gli effetti da ogni tipo di sostegno, nonostante si trattasse di cifre risarcitorie minime, come si apprende da fonti stampa che parlano per Padova di contributi che ammonterebbero a 500 milioni di euro residui rispetto al conto generale;

il comportamento a giudizio dell'interrogante ingiustificatamente punitivo da parte delle istituzioni avverso i cittadini e le piccole imprese di Padova, considerati di "serie B" rispetto a tutti gli altri, rischia di legittimare la disaffezione civica in un contesto territoriale che è invece molto sensibile alla valorizzazione del capitale umano in ogni circostanza;

tenuto conto che:

i cittadini e le piccole imprese di Padova non sono rientrati in nessun elenco fra i beneficiari degli aiuti previsti a sostegno di spese per eventi meteorologici imprevedibili ed avversi, ma si sono attivati fronteggiando in primis l'emergenza con le proprie dotazioni disponibili e solo dopo si sono potuti avvalere dell'aiuto di volontari ed enti preposti;

l'esclusione, a giudizio dell'interrogante assolutamente discrezionale e tecnicamente selettiva in modo immotivato, risulta discriminatoria a fronte di medesime comuni cause giuridiche (effetti climatici che si presentano nelle forme più estreme, nubifragi, grandinate, alluvioni in inverno, siccità e desertificazioni in estate);

l'impegno proattivo, come da procedure giuridiche richieste, si è poi riconfermato nell'espletamento degli oneri burocratici di presentazione di stime tecniche, preventivi, perizie particolari e moduli specifici ai fini della partecipazione alle rendicontazioni delle istruttorie sui costi di competenza degli enti locali e organi di sicurezza,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda promuovere per Padova iniziative adeguate ed immediate tali da garantire in primis il recupero delle somme di pertinenza;

se non ritenga opportuno, per il futuro, avvalendosi delle prerogative e della discrezionalità sulla previsione e gestione degli interventi straordinari riconosciuta alla Presidenza del Consiglio dei ministri, di intervenire con atti valutativi propri e con stanziamenti necessari anche in casi ritenuti diversamente valutati o non proposti dal capo del Dipartimento della protezione civile;

se non ritenga che vada assolutamente scoraggiata la prassi secondo cui, in casi di calamità naturali o di gravi necessità, il Ministero dell'interno utilizza a modo di bancomat fondi nazionali a totale carico dei cittadini anziché ricorrere ad un uso sincrono e ben pianificato dei fondi UE previsti.

(4-01129)