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Atto a cui si riferisce:
C.4/01313 (4-01313)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 dicembre 2018
nell'allegato B della seduta n. 104
4-01313
presentata da
BRAGA Chiara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si segnala, innanzitutto, che da anni il Governo, ed in particolare il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sta lavorando all'armonizzazione dei programmi di monitoraggio e delle metodiche analitiche relativamente alle acque superficiali e sotterranee. In merito a tali attività, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale fornisce gli indirizzi tecnico-scientifici per la programmazione dei monitoraggi dei pesticidi nelle acque, che vengono eseguiti dalle regioni nell'ambito dei programmi di rilevazione previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, e poi trasmessi all'Ispra, che li elabora e valuta, svolgendo un'attività di indirizzo, in particolare per fornire criteri ed elenchi di sostanze prioritarie da inserire nel monitoraggio. L'Ispra ha poi il compito di realizzare il rapporto nazionale pesticidi nelle acque, nel rispetto del decreto ministeriale n. 35 del 2014 (Piano di azione nazionale, ai sensi dalla direttiva 2009/128/CE sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi). Questi indirizzi hanno lo scopo di ridurre le disomogeneità dei monitoraggi effettuati dalle regioni e dalle province autonome, per quanto riguarda le frequenze di campionamento, le metodiche analitiche e il numero di sostanze attive ricercate nelle acque sotterranee e superficiali.
  A tal proposito, occorre evidenziare che il monitoraggio dei pesticidi richiede la predisposizione di una rete che copra gran parte del territorio nazionale, il controllo di un grande numero di sostanze e un continuo aggiornamento, reso necessario dall'uso di sostanze nuove. Per il monitoraggio, tuttavia, non è richiesta una rete ad hoc, ma di utilizzare quella che le regioni hanno ai sensi della normativa per la tutela delle acque. Lo stesso vale per le frequenze di campionamento, che sono le stesse previste dalla normativa acque. Per quanto riguarda le sostanze da considerare nel monitoraggio, la normativa acque indica come criterio generale quello di esplorare tutte le potenziali fonti di contaminazione presenti sul territorio. Nei fatti, però, la normativa esplicita solo un certo numero di pesticidi – quelli appartenenti all'elenco delle sostanze prioritarie definito a livello europeo e nazionale. Monitorare queste sostanze non basta per avere un quadro della possibile contaminazione da pesticidi. Le sostanze presenti attualmente sul mercato sono oltre 400; ci sono poi sostanze revocate che continuano a rappresentare un problema a causa dell'uso massiccio fatto in passato e della elevata persistenza ambientale.
  Come segnalato da Ispra, complessivamente sono migliorate le prestazioni dei laboratori, in alcune regioni in modo significativo, ma è ancora necessario uno sforzo di armonizzazione, date le differenze ancora presenti, con limiti di quantificazione in alcuni casi inadeguati, in particolare per consentire un confronto con gli Sqa (Standard di qualità ambientale), che spesso sono sensibilmente più bassi. La variabilità dei limiti di quantificazione è molto ampia, anche nei laboratori della stessa regione.
  In questo contesto, la nuova legge sull'Snpa ha posto le basi per una più efficace attività di controllo dell'ambiente. In particolare, consentirà un migliore utilizzo delle risorse a disposizione individuando sinergie ed evitando duplicazioni delle attività. La legge istituisce, inoltre, i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta) e mette a sistema la rete informativa nazionale ambientale, dando vita alla rete nazionale dei laboratori accreditati. Un monitoraggio efficace dei pesticidi nelle acque richiede, tuttavia, un impegno in termini di pianificazione, di strumentazione, di risorse umane, difficile da sostenere senza risorse aggiuntive.
  Il Pan disciplinato dal citato decreto ministeriale n. 35 del 2014 prevede una serie di misure che potranno contribuire sensibilmente ad un uso più sostenibile dei pesticidi. Inoltre, nel processo di revisione del Pan (nuovo piano di azione 2019-2024), attualmente in corso, sarà fondamentale l'individuazione di obiettivi quantitativi, come evidenziato dalla stessa Commissione europea. Sono finora cinque gli Stati membri che hanno definito obiettivi misurabili, in termini di riduzione del rischio e dell'uso dei prodotti fitosanitari.
  Per quanto riguarda l'erbicida glifosato, si segnala che nella votazione svoltasi nel comitato d'appello del 27 novembre 2017, è risultata maggioritaria la posizione sul rinnovo dell'autorizzazione all'uso del glifosato per ulteriori cinque anni. L'Italia non ha condiviso tale decisione che è stata comunque adottata con la maggioranza qualificata degli Stati membri (regolamento UE 2017/2324).
  Si deve, ad ogni modo, evidenziare che le restrizioni previste dal citato regolamento per l'uso del glifosato sono state adottate dal Ministero della salute, autorità nazionale competente per il rilascio delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari.
  Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Sergio Costa.