• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01276 (5-01276)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01276presentato daFORNARO Federicotesto diMartedì 22 gennaio 2019, seduta n. 111

   FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   il caporalato è una piaga che continua ad affliggere il settore agricolo italiano, strettamente connesso al fenomeno delle migrazioni;

   il caporalato è reato dal 2011, quando l'articolo 12 del decreto n. 138 del 2011 ha introdotto una pena che va dai 5 agli 8 anni di reclusione. Successivamente, la legge n. 199 del 2016 ha introdotto nuovi strumenti penali, come la confisca dei beni, come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l'arresto in flagranza e la responsabilità del datore di lavoro;

   secondo le stime dell'ultimo «Rapporto agromafie e caporalato» pubblicato nel luglio 2018 dall'Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil, il business del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura vale 4,8 miliardi di euro, mentre 1,8 miliardi sono di evasione contributiva;

   il protocollo contro il caporalato, firmato il 27 maggio 2016, e che aveva come finalità principale quella di sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale anche attraverso politiche di accoglienza e integrazione, è scaduto, con le sue relative risorse, il 31 dicembre 2017;

   nel decreto n. 119 del 2018 è stata prevista l'istituzione del «Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura»;

   il 17 gennaio 2019 la squadra mobile di Latina ha arrestato sei italiani per violazione della normativa sul caporalato. Circa 400 stranieri, prevalentemente romeni e nordafricani, erano finiti nella rete di sfruttamento della Agri Amici Società Cooperativa di Sezze, una cooperativa di copertura, che nascondeva in realtà una vera e propria organizzazione di schiavitù. A notte fonda i braccianti stranieri venivano ammassati anche in venti in furgoni adibiti al trasporto di otto o dieci persone, poi venivano portati nei campi del Pontino a raccogliere kiwi o prugne per otto o dieci ore consecutive per una paga di 4,50 euro rispetto ai 12 euro previsti dal contratto per un numero di ore dichiarato di molto inferiore a quelle effettive;

   il Governo ha emanato un avviso pubblico in cui si stanziano 23 milioni di euro per la lotta allo sfruttamento in agricoltura –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere, di concerto con gli altri Ministeri interessati e con le regioni, per combattere il caporalato, investendo, in particolar modo, nella prevenzione del fenomeno.
(5-01276)