• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/01129 (5-01129)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01129presentato daMURONI Rossellatesto diMartedì 18 dicembre 2018, seduta n. 102

   MURONI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella notte dell'11 dicembre 2018 a Roma è scoppiato un incendio nel Tmb Salario, lo stabilimento di trattamento dei rifiuti vicinissimo al centro abitato;

   l'impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb) di proprietà dell'Ama, di via Salaria 981, è da anni al centro di proteste da parte dei residenti nella zona a causa dei miasmi e delle esalazioni provenienti dallo stesso; si tratta di esalazioni che invadono, tra gli altri, i quartieri di Fidene, Settebagni, Villa Spada, Serpentara, Casale Nei, Porta di Roma e Colle Salario;

   l'incendio al Tmb Salario non è un caso isolato. È frutto di quella che appare all'interrogante una strategia criminale che dal maggio 2017 ha bruciato ben 380 tra impianti di trattamento rifiuti, discariche, isole ecologiche e aree abusive. Una mappatura che la Federazione nazionale dei Verdi sta aggiornando continuamente. Un'azione criminale che non si ferma mai, se è vero che anche, il 10 dicembre 2018, a Ferentino (Frosinone) ed Agrigento ci sono stati altri due roghi tossici;

   la suddetta mappatura, realizzata da Claudia Mannino, individua otto macroaree: impianti di gestione rifiuti; discariche; impianti a supporto della raccolta (compattatori, isole ecologiche e altro); impianti di compostaggio i cui incendi sono di difficile comprensione vista l'elevata percentuale di acqua che l'organico contiene: aree abusivamente utilizzate per il deposito o l'abbandono di rifiuti; siti delle «ecoballe» campane (su cui si paga una sanzione dell'Unione europea quotidiana di 120 mila euro per il mancato smaltimento dal 2014); impianti di incenerimento (o altri sinonimi); altri tipi di impianti/aziende che vanno in fiamme causando emissioni pericolose per l'ambiente e per la salute;

   lo scopo della mappa è sia quello di monitorare cercando di capire il fenomeno, sia quello di coinvolgere e informare i cittadini e le amministrazioni politiche. Dalla lettura della mappatura si evince che dal maggio 2017 ad oggi si sono succeduti i seguenti incendi, suddivisi per tipologia: 145 impianti a supporto della raccolta differenziata; 34 discariche, 47 comparatori, isole ecologiche, centri comunali di raccolta eccetera, 6 impianti di compostaggio, 125 aree abusivamente utilizzate per abbandonare rifiuti, 6 siti della terra dei fuochi (Stir), 14 inceneritori, termovalorizzatori, 3 in altri tipo di impianti a rischio ambientale. Per un totale di 380 incendi;

   questi tragici numeri restituiscono una fotografia di un Paese dove ormai c'è una chiara emergenza incendi con gravissime conseguenze sull'ambiente e sulla salute dei cittadini soprattutto quando questi incendi avvengono temporalmente e geograficamente vicini l'uno dall'altro –:

   se il Governo non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza per realizzare nelle aree oggetto della citata mappatura una indagine epidemiologica a tutela della salute dei cittadini che abitano nelle zone colpite dal drammatico fenomeno dei roghi, nonché la salute dei cittadini tutti;

   se non ritengano necessario assumere iniziative di prevenzione, controllo e repressione per arginare il fenomeno degli incendi, in considerazione del fatto che i roghi, sono, il più delle volte, di origine dolosa;

   se non ritengano necessario adottare iniziative normative volte a prevedere in tutti gli impianti che gestiscono rifiuti l'utilizzo delle termocamere al fine di prevenire gli incendi e garantire tempestivi interventi di soccorso.
(5-01129)