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Atto a cui si riferisce:
C.5/01008 (5-01008)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 novembre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-01008

  Come ha recentemente affermato il Ministro dell'economia e delle finanze, i fondamentali economici dell'Italia non giustifichino l'attuale livello dello spread. Quindi l'andamento dello spread sui titoli di Stato nei prossimi mesi sarà legato, non solo alle scelte di politica economica ma all'evoluzione del quadro economico e finanziario globale.
  Ciò premesso, per quanto riguarda la paventata correlazione tra i costi del debito pubblico e quelli sul debito delle famiglie e delle imprese, si conferma che l'allargamento del differenziale non impatta, come ricordato dagli onorevoli interroganti, sui mutui ipotecari già in essere. Essi sono infatti a tasso fisso, oppure indicizzato al tasso Euribor a sei mesi, che è un tasso europeo e non specifico dell'Italia e quindi non influenzato in modo diretto dall'aumento del rischio sovrano. Considerazioni analoghe valgono per i prestiti alle imprese.
  Si evidenzia, altresì, per quanto riguarda i prestiti di nuova erogazione, che i dati Banca d'Italia, disponibili fino a settembre, indicano che, sino ad allora, lo spread non ha influenzato in modo avverso il livello dei tassi sui mutui. A settembre il tasso medio sulle nuove operazioni, con periodo di determinazione del tasso fino a un anno, era infatti pari all'1,51 per cento, in discesa dall'1,55 per cento di agosto e marginalmente più basso che in aprile (1,52 per cento), l'ultimo mese prima delle tensioni sul mercato dei titoli di Stato.
  Anche per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, i dati Banca d'Italia mostrano che a settembre il tasso medio sulle nuove operazioni con periodo di determinazione del tasso superiore a un anno era pari all'1,93 per cento, contro il 2,0 per cento di aprile. I tassi fissi offerti alla clientela sono stati probabilmente influenzati dall'aumento del rendimento sui BTP a lunga scadenza. Tuttavia le banche hanno traslato in modo incompleto tale aumento, riducendo i loro margini. Inoltre, la scadenza prescelta per i mutui potrebbe essere variata in qualche misura.
  In conclusione, per quanto attiene al merito del quesito posto relativo al grado di incidenza sui nuovi mutui della eventuale persistenza dell'attuale livello di spread, si evidenzia che, se l'aumento dello spread persistesse nel tempo, la traslazione sui tassi praticati dalle banche per i mutui ipotecari potrebbe risultare più significativa. Ma qui entrano in gioco, come detto, molte variabili esogene che possono influenzare i mercati.
  C’è, altresì, contestualmente da notare una forte resilienza sin qui mostrata dal sistema bancario italiano, la cui ragione principale è che, comunque, la crescita dei depositi bancari è continuata fino a tutto ottobre, per cui le banche dispongono della liquidità necessaria.
  Inoltre, è bene ricordare che le banche sono meglio capitalizzate che in passato ed hanno notevolmente ridotto il loro funding gap (differenza fra stock di prestiti erogati e raccolta tramite depositi e strumenti assimilati).