• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01334-AR/1 ...    premesso che:     l'istituto nazionale di statistica (ISTAT), nell'ultimo «Rapporto BES 2017: il benessere equo e sostenibile in Italia», evidenzia come l'indice di...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01334-AR/179presentato daBRAGA Chiaratesto diSabato 8 dicembre 2018, seduta n. 97

   La Camera,
   premesso che:
    l'istituto nazionale di statistica (ISTAT), nell'ultimo «Rapporto BES 2017: il benessere equo e sostenibile in Italia», evidenzia come l'indice di abusivismo edilizio si attesti sul valore di 19,6 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate: si tratta dunque di un fenomeno attuale e ancora gravissimo, sebbene in lieve calo rispetto all'indice di 19,9 su cento dell'anno precedente;
    il rapporto mette in luce come, durante la crisi economica, che ha portato al crollo dell'attività edilizia in Italia, l'incidenza dell'edilizia illegale sia più che raddoppiata, tenendo conto che nel 2007 la proporzione era di 9 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate;
    i livelli del fenomeno restano pertanto preoccupanti, specialmente nelle regioni dell'Italia centrale, dove si stima che nel 2016 le nuove costruzioni residenziali abusive equivalgano a quasi un quinto di quelle autorizzate, e ancor più nel Mezzogiorno, dove la proporzione sfiora il 50 per cento;
    gli indici di abusivismo sono, poi, particolarmente elevati in Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, risultandovi ampiamente superiori alla media del Mezzogiorno. Si tratta quindi di un valore inaccettabile, che si distacca nettamente da quello medio degli Stati dell'Unione europea e che conferma l'incapacità di tornare ai livelli antecedenti la crisi, quando – come si è detto – il dato era di 9 costruzioni illegali ogni 100 autorizzate;
    l'impatto dell'abusivismo sul tessuto urbanistico e sulla sicurezza idrogeologica e sismica si conferma devastante anche perché efficaci politiche di contrasto faticano a imporsi. L'abusivismo edilizio è un fenomeno che non risparmia purtroppo i luoghi più belli del paese, da Nord a Sud, cospargendolo di manufatti che spesso rimangono allo stato incompiuto di scheletri, oppure di villette e alberghi che privatizzano aree di spiaggia o sorgono in mezzo ai letti dei fiumi o in aree esposte al rischio idrogeologico. Tali abusi si legano a doppio filo con le cave illegali, con la movimentazione di terra e la produzione di calcestruzzo e con l'attività delle imprese gestite dalla criminalità organizzata;
    il dossier di Legambiente «Abbatti l'abuso. I numeri delle (mancate) demolizioni nei comuni italiani», del settembre 2018, è stato realizzato dall'associazione a partire dai dati forniti da 1.804 comuni italiani (il 22,6 per cento del totale), con una analisi del fenomeno dal 2004, anno successivo all'ultimo condono edilizio, ad oggi e il quadro complessivo che emerge conferma la sostanziale inerzia di fronte all'abusivismo e alle prescrizioni di legge rispetto alle procedure sanzionatorie e di ripristino della legalità. Il fatto che oltre 6 mila i comuni non abbiano inoltre risposto all'indagine di Legambiente e che 84 abbiano, invece, negato le informazioni richieste, dimostra che purtroppo ancora oggi – in mancanza di un censimento nazionale del fenomeno e con dati in circolazione spesso carenti, contraddittori o palesemente sottostimati, siamo di fronte a informazioni gelosamente custodite;
    siamo di fronte a un fenomeno complesso, immerso in un pantano burocratico che si è allargato a dismisura con i tre condoni edilizi, che hanno puntualmente rilanciato nuove stagioni di abusivismo, con l'inerzia dei Comuni e con lo stallo prodotto dai ricorsi amministrativi mai giunti a sentenza. Proprio per questo è indispensabile intervenire nella materia, perché occorre riscattare interi territori e le loro comunità, riportando legalità, sicurezza, bellezza, economia sana e turismo;
    attuare quindi un piano nazionale di demolizione dei manufatti abusivi, anche tramite strumenti normativi adeguati e agili non soltanto serve a tutelare la bellezza del territorio nazionale e la sicurezza idrogeologica e sismica dei nostri concittadini, ma rappresenta anche un'arma efficace di deterrenza contro la criminalità organizzata, la corruzione e la concorrenza sleale verso imprese edili che lavorano onestamente;
    per questo proponiamo di porre sui Prefetti la responsabilità delle demolizioni prevedendo anche risorse dedicate allo scopo,

impegna il Governo

nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, ad intervenire con la massima urgenza modificando la disciplina contenuta nell'articolo 41 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 per attribuire le necessarie competenze ai Prefetti per gli interventi di demolizione di opere abusive, allo scopo riservando le necessarie risorse attraverso l'istituzione di un fondo dedicato, da costituire presso il Ministero dell'Interno.
9/1334-AR/179. (Testo modificato nel corso della seduta)  Braga, Buratti, Del Basso De Caro, Morassut, Morgoni, Orlando, Pellicani, Pezzopane, De Micheli.