• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/01002 (5-01002)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 novembre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali)
5-01002

Signor Presidente, Onorevoli Deputati, questo Governo, fin dal suo insediamento ha indirizzato ogni sforzo per contrastare i flussi migratori irregolari e il business del traffico degli esseri umani nel Mediterraneo. Le azioni messe in campo si sono sviluppate su più fronti.
  Sul piano europeo, abbiamo affermato in maniera decisa il principio di condivisione della responsabilità della difesa delle frontiere esterne, nonché la necessità di riformare il Regolamento Dublino in modo non penalizzante per il nostro Paese.
  Il Governo, sin da subito, si è impegnato nel potenziamento e nell'ampliamento degli accordi di collaborazione con i Paesi più esposti ai flussi di partenza e transito dei migranti. Ricordo che una delle prime azioni è stata proprio quella di fornire i mezzi (decreto-legge 12 motovedette) e la formazione adeguata alle autorità libiche per una più efficace azione di pattugliamento delle coste.
  Le concrete azioni del Governo hanno già prodotto risultati eccellenti. Eloquente è il dato sugli sbarchi: –80 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ottenuto anche grazie all'espulsione delle ONG dal Mediterraneo e alla chiusura dei porti alle imbarcazioni straniere.
  Inoltre, abbiamo nel Decreto sicurezza ed immigrazione (che oggi è stato/verrà convertito) introdotto misure significative per contrastare l'immigrazione irregolare, il traffico di esseri umani, garantendo accoglienza solo a coloro che ne hanno davvero diritto.
  È evidente che rispetto a questa linea politica avviata dal Governo, ogni elemento che possa determinare, come nel caso del Global Compact, eventuali interferenze sul percorso intrapreso deve essere ovviamente evitato.
  Va, in ogni caso, ricordato che l'iniziativa, avviata in ambito ONU nel settembre 2016, è stata sostanzialmente negoziata dal precedente Governo e valutata in occasione dell'Assemblea generale ONU dello scorso luglio.
  Il documento finale, che non sarà un atto giuridicamente vincolante, rischia di condizionare la politica nazionale in materia di immigrazione e di difesa dei confini, e mostra tutti i suoi limiti nel sovrapporre e non distinguere adeguatamente l'immigrazione legale da quella illegale.
  Questa linea di demarcazione è, infatti, cruciale nelle politiche del Governo non solo nell'ottica di garantire la sicurezza dei nostri cittadini ed il controllo delle nostre frontiere, ma anche per tutelare i diritti dei veri rifugiati.
  Il Governo ritiene quindi che il testo debba essere oggetto di un confronto in sede parlamentare. A tal riguardo, proprio stamane in Aula il Ministro Salvini ha annunciato che il Governo non firmerà il documento e non presenzierà alla Conferenza del 10 e 11 dicembre a Marrakech fino a quando il Parlamento non ne discuterà. Ed è di pochi minuti fa una nota del Presidente Conte che annuncia la parlamentarizzazione del dibattito precisando che a Marrakech il Governo non parteciperà.