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Atto a cui si riferisce:
C.4/00791 (4-00791)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 dicembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 104
4-00791
presentata da
CUNIAL Sara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare si rende noto che nel maggio 2017 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto ad Ispra di formulare proprie valutazioni e proposte, con il coinvolgimento dell'Snpa (N.d.r. Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente), per quanto riguarda il monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nei corpi idrici superficiali e sotterranei, così da permettere alle regioni la programmazione dello stesso nell'ambito delle attività dei piani di gestione dei distretti idrografici.
  L'Ispra al fine di dare seguito a questa richiesta, unitamente all'Snpa, nel luglio 2017, ha costituito un tavolo tecnico formato da proprio personale e dai referenti nominati dai Direttori delle agenzie regionali e provinciali.
  Il tavolo tecnico è stato coordinato dal centro nazionale per la rete nazionale dei laboratori di Ispra e da Arpav.
  Gli obiettivi affidati al tavolo sono stati i seguenti:

   definire i metodi analitici da adottare nelle attività di monitoraggio ed i relativi Loq;

   identificare la rete dei laboratori nazionali interessati dalle attività analitiche;

   definire i criteri per il piano di monitoraggio dei composti Pfas, in particolare sulla base delle fonti di pressioni ritenute significative;

   avviare un monitoraggio sperimentale, con copertura nazionale, da concludersi entro settembre 2018.

  Preliminarmente all'avvio delle attività di monitoraggio da parte dell'SNPA, sono stati dunque elaborati i formati finalizzati a definire i metodi analitici, con i limiti di quantificazione raggiunti (Loq) e la strumentazione tecnica impiegata, e i criteri di individuazione delle stazioni di monitoraggio interessate da pressioni ritenute significative per i composti Pfas, sia per le acque superficiali interne che per le acque sotterranee.
  Il Sistema informativo nazionale per la tutela delle acque italiane (Sintai) ha inoltre provveduto ad attivare la sezione delle sostanze perfluoroalchiliche, così da consentire alle agenzie di caricare i dati prodotti nel corso del monitoraggio.
  La rete di monitoraggio, definita sulla base degli elementi raccolti, è composta da 277 stazioni, che coprono l'intero territorio nazionale, delle quali 87 per le acque sotterranee e 190 per le acque superficiali.
  Le attività di monitoraggio sono state condotte dall'Snpa nel mese di febbraio-marzo 2018. Sono attualmente in corso di elaborazione i risultati analitici e la redazione della relazione finale.
  Tutto ciò premesso, per quanto concerne più nello specifico la questione Miteni, tenuto conto delle recenti valutazioni da parte dell'Arpav sulla presenza di Hfpo-Da (acido 2,3,3,3-tetrafluoro-2-(eptafluoropropossi)-propanoico) in alcuni punti di monitoraggio delle acque sotterranee negli immediati dintorni dello stabilimento Miteni di Trissino e, in modeste quantità, in alcuni pozzi situati a pochi chilometri a valle dell'insediamento produttivo, sono in corso collaborazioni con Arpav, con l'Snpa e con gli enti di ricerca già coinvolti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sull'argomento, per la definizione di concentrazioni soglia di tale parametro nelle acque sotterranee, superficiali e nel suolo.
  Sempre riguardo la Miteni S.p.a., secondo quanto riferito dalla prefettura di Vicenza, la provincia di Vicenza ha fatto presente che la Società in questione è titolare di Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla regione Veneto con provvedimento regionale n. 59 del 2014. Successivamente, con legge regionale n. 4 del 2016, è stata delegata alla provincia la competenza al rilascio delle Autorizzazioni integrate ambientali delle imprese chimiche, quale è quella in esame.
  Con la citata autorizzazione, la Miteni S.p.a. stata legittimata a recuperare un rifiuto contenente la sostanza denominata «GenX» (nome commerciale), ossia il sale di ammonio dell'acido dimerico esafluoropropilene ossido (Hfpo-Da). All'esito di alcuni campionamenti effettuati su richiesta della regione, nel mese di maggio 2018, Arpav ha dato comunicazione al comitato tecnico-scientifico, istituito a supporto della commissione ambiente e salute, della presenza della predetta sostanza, per le valutazioni in ordine alle azioni da intraprendere per quanto riguarda gli aspetti ambientali e sanitari.
  La Commissione ambiente e salute, riunitasi, quindi, in data 2 luglio 2018, ha analizzato i dati comunicati da Arpav, chiedendo a quest'ultima che ne continuasse il monitoraggio. Nell'occasione si è preso atto del fatto che non risulta, tuttavia, interessata la rete acquedottistica.
  Ad ogni modo, la regione Veneto, con decreto dirigenziale n. 293 del 5 luglio 2018, ha sospeso l'autorizzazione di Miteni S.p.a. all'importazione di rifiuti (codice CER 070201) e la provincia di Vicenza, con provvedimento del 6 luglio 2018, ha sospeso a titolo precauzionale l'attività di recupero del rifiuto con codice CER 070201 e delle linee produttive usate per tale attività.
  La regione Veneto, in data 10 luglio 2018, ha chiesto all'istituto superiore di sanità la definizione dei limiti di concentrazione per il parametro Hfpo-Da applicabili alle matrici acqua sotterranea, superficiale e suolo.
  Si tenga conto, altresì, che Arpav stessa, per effettuare i controlli, ha dovuto mettere a punto apposite e nuove metodiche analitiche, finora sconosciute, per misurare il composto GenX.
  Fra le azioni messe in atto dalla regione si ricordano anche: l'azione di sollecito ai gestori del servizio idrico integrato perché adottassero un trattamento spinto a carboni attivi a tutela della qualità dell'acqua erogata, l'attuazione di una campagna di biomonitoraggio specifica estesa alla popolazione dell'area contaminata (nonché di altre aree non contaminate per ottenere un chiaro confronto), l'attivazione di una specifica Commissione tecnica regionale interdisciplinare, al fine di coordinare tutte le azioni di salvaguardia e tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, l'avvio di uno scambio di collaborazioni e di richieste al Ministero della salute ed all'istituto superiore di sanità, per un supporto scientifico, nonché con l'Organizzazione mondiale della sanità, la messa in opera di un sistema specifico e stabile di sorveglianza analitica della salute della popolazione con la contestuale attività di monitoraggio e controllo. La regione ha, inoltre, precisato che l'area interessata dall'inquinamento non comprende la provincia di Rovigo.
  In merito alla vicenda giudiziaria che ha interessato la Miteni S.p.a., il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto alla procura della Repubblica presso il tribunale di Vicenza di essere informato in caso di eventuale esercizio dell'azione penale nel procedimento 1943/16 Rgnr avviato nei confronti di dirigenti della società medesima.
  Si fa presente, inoltre, che il Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente, nucleo operativo ecologico di Treviso, in data 23 luglio 2018, ha contestato alla società Miteni S.p.a. l'illecito amministrativo ex articolo 304 comma 2 del decreto legislativo n. 152 del 2006 per l'omessa comunicazione agli Enti preposti, a seguito della ricezione di un rapporto di prova nel quale veniva accertata la presenza di una contaminazione di perfluoroottanoato di ammonio (Apfo) nell'acqua di scarico dell'impianto della Miteni.
  Per quanto concerne il danno ambientale, l'Ispra, su richiesta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha fornito i primi elementi di valutazione del danno prodotto dalla contaminazione da Pfas derivanti dalla ditta in questione.
  Ad oggi è in corso, a seguito dell'invio di dati aggiornati da parte di Arpav, la quantificazione del danno nelle diverse matrici ambientali. Tale quantificazione, come previsto dalla parte sesta del decreto legislativo n. 152 del 2006, interessa esclusivamente i composti Pfas presenti nella vigente normativa in materia di tutela delle acque. Pertanto, non sono in corso valutazioni del danno ambientale su contaminanti quali il GenX o altri Pfas privi di valori soglia di contaminazione. Per tale specifica sostanza, infatti, la normativa italiana non prevede limiti di emissione né limiti di qualità ambientale, se non all'interno dell'ampia famiglia dei «tensioattivi».
  In ordine al ricorso depositato da Miteni S.p.a. per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, posto che con decreto del 19 giugno 2018 il tribunale di Vicenza ha dichiarato ammissibile la procedura preliminare al concordato preventivo, dagli atti in possesso dell'amministrazione regionale risulta che con decreto del 24 settembre 2018 il tribunale di Vicenza, vista l'istanza depositata da Miteni S.p.a. in data 11 settembre 2018, ha assegnato l'ulteriore termine di 60 giorni per il deposito della domanda di concordato preventivo e della relativa documentazione.
  Per completezza di informazione, si segnala che il consiglio di amministrazione della società ha recentemente deliberato il deposito di un'istanza di fallimento.
  Si fa presente inoltre che per quanto riguarda, più in generale, la situazione di inquinamento ambientale da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas-Pfoa) della falda acquifera di una vasta area della regione Veneto, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto a Ispra, già nel dicembre 2016 di redigere una «relazione tecnica di individuazione, descrizione e quantificazione del danno ambientale con indicazione delle necessarie misure di riparazione primaria, complementare e compensativa» anche alla luce del procedimento di bonifica/messa in sicurezza della falda sotterranea attivato dalla Miteni S.p.a. presso il comune di Trissino. La relazione non è ancora pervenuta al Ministero.
  Lo stesso Ministero, avendo avuto peraltro notizia che, con Delibera del Consiglio dei ministri del 21 marzo 2018, è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche della falda idrica nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, continuerà ad interloquire con gli Enti locali competenti ed a svolgere la propria attività di monitoraggio circa la sussistenza di eventuali ulteriori profili di danno ambientale e sull'efficacia delle operazioni di messa in sicurezza e bonifica in corso, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.