• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00214 (2-00214) «Ascari, Davide Aiello, Amitrano, Bilotti, Ciprini, Costanzo, Cubeddu, De Lorenzo, Giannone, Invidia, Pallini, Perconti, Segneri, Siragusa, Tripiedi, Tucci, Vizzini».



Atto Camera

Interpellanza 2-00214presentato daASCARI Stefaniatesto diVenerdì 28 dicembre 2018, seduta n. 104

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   come riportato da La Stampa, sarebbe in atto in Italia, specialmente nel Settentrione, un sistema di truffa ai danni dei lavoratori e dello Stato, che consiste nella promessa, fatta da alcune cooperative, di licenziare e riassumere tutti i dipendenti di medie aziende a costi ridotti, garantendo risparmi fino al 40 per cento, a imprenditori ignari o compiacenti;

   questi dipendenti vengono inizialmente licenziati e poi riassunti dalle cooperative, spesso senza essere interpellati, mentre le cooperative ottengono ingenti guadagni omettendo il pagamento di tasse e contributi, ovvero sfruttando fiscalità e previdenza agevolate, con grave danno per le finanze pubbliche;

   gli ispettori del lavoro in questi mesi hanno già elevato decine di milioni di euro di sanzioni e fatto scattare oltre 8 mila denunce: la violazione principale contestata è quella di interposizione illecita a cui spesso si aggiungono anche truffa e caporalato;

   questo fenomeno nei primi 10 mesi del 2018 ha coinvolto circa 10 mila lavoratori;

   la relazione del luglio 2018 dell'ispettorato territoriale del lavoro di Bologna registrava che «delle 249 cooperative ispezionate in Emilia-Romagna nel 2017,188 sono fuori norma (75 per cento), se si considerano quelle non associate alle maggiori realtà di categoria, il dato raggiunge addirittura l'85 per cento (su 163 coop controllate, le irregolari sono 140) e tocca il 90 per cento nei primi mesi di quest'anno»;

   si tratta di un sistema attraverso il quale il committente, oltre a disporre di manodopera illecitamente somministrata da false cooperative o società di comodo, abbatte il costo del lavoro e gode del rimborso d'Iva sul pagamento delle prestazioni dell'appalto (a volte anche con fatture gonfiate), mentre le imprese appaltatrici, dopo alcuni anni, falliscono senza versare contributi e tasse;

   in questo sistema i lavoratori sono sottoposti a sfruttamento: sottopagati, ricattati per il mantenimento del posto di lavoro e coinvolti in continui cambi di appalto in cui perdono diritti, contribuzione, trattamento di fine rapporto e anche il lavoro stesso;

   così facendo, si genera concorrenza sleale tra imprese, mettendo in difficoltà aziende che rispettano i contratti di lavoro e le norme e favorendo potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata;

   come denunciato da Flai-Cgil Emilia Romagna, a incentivare il ricorso a cooperative false, c'è un impianto legislativo favorevole, oltre a un sistema sanzionatorio inefficace: la «legge Biagi» ha depenalizzato il reato di intermediazione illecita di manodopera, mentre la legge 142 del 2001 prevede espressamente la possibilità di deregolamentare i contratti nazionali, andando anche sotto i minimi contrattuali laddove si dimostri lo stato di crisi;

   solo per il comparto della lavorazione delle carni, che ha il suo baricentro in provincia di Modena, e che vale 3 miliardi di euro, si stima che il 30 per cento dei 5 mila occupati siano soci di false cooperative: è emblematico il caso della Castelfrigo, azienda leader nella trasformazione delle carni con sede Castelnuovo Rangone, la quale decise di assegnare in appalto parte della lavorazione carni al Consorzio Job Service, che a sua volta ha subappaltato ad altre cooperative; il costo medio orario dei lavoratori esternalizzati nelle cooperative varia tra 13,5 e 15,5 euro, mentre per gli addetti di Castelfrigo ammonta a 27 euro all'ora;

   caso simile è quello di Italpizza, colosso delle pizze surgelate: su circa 700 lavoratori impiegati, circa 600 sono soci cooperatori, suddivisi tra due cooperative multiservizi, che dunque con il settore alimentare nulla hanno a che fare; il divario in termini di tutele e paga oraria è simile: 13 euro l'ora per il personale delle cooperative e 30 euro per gli assunti diretti dall'impresa, senza contare festività e straordinari;

   nel mese di luglio 2018 la guardia di finanza ha eseguito 21 ordinanze di custodia cautelare, oltre 50 indagati a piede libero e numerose perquisizioni: secondo gli investigatori, gli indagati avrebbero creato un sistema delinquenziale nella fornitura di manodopera in cui un consorzio riceveva in appalto dalle società i servizi di lavorazione delle carni che dava in subappalto alle consorziate, le quali mettevano a disposizione i lavoratori; queste avrebbero esposto crediti Iva inesistenti con cui avrebbero compensato i debiti tributari e in alcuni casi anche quelli previdenziali; la frode ai danni dell'Erario ammonterebbe a 300 milioni di euro;

   come denunciato dall'Associazione nazionale consulenti del lavoro il fenomeno è presente da alcuni anni anche nel turismo dove sono coinvolti oltre 40.000 lavoratori: gli appalti illeciti hanno per oggetto servizi che in realtà servirebbero esclusivamente per garantire fornitura di manodopera in maniera illecita; questo sistema consente di abbassare il costo del personale attraverso sistemi di elusione della contribuzione, applicazione di contratti collettivi firmati da associazioni di comodo, uso illecito di crediti acquistati da procedure concorsuali;

   questo sistema illecito sta causando gravi ripercussioni a livello sociale ed economico, con particolare incidenza in Emilia-Romagna –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda attivare, anche di tipo normativo al fine di contrastare e prevenire il suddetto fenomeno.
(2-00214) «Ascari, Davide Aiello, Amitrano, Bilotti, Ciprini, Costanzo, Cubeddu, De Lorenzo, Giannone, Invidia, Pallini, Perconti, Segneri, Siragusa, Tripiedi, Tucci, Vizzini».