Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
S.6/00031 esaminate la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2017 (Doc. LXXXVII, n. 1) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia...
Atto Senato
Risoluzione in Assemblea 6-00031 presentata da LUCA CIRIANI
mercoledì 5 dicembre 2018, seduta n.067
Il Senato,
esaminate la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2017 (Doc. LXXXVII, n. 1) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2018 (Doc. LXXXVI, n. 1),
premesso che:
la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, giusto quanto previsto dall'articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, trasmessa alle Camere il 19 marzo 2018, fornisce alle stesse gli elementi conoscitivi necessari a valutare la partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione delle politiche dell'Unione europea;
detta Relazione (Doc. LXXXVII, n. 1) illustra la linea politica di azione seguita dal Governo sulle principali aree di intervento esaminate nelle sedi decisionali europee, e ne evidenzia in diversi casi l'evoluzione a fronte di profili di criticità. La Relazione, inoltre, evocati gli atti di indirizzo adottati dalla Camera e dal Senato con riferimento a specifici progetti o questioni, si limita ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le posizioni espresse in sede parlamentare;
temi centrali di entrambe le Presidenze europee del 2017, maltese ed estone, sono stati: sul piano interno, il Mercato unico, la sicurezza e i temi sociali; sul piano esterno, la sicurezza, la gestione delle migrazioni e la cooperazione di Vicinato e con l'Africa;
considerato che
la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2018 (Doc. LXXXVI, n. 1) nella sua prima parte illustra lo sviluppo del processo di integrazione europea e le questioni istituzionali, riportando l'azione che il Governo intende assumere per un rilancio dell'integrazione politica europea e un rilancio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea;
la parte finale della Relazione stessa è dedicata al ruolo di coordinamento delle politiche europee in capo al Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE) e al tema dell'adeguamento del diritto interno al diritto dell'Unione europea;
ogni anno con l'approvazione della legge europea, il Parlamento rinuncia alla propria prerogativa di analisi e vaglio dei contenuti delle norme, di fatto recependo passivamente, come fosse un atto dovuto, disposizioni che hanno - peraltro - un forte impatto sull'ordinamento interno, andando ad incidere sensibilmente sulla vita dei cittadini e sulle attività delle imprese italiane;
a tal proposito, i parlamentari di Fratelli d'Italia hanno depositato un progetto di legge costituzionale volta a tutelare la sovranità del popolo italiano, sancita dall'articolo 1 della Costituzione, attraverso la previsione di una clausola di salvaguardia dell'interesse nazionale nell'applicazione del diritto europeo;
tale clausola di salvaguardia prevede che le norme dei Trattati e degli altri atti dell'Unione europea possano essere recepiti ed applicabili in Italia solo a condizione di parità e solo in quanto compatibili con i princìpi di sovranità, democrazia e sussidiarietà, nonché con gli altri princìpi della Costituzione italiana;
si ritiene, dunque, necessario effettuare una valutazione preventiva prima che un atto comunitario possa incidere nell'ordinamento interno e restituire, cosi, al Parlamento la titolarità del pieno potere legislativo, oggi sottomesso ai dettami dell'ordinamento europeo, impropriamente ritenuto superiore e preminente all'interesse nazionale;
questa nostra chiave di lettura è autorevolmente sostenuta da importanti giuristi, tra questi il presidente emerito della Corte costituzionale Paolo Maddalena, che sostiene necessario: "far prevalere sui Trattati la nostra Costituzione, esattamente come hanno fatto e fanno Germania e Francia";
non può sfuggire, invece, che in Italia, dopo un lungo processo, parzialmente governato ma anche subìto dalla Corte costituzionale, è ormai passivamente accettata la prevalenza delle fonti sovranazionali, rispetto, non solo alla legislazione nazionale ordinaria, ma anche alla stessa Costituzione, riconoscendo così all'Europa poteri sovrani sulla nostra Nazione ben ulteriori rispetto a quelli necessari e condivisibili,
impegna il Governo:
a riportare sul giusto piano il rapporto tra le fonti comunitarie e quelle nazionali, restituendo al Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano, la titolarità del pieno potere legislativo, oggi sottomesso ai vincoli dell'ordinamento europeo, impropriamente ritenuto superiore e preminente all'interesse nazionale;
a sottoporre l'introduzione delle norme europee ad un vaglio di compatibilità con la tutela dell'interesse nazionale, subordinandone il recepimento e l'adozione ad una preventiva valutazione di impatto sulla sovranità dell'ordinamento interno e ad una analisi costi-benefici.
(6-00031)
CIRIANI, RAUTI, BALBONI, BERTACCO, DE BERTOLDI, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, LA PIETRA, LA RUSSA, MAFFONI, MARSILIO, NASTRI, RUSPANDINI, STANCANELLI, TOTARO, URSO, ZAFFINI.