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Atto a cui si riferisce:
S.1/00061 premesso che: nella dichiarazione politica "Time to deliver", approvata il 27 settembre 2018 dai Capi di Stato e di Governo dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, non vi è alcun...



Atto Senato

Mozione 1-00061 presentata da ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI
martedì 4 dicembre 2018, seduta n.066

BERNINI, MALAN, BATTISTONI, BERUTTI, LONARDO, SERAFINI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI - Il Senato,

premesso che:

nella dichiarazione politica "Time to deliver", approvata il 27 settembre 2018 dai Capi di Stato e di Governo dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, non vi è alcun riferimento specifico a cibi o a bevande che possono essere dannosi per la salute. Al contrario, il testo parla di regimi alimentari che possono esserlo nel loro complesso, rapportati comunque allo stile di vita che si conduce;

la risoluzione presentata dai 7 Paesi del gruppo Foreign policy and global health (Brasile, Francia, Norvegia, Indonesia, Sudafrica, Thailandia, Senegal) per l'esame della seconda commissione dell'ONU, nell'ambito dell'iniziativa "Global health and foreign politics", mira a creare un legame tra alcune malattie e alcune tipologie di alimenti o bevande;

appare una forzatura ridiscutere sugli alimenti, dopo sole sette settimane dalla presentazione del principio sugli stili di vita, che è stato approvato ai massimi livelli dai capi di Stato e di Governo;

la risoluzione tratta di cibi salutari e non salutari, introducendo un'indicazione non supportata dalla scienza, che invece si riferisce a diete salutari e non;

l'obiettivo dei proponenti della risoluzione sembra quello di evidenziare che i prodotti messi all'indice debbano essere colpiti da restrizioni, dazi e regolamentazioni stringenti sulla loro commercializzazione;

va evidenziato che già il solo legame tra malattie e alimenti rappresenta un'estrema banalizzazione dei problemi legati alla salute, posto che la salute e le malattie sono certamente e principalmente legate anche all'attività fisica, lavorativa, sportiva, oltre che allo stile di vita, all'età anagrafica e all'ambiente in cui si vive;

ove fosse approvata la risoluzione, tutti i Paesi sarebbero autorizzati ad apporre etichette con ben visibili bollini su cibi e bevande, come quelli ad esempio in uso sulle sigarette, che danneggerebbero l'export dell'industria della trasformazione agroalimentare italiana;

vale al contrario ricordare l'impatto straordinario che ha quotidianamente un cubetto di formaggio grana ovvero mezzo litro di latte intero sulla crescita di un bambino. Gli stessi alimenti se mangiati da un soggetto adulto, magari in sovrappeso, possono avere impatti diversi, proprio ad evidenziare che si tratta di una questione legata alla dieta e non agli alimenti o alle bevande;

peraltro va evidenziato come la Food and drugs administration (FDA) statunitense ha pubblicato un invito ad indicare sulle confezioni degli olii contenenti il 70 per cento di acido oleico (olio extra vergine di oliva italiano) che il loro consumo porta benefici cardiovascolari, quando sostituisce il grasso saturo dannoso per il cuore;

quindi una risoluzione che imponesse di scrivere su un prodotto alimentare sano come il formaggio grana o come il latte intero, ovvero sull'olio extravergine di oliva, che nuoce alla salute, sarebbe non solo sbagliata ma, da un punto di vista scientifico, completamente priva di fondamento;

in particolare vengono incriminati i cibi italiani contenenti sali, grassi e zuccheri;

la stessa maggioranza, per iniziativa di alcuni suoi deputati, ha tentato di criminalizzare l'utilizzo degli zuccheri, paventando l'introduzione di una sugar tax sulle bevande alcoliche e su altri alimenti contenenti zucchero, peraltro attaccando pesantemente l'industria italiana della trasformazione della barbabietola da zucchero, già in crisi perché colpita dalle nefaste politiche europee;

le esportazioni italiane nel settore agroalimentare hanno superato i 41 miliardi di euro nel 2017, il 7 per cento in più rispetto al 2016,

impegna il Governo:

1) a portare in sede ONU delle evidenze scientifiche sulla qualità e sulle caratteristiche nutrizionali positive dei prodotti italiani derivanti dalla trasformazione agroalimentare, tali da supportare l'azione diplomatica italiana, che porti al ritiro o alla bocciatura in sede ONU della risoluzione citata o di eventuali risoluzioni simili, verificando anche i vizi formali presenti nella risoluzione e ricordando che le Nazioni Unite non possono approvare indicazioni prescrittive;

2) ad intervenire in ogni sede europea per ripristinare il volume dei trasferimenti alla politica agricola nazionale italiana che sarebbe penalizzata dalla recente approvazione dell'ipotesi di bilancio UE 2021-2017, che purtroppo prevede tagli al settore agricolo e ai fondi alla coesione che coinvolgono le regioni italiane a forte vocazione agricola, che potrebbero avere pesanti ripercussioni sulla produzione italiana;

3) a valorizzare in ogni sede, mediante i più opportuni investimenti e le strutture più adeguate allo scopo, gli alimenti e le bevande che caratterizzano il made in Italy e la cosiddetta dieta mediterranea, considerata patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco, proponendo un'importante campagna di pubblicizzazione e valorizzazione dei nostri prodotti all'estero e agevolando con iniziative concrete, anche di carattere fiscale, i nostri esportatori di prodotti agroalimentari, affinché possano essere i nostri stessi prodotti i migliori ambasciatori nel mondo;

4) a promuovere campagne per incoraggiare regimi alimentari equilibrati in Italia, dove siano presenti tutti gli alimenti salutari della dieta italiana.

(1-00061)