• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/00423 (3-00423)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00423presentato daMAZZETTI Ericatesto diMartedì 15 gennaio 2019, seduta n. 108

   MAZZETTI, NEVI, CORTELAZZO, BERGAMINI, D'ETTORE, MUGNAI, RIPANI, SILLI, CASINO, GAGLIARDI, GIACOMETTO, LABRIOLA, RUFFINO, ANNA LISA BARONI, BRUNETTA, CAON, FASANO, SANDRA SAVINO e SPENA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 settembre 2018 si è sviluppato un incendio di grandissime proporzioni sul Monte Serra la montagna più alta che divide le province di Pisa e di Lucca e che, secondo le stime locali, ha prodotto la distruzione di una superficie pari a 1.388 ettari di territorio oltre a un danno economico di oltre 11 milioni di euro almeno per l'agricoltura e i privati, come recentemente comunicato dal sindaco di Calci (Pi);

   l'incendio ha mandato in fumo oltre mille ettari tra bosco e ulivi, settecento sfollati nella prima fase, danni per milioni di euro al patrimonio ambientale e paesaggistico, almeno dieci case devastate dal fuoco a Montemagno;

   la Coldiretti ha stimato «il danno per oltre 1.000 ettari di vegetazione», e ha sottolineato: «Le fiamme hanno distrutto 10.000 piante di ulivo, anche secolari. Ulivi che dovranno essere ripiantati e ci vorranno almeno cinque anni prima che si torni a produrre». Il fuoco, inoltre, «ha colpito anche vigneti e castagneti. Per il settore agricolo la stima dei danni è salita a 6 milioni di euro». L'incendio avrà «pesanti effetti anche sul piano ambientale, per via della perdita di biodiversità, tra animali morti e la distruzione di ampie aree di bosco»;

   sempre secondo la Coldiretti, saranno inoltre impedite per anni tutte le attività umane tradizionali, come la raccolta della legna, delle castagne e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come la cerca dei funghi;

   superata l'emergenza occorrerà intervenire rapidamente per far ripartire le attività produttive, anche con interventi straordinari per il reimpianto delle coltivazioni. Sempre la Coldiretti ha sottolineato che «occorrerà inoltre aver presente che oltre ai costi necessari per ripristinare la produzione, andranno aggiunti i danni per le mancate produzioni»; in sostanza «bisognerà tener conto della sopravvivenza delle aziende di questi territori, che vivono di agricoltura»;

   sono stati definiti circa 800 ettari di monte a corona della parte andata distrutta, dove la caccia sarà vietata totalmente sino al 31 gennaio 2019, esclusa quella dedita agli ungulati, soprattutto cinghiali;

   l'assessore all'ambiente del comune di Cascina (Pi), Luciano Del Seppia, ha comunicato che è in corso la stima dei danni e del costo di una prima bonifica, partendo dal fatto che per ogni ettaro occorrono 5.000 euro, emerge con chiarezza l'altissimo costo che ne deriverà;

   saranno inoltre da valutare le modalità di intervento per la messa in sicurezza del monte in vista dell'inverno e delle prime piogge posto che con un terreno cotto, privo di vegetazione, con massi in bilico, c'è il rischio di nuove emergenze per le aree sottostanti pedemontane –:

   quali siano gli intendimenti del Governo al riguardo, per quanto di competenza, e quale il piano strategico di sviluppo immediato per il ripristino degli oltre 1.300 ettari di terreno andati distrutti;

   quali siano i fondi destinati alla riqualificazione della suddetta area montana e da dove essi provengano, considerata la necessità di reperire risorse con assoluta certezza e rapidità per ricostruire la zona devastata dal rogo, viste le stime che ammontano a 40 milioni di euro;

   se il Governo non ritenga di valutare la sussistenza dei presupposti per adottare iniziative volte a nominare un commissario straordinario che segua costantemente la ricostruzione, tenendo informati tutti i livelli istituzionali e operando di concerto con le comunità locali e la regione Toscana;

   se, nell'ambito dell'attivazione di tutte le procedure necessarie per la tutela ambientale, idrogeologica e forestale, non sia opportuno e urgente adottare le iniziative di competenza per dichiarare lo stato di emergenza nazionale, come proposto dal presidente della regione Enrico Rossi;

   se non si ritenga di adottare le iniziative di competenza per sospendere tutti i pagamenti di tributi e utenze per coloro che sono stati colpiti, siano persone fisiche o aziende.
(3-00423)