• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00971 (5-00971)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00971presentato daINVIDIA Niccolòtesto diMercoledì 21 novembre 2018, seduta n. 88

   INVIDIA, OLGIATI e ILARIA FONTANA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nel 1970, i comuni di Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Nerviano e Samarate hanno dato vita al consorzio Accam (Associazione comuni comprensorio alto milanese) programmare e costruire impianti di smaltimento rifiuti alternativi alle discariche;

   l'inceneritore sito nel territorio di Busto Arsizio ha una capacità medio/piccola (circa 100.000 tonnellate annue) per un bacino di utenza di circa 440.000 cittadini dei 27 comuni soci insistendo su un'area di oltre 700.000 abitanti;

   l'impianto, in particolare le due linee forno, dal 1984 al 1994, ha mostrato diversi malfunzionamenti, finché nel 1994 è stato chiuso in seguito alle rilevanti emissioni di polveri totali (36mg/Nmc) e di mercurio (0,54mg/Nmc). Dal 1997 è stata rimessa in funzione una linea e nel 2000 si è provveduto ad un ammodernamento dell'impianto. Negli anni successivi vi sono stati altri casi di sforamenti dei limiti emissivi tra cui recentemente quelli del 15 marzo 2018, con blocco dei forni da parte degli organi di controllo (Arpa Lombardia ha disposto un vincolo giornaliero di allerta più stringente e ha chiesto interventi per scongiurare ulteriori emissioni incontrollate); va ulteriormente precisato che le polveri emesse derivano direttamente dal processo di combustione senza nessun tipo di trattamento (bicarbonato e carboni attivi) per l'abbattimento sia dei microinquinanti, che dei metalli pesanti;

   da quanto si apprende da diversi organi di stampa (fra cui anche «La Provincia di Varese» del 16 ottobre 2016), i sindaci dei comuni interessati hanno deciso di far concludere l'attività della società Accam spa nel 2017 con la conseguente liquidazione della società e dei dipendenti;

   nell'Allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016 è espressamente riportato che «Per rimpianto di Busto Arsizio (VA), la società ACCAM spa ha comunicato – giusta nota prot. n. U2512 del 9 novembre 2015 – che “a seguito dell'Assemblea dei Soci di ACCAM spa [...] i comuni Soci hanno deliberato nell'atto di indirizzo programmatico la data improrogabile di spegnimento dell'impianto di incenerimento entro e non oltre il 31 dicembre 2017”»;

   si segnala, tuttavia, che nell'assemblea dei soci che si è tenuta il 27 ottobre 2016, alcune settimane prima del termine indicato per la liquidazione della società, gli stessi soci del consorzio hanno preso atto delle difficoltà economiche di Accam spa rilevando che l'unico modo per chiuderla in bonis era posticiparne la chiusura di 4 anni, quindi nel 2021. I sindaci/soci hanno così votato per il prolungamento dell'attività;

   dopo quasi 2 anni da tale decisione, il consiglio di amministrazione della Accam spa si dichiara incapace di portare a liquidazione la società e, di conseguenza, di chiudere l'impianto in bonis. I motivi addotti in merito sono le peggiorate difficoltà finanziarie, dovute alla sempre maggiore raccolta differenziata effettuata sul territorio e al mancato conferimento di 7 comuni soci, oltre alla mancanza di fondi accantonati per la bonifica –:

   se il Governo ritenga di assumere iniziative normative affinché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016, in tema di individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili, tenga conto dell'intervenuta variazione nella data di cessazione dell'attività dell'impianto e delle connesse criticità ambientali;

   se il Governo intenda attivare il comando carabinieri per la tutela ambientale per accertare l'eventuale sussistenza di un danno ambientale.
(5-00971)