• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00145 (7-00145) «De Filippo».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00145presentato daDE FILIPPO Vitotesto diMercoledì 9 gennaio 2019, seduta n. 107

   La XII Commissione,

   premesso che:

    secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le malattie cardiovascolari (come l'infarto cardiaco) e cerebrovascolari (come l'ictus ischemico) sono tra le principali cause di morte al mondo. Solo nel 2016 hanno causato oltre 15 milioni di decessi a livello globale. In particolare, nel nostro Paese le malattie cardiovascolari (ictus, ipertensione e malattie ischemiche cardiache e periferiche) sono la prima causa di morte, pari a circa il 44 per cento secondo dati Istat;

    tali malattie continuano a rappresentare il tema più rilevante per l'agenda sanitaria nazionale, con altissimi costi economici e sociali per le famiglie e la collettività, stimati in circa 20 miliardi di euro, da quanto riporta la seconda edizione di Meridiano Cardio dell'ottobre 2018. I soli costi diretti, infatti, ammontano a circa 16 miliardi, derivanti in gran parte da ospedalizzazioni e prestazioni diagnostiche o specialistiche. A questi si aggiungono circa 5 miliardi di euro derivanti sia da prestazioni assistenziali e previdenziali connesse alle malattie cardiovascolari sia dalla perdita di produttività delle persone colpite da eventi cardiovascolari;

    il rapporto SDO 2018 sui ricoveri ospedalieri del Ministero della salute ha rilevato che le malattie cardiovascolari rappresentano la causa più frequente di ricovero ospedaliero, pari al 14,6 per cento del totale. In particolare, le ospedalizzazioni per forme acute e sub-acute di ischemia cardiaca sono state pari a 496,8 ogni 100.000 abitanti negli uomini e 188,5 nelle donne;

    dal 2009 al 2015, nella media annua dei beneficiari di prestazioni per l'invalidità previdenziale erogate dall'Inps per gruppi di patologie, le malattie cardiocircolatorie rappresentano circa il 17 per cento. Nelle stesse annualità, il valore medio dei beneficiari affetti da tali patologie risulta pari a 78.000 e si stimano oltre 665 milioni di euro di costi indiretti sostenuti dall'Inps;

    l'ipercolesterolemia è un fattore causale dell'aterosclerosi e delle relative complicanze. Tuttavia, come risulta da una recente ricerca GFK Eurisko, solo il 40 per cento dei pazienti è consapevole del rischio legato all'ipercolesterolemia;

    il 15 per cento dei pazienti che subiscono un infarto del miocardio o un ictus manifestano un secondo evento entro 4 anni e circa il 5 per cento addirittura entro 12 mesi. Secondo uno studio di Meridiano Sanità, il 67 per cento dei pazienti non si sottopone a trattamenti efficaci in grado di ridurre il rischio cardiovascolare. Secondo la sopramenzionata ricerca di GFK Eurisko, oltre il 40 per cento dei pazienti già colpiti da evento cardiovascolare sottovaluta ii rischio legato all'ipercolesterolemia;

    l'obiettivo della riduzione della mortalità prematura causata dalle malattie cardiovascolari e in generale dalle più diffuse malattie croniche non trasmissibili, è stato raccomandato con forza dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2012 attraverso la campagna di prevenzione «25by25». L'Oms coinvolge, quindi, i legislatori e i governi al fine di mettere in atto efficaci strategie per ridurre del 25 per cento la mortalità precoce per le malattie cardiovascolari entro il 2025;

    nel 2017 questo importante impegno è stato inglobato negli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite con lo scopo di raggiungere, entro il 2030, la riduzione di un terzo della mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento;

    questi obiettivi sono stati rilanciati in occasione della Giornata mondiale per il cuore (29 settembre 2018) promossa in Italia dall'Associazione fondazione italiana per il cuore (FIpC) insieme a Conacuore (rete di associazioni di pazienti con patologie cardiovascolari);

    infine, il nuovo rapporto della Commissione indipendente dell'Oms, pubblicato nel 2018, chiede ai governi un'azione urgente ed un impegno politico di alto livello, indicando le sei priorità da mettere in atto immediatamente per ridurre l'incidenza delle malattie croniche del 30 per cento. In particolare, si richiede ai governi di includere la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili nelle proprie politiche sanitarie e avviare appropriate e costruttive collaborazioni con il settore privato, università, società civile e comunità che abbiano come priorità il miglioramento della salute delle persone;

    la configurazione dell'attuale sistema di presa in carico non consente di identificare percorsi ad hoc per pazienti che, in ragione dell'esposizione ad un alto rischio di incorrere ad un successivo evento cardiovascolare, necessitano di percorsi dedicati ed in grado di assicurare l'aderenza terapeutica ed il raggiungimento di livelli target di colesterolo LDL in tempi rapidi al fine di garantire una effettiva riduzione delle recidive cardiovascolari con un impatto significativo in termini di riduzione dei costi sanitari ad esso associati che potrebbero essere re-investiti in altre aree;

    una maggiore attenzione alla prevenzione secondaria del paziente a rischio può dimostrarsi utile anche in termini di una più efficace prevenzione primaria dei componenti dei nucleo famigliare di quest'ultimo,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per definire, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti e degli operatori del settore, spazi adeguati nell'ambito del nuovo Piano nazionale di prevenzione, in discussione presso il Ministero della salute, dedicati alle modalità carrette di presa in carico e gestione dei pazienti a rischio di incorrere in un successivo evento cardiovascolare (prevenzione secondaria in ambito cardiovascolare);

   a valorizzare il coinvolgimento delle associazioni per promuovere una maggiore consapevolezza del paziente post-infartuato rispetto alla patologia ed alle sue cause, nonché la sua responsabilizzazione rispetto all'importanza dell'aderenza terapeutica e alla conduzione di un adeguato stile di vita;

   a sviluppare iniziative per il miglioramento dell'aderenza terapeutica anche attraverso una maggiore diffusione sul territorio nazionale dei centri prescrittori dei nuovi farmaci per le ipercolesterolemie severe, al fine sia di ottimizzare che di sostenere il proseguimento della terapia farmacologica e contrastare l'insorgenza di un eventuale secondo evento cardiovascolare acuto e ridurre sia l'impatto sociale che economico devastante delle recidive cardiovascolari;

   ad assumere iniziative per definire percorsi multidisciplinari di presa in carico e una rete dedicata al paziente cardiologico a rischio, in grado, anche attraverso la diffusione di ambulatori dedicati alla prevenzione secondaria e di un corretto legame dei centri prescrittori con gli specialisti del territorio, di seguire correttamente il paziente, migliorando appropriatezza e sostenibilità;

   ad assumere iniziative per garantire un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale, anche attraverso la promozione delle attività di formazione e informazione a loro rivolte, rispetto alla prevenzione secondaria.
(7-00145) «De Filippo».