• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00999 LANNUTTI, PESCO, DI NICOLA, SILERI, GIROTTO, MININNO, LEONE, TRENTACOSTE, ROMANO, VANIN, PELLEGRINI Marco, ANASTASI, SANTILLO, CASTELLONE, MOLLAME, ABATE, GRASSI, DI PIAZZA, GALLICCHIO,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00999 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 11 dicembre 2018, seduta n.070

LANNUTTI, PESCO, DI NICOLA, SILERI, GIROTTO, MININNO, LEONE, TRENTACOSTE, ROMANO, VANIN, PELLEGRINI Marco, ANASTASI, SANTILLO, CASTELLONE, MOLLAME, ABATE, GRASSI, DI PIAZZA, GALLICCHIO, FENU, DRAGO, BUCCARELLA, GUIDOLIN, BOTTO, ACCOTO, DELL'OLIO, RICCARDI, PRESUTTO, FLORIDIA, PUGLIA, LOMUTI, VACCARO, ROMAGNOLI, MARINELLO, MORRA - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, per i beni e le attività culturali e dell'interno. - Premesso che:

il consorzio Venezia Nuova è il concessionario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna veneta. Il "piano generale degli interventi", per le attività di salvaguardia, mira a coniugare la difesa di Venezia e dell'ecosistema lagunare dalle acque alte con i problemi di carattere ambientale che da tempo investono il territorio, con le barriere del Mose, costituite da schiere di paratoie, installate nel fondale delle bocche di porto, che consentono di separare temporaneamente la laguna dal mare quando è previsto un evento di acqua alta;

il 29 ottobre 2018 piazza San Marco è stata evacuata dopo che l'acqua alta aveva raggiunto livelli tra i più alti di sempre (quasi 160 centimetri) con l'allagamento di circa il 75 per cento della città, causando danni ingenti perfino nella basilica di San Marco, con il battistero e la cappella Zen, dove campeggia la famosa Madonna con la scarpa dorata, che sono state inondate, danneggiando anche i due capolavori di Mirò. Rovinati portoni in bronzo e il pavimento a mosaico, con i 90 centimetri di acqua che hanno bagnato colonne e marmi, nonostante di recente fossero stati fatti dei lavori per la messa in sicurezza della basilica;

come si legge su un articolo dell'"Huffington post" del 30 ottobre, «"In un solo giorno la Basilica è invecchiata 20 anni, è la quinta volta nella sua storia che la Basilica si allaga, la seconda dal Duemila", ha detto Carlo Alberto Tesserin, primo procuratore di San Marco. "La chiesa ha una struttura di mattoni che imbevuti di acqua salata si ammalorano anche fino a un'altezza di diversi metri, mettendo a rischio la tenuta dei mosaici che adornano le volte. Rimane il fatto che ci era stato promesso, a noi Procuratori di San Marco, a Venezia e a tutta l'umanità, che tali eventi non sarebbero più accaduti"»;

come si legge su un articolo de "L'Espresso" del 17 aprile 2017 «Il prezzo delle dighe mobili è arrivato a 5,493 miliardi di euro ma l'insieme delle opere deliberate per la salvaguardia della laguna veneta raggiunge quota 8 miliardi», mentre resterebbero «da investire ancora 500-600 milioni»;

«La madre di tutte le incompiute, il Mose, tra ritardi, scandali, arresti e costi lievitati. Posa della prima pietra nel 2003. La fine lavori era prevista per il 2012. Ma la faraonica opera a difesa di Venezia dalle acque alte è ancora incompiuta. Forse terminerà nel 2022. Intanto ne ha vista di acqua passare sotto i ponti. Tra arresti tangenti ritardi, aumento dei costi e il dubbio che rimane. Servirà?», si chiedeva "Rai News" nell'inchiesta andata in onda il 20 novembre 2017;

considerato che:

il 4 giugno 2014 erano scattate decine di arresti, nell'indagine giudiziaria definita la "Tangentopoli veneta", una bufera che si è abbattuta sul Mose. Si leggeva su un articolo di "Rai News" del 5 giugno 2014: «100 indagati, 35 arresti. Tra loro il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni». E ancora: «I pm: "Peggio di una tangentopoli". Venezia sotto choc. È partita tre anni fa l'inchiesta che ha portato all'arresto del sindaco Orsoni e di altre 34 persone. Un giro di mazzette, corruzione e riciclaggio che il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, ha definito "più complesso e sofisticato di Tangentopoli"?»;

nel dicembre 2014, a seguito del gravissimo scandalo giudiziario, il prefetto di Roma ha nominato due amministratori straordinari provvisori per il consorzio Venezia Nuova, l'ingegnere Francesco Ossola, titolare di uno studio di progettazione e docente al Dipartimento di ingegneria strutturale edile e geotecnica al Politecnico di Torino, e Luigi Magistro, vicedirettore dell'Agenzia delle dogane, successivamente ad aprile 2015 affiancati da un terzo commissario provvisorio, Giuseppe Fiengo, avvocato dello Stato, al fine di condurre la gestione amministrativa del soggetto privato concessionario unico dello Stato per le opere di salvaguardia della laguna di Venezia. In data 4 maggio 2017 si è dimesso Luigi Magistro, restando in carica Fiengo ed Ossola, che hanno firmato il bilancio 2017;

dopo oltre quattro anni di gestione commissariale, ingentissime sarebbero le spese, anche per gli elevati compensi degli amministratori straordinari provvisori stessi e i loro numerosi nuovi consulenti: sarebbero costati circa 5 milioni di euro, dei quali 2.582 milioni di euro agli amministratori straordinari, ai membri del consiglio direttivo e alla direzione generale nel triennio 2015-2017, come risulterebbe a pagina 104 nella nota integrativa al bilancio 2017,

si chiede di sapere:

se sia prevista a breve la fine naturale dell'onerosa amministrazione straordinaria provvisoria, che, per sua stessa natura, non può certamente essere "sine die ";

se la gestione straordinaria abbia progressivamente e drasticamente ridotta la "produzione" industriale di opere pubbliche da parte del concessionario consorzio Venezia Nuova, come rilevato dal Provveditorato interregionale delle opere pubbliche di Venezia;

se la stessa gestione commissariale adottata dalla Prefettura di Roma abbia scongiurato eventuali danni per lo Stato, stante l'eccessivo protrarsi dei tempi di realizzazione delle importanti opere di sicurezza idraulica affidate in concessione, che ha provocato a fine ottobre 2018 danni ingenti ai veneziani ed all'inestimabile patrimonio artistico ed architettonico di Venezia;

se il Governo non ritenga opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, nonché per fugare qualsiasi ombra nei fatti descritti ed ogni dubbio sul rigoroso rispetto delle vigenti normative a tutela del bene comune.

(4-00999)