• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.3/00518 RENZI, ALFIERI, MARCUCCI, GIACOBBE, PINOTTI, MALPEZZI, VALENTE, COLLINA, FERRARI, BINI, CIRINNA', ROSSOMANDO, ASTORRE, BELLANOVA, BITI, BOLDRINI, CERNO, COMINCINI, CUCCA, D'ALFONSO,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00518 presentata da MATTEO RENZI
giovedì 17 gennaio 2019, seduta n.080

RENZI, ALFIERI, MARCUCCI, GIACOBBE, PINOTTI, MALPEZZI, VALENTE, COLLINA, FERRARI, BINI, CIRINNA', ROSSOMANDO, ASTORRE, BELLANOVA, BITI, BOLDRINI, CERNO, COMINCINI, CUCCA, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FARAONE, FEDELI, FERRAZZI, GARAVINI, GRIMANI, IORI, LAUS, MANCA, MAGORNO, MARGIOTTA, MARINO, MESSINA Assuntela, MISIANI, PARRINI, PATRIARCA, PITTELLA, RAMPI, ROJC, SBROLLINI, STEFANO, SUDANO, TARICCO, VATTUONE, VERDUCCI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa. - Premesso che:

nel luglio 2014 Abu Bakr al-Baghdadi ha proclamato la nascita dello Stato Islamico e chiesto di intensificare la lotta per la costituzione di un grande califfato in Medio Oriente. Da subito i Curdi nel nord della Siria hanno contrastato le avanzate dell'Isis, fornendo un contributo determinante nella guerra che si è combattuta nel territorio siriano. Infatti, le milizie curde Ypg sono state tra i principali attori protagonisti della lotta contro lo Stato Islamico. A partire dall'estate 2014 i Curdi siriani hanno iniziato a ricevere maggiori finanziamenti ed armamenti dall'estero, oltre che sostegno dalla coalizione internazionale anti Isis a guida americana. Bombardamenti e raid della coalizione statunitense, iniziati in Siria nel settembre 2014, sono stati in questi anni i principali aiuti di natura militare nell'area;

al riguardo, si evidenzia come già nell'agosto 2014 il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore in visita, in qualità di Presidente di turno del semestre europeo, ad un campo profughi ad Erbil, avesse assicurato al governatore curdo Massoud Barzani l'impegno dell'Europa e dell'Italia nel contrasto all'avanzata dei miliziani jihadisti;

inoltre, occorre ricordare il ruolo centrale svolto dalla resistenza curda nel difendere la città di Kobane dall'assedio intrapreso dall'Isis nel luglio 2014 e respinto nell'aprile 2015 dopo combattimenti continui nella città e nei villaggi limitrofi, combattimenti cui è seguita la fuga di circa 300.000 civili verso i confini con la Turchia;

il 18 dicembre 2018 il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria. A seguito del predetto annuncio, il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Jim Mattis, ha dato le sue dimissioni, spiegando di non essere d'accordo con le scelte del Presidente Trump nella gestione delle alleanze internazionali. Jim Mattis, generale dei marine di grandissima esperienza, molto rispettato sia dai Repubblicani che dai Democratici, era considerato da diversi alleati degli Stati Uniti una garanzia della continuità dell'impegno statunitense rispetto al passato;

nonostante il Presidente Trump sostenga che lo Stato Islamico sia stato sconfitto (principale ragione della presenza statunitense in Siria) la maggior parte degli analisti internazionali e degli alleati degli Stati Uniti non concorda con questa tesi. Negli ultimi mesi, infatti, i miliziani dell'Isis nel distretto siriano di Hajin, tra l'Eufrate e la città frontaliera di Abukamal, non solo hanno ripreso due località conquistate in precedenza dalle forze curdo-siriane, ma si sono anche spinti fino al confine con l'Iraq, minacciando direttamente le truppe irachene stazionate nell'area;

inoltre, il ritiro delle truppe statunitensi aggraverà la posizione dei Curdi, che, come evidenziato, sono stati i principali alleati degli Stati Uniti nella lotta allo Stato Islamico;

premesso, inoltre, che:

una ripresa delle ostilità nell'area metterebbe a dura prova le forze curde, che potrebbero trovarsi costrette, in assenza di mezzi adeguati, a lasciare il controllo di prigioni, nelle quali sono detenuti centinaia di islamisti radicalizzati provenienti da vari paesi europei e che, pertanto, potrebbero tornare in Europa, creando ulteriori elementi di allarme terroristico nel nostro continente;

inoltre, un attacco contro i Curdi potrebbe consentire la circolazione tra Idlib, le zone in cui Daech è ancora attiva, e l'Irak, con pesanti ricadute nell'area, nonché per la sicurezza della stessa Europa;

in data 8 gennaio 2019 il presidente turco Erdogan si è rifiutato di incontrare il consigliere di sicurezza nazionale americano John Bolton in visita ad Ankara, a seguito delle dichiarazioni espresse dal medesimo a Gerusalemme nel corso del suo viaggio in Israele. Bolton, infatti, aveva sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza degli alleati curdi a fronte del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria;

rilevato, infine, che:

a seguito dell'annunciato ritiro degli Stati Uniti, il ministro francese per gli affari europei, Nathalie Loiseau, ha affermato che la Francia non intende ritirare le sue truppe dalla Siria. Inoltre, il ministro francese ha sottolineato che, nonostante gli indubbi progressi della Coalizione internazionale in Siria, la lotta contro il terrorismo non è finita, ricordando a tal proposito l'attacco terroristico avvenuto Strasburgo lo scorso 11 dicembre;

anche la Gran Bretagna, le cui truppe sono attualmente stanziate presso la base di Tanf, non ha annunciato alcuna intenzione di ritiro dall'area,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Governo in merito ai fatti esposti in premessa;

se non ritenga che il ritiro delle truppe statunitensi dal territorio siriano possa avere pesanti ripercussioni relativamente, in particolare, alla sicurezza italiana ed europea, in seguito al rischio di ritorno di "foreign fighters"; alla stabilità dell'area e mantenimento del cessate il fuoco;

quali iniziative intenda adottare, anche a livello europeo e internazionale, al fine di chiarire quale ruolo l'Italia intenda svolgere a seguito del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria.

(3-00518)