• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.3/00391 ROMANI, AIMI, CRAXI, MALAN - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che: il 15 marzo 2011 in Siria prende il via una serie di manifestazioni...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00391 presentata da PAOLO ROMANI
martedì 20 novembre 2018, seduta n.060

ROMANI, AIMI, CRAXI, MALAN - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

il 15 marzo 2011 in Siria prende il via una serie di manifestazioni pubbliche contro il Governo centrale nell'ambito del più ampio contesto della cosiddetta "primavera araba";

il 4 giugno 2011 avviene per la prima volta un'azione di protesta in cui i dimostranti prendono le armi e reagiscono violentemente agli apparati di sicurezza a Jisr ash-Shugur, nella provincia di Idlib, vicino al confine con la Turchia;

il 29 luglio 2011 un gruppo di ufficiali disertori crea l'Esercito siriano libero (ESL), un vero e proprio apparato militare combattente che, con lo scopo di destituire il Governo baatista, crea una catena di comando e organizza i gruppi ribelli, armandoli e addestrandoli;

col radicalizzarsi degli scontri ai gruppi ribelli si aggiunge una forte componente di foreign fighters che assumono i ruoli di comando della gerarchia militare dell'ESL e caratterizzano l'opposizione al Governo in chiave fondamentalista di stampo salafita;

il 14 marzo 2012 l'Italia ha sospeso l'attività della propria Ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza, contestualmente ai principali partner dell'Unione europea; al momento la rappresentanza diplomatica italiana in Siria è costituita da un'antenna presso l'Ambasciata d'Italia a Beirut guidata da un vice commissario amministrativo, consolare e sociale;

il 28 maggio 2012, con un'iniziativa coordinata tra Roma e le altre capitali europee dopo il massacro ad Hula, attribuito al regime siriano, l'ambasciatore della Repubblica Araba Siriana a Roma, Khaddour Hasan, è stato convocato alla Farnesina, dichiarato "persona non grata'' ed espulso; contemporaneamente sono stati annunciati provvedimenti da parte dei governi di Parigi, Berlino Londra e Madrid e analoga iniziativa è stata adottata da Stati Uniti, Canada e Australia;

l'inviato speciale dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, ha confermato, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza, che rimarrà in carica solo per un ultimo compito e riferirà nuovamente a dicembre se potrà o meno convocare la Commissione costituzionale, prima di essere sostituito da Geir Pedersen, attuale ambasciatore della Norvegia in Cina, già designato come futuro inviato speciale in Siria dall'ONU, il quarto negoziatore nominato dalle Nazioni Unite dall'inizio della guerra civile siriana;

il Governo siriano, per voce del viceministro degli Esteri, Faisal al-Meqdad, ha dichiarato l'intenzione di collaborare con il nuovo inviato Onu, "se adotterà metodi diversi dal suo predecessore", e "se esprimerà il proprio sostegno per l'unità territoriale della Siria e del suo popolo e non parteggerà per i terroristi, come ha fatto il suo predecessore";

tra novembre e dicembre 2017 si è svolta l'ottava sessione, dall'inizio della guerra in Siria, dei colloqui di pace intra-siriani convocati dall'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, sulla base della risoluzione n. 2254 del 18 dicembre 2015 del Consiglio di Sicurezza, con il supporto del Gruppo di sostegno internazionale alla Siria (ISSG15);

tale risoluzione prevede la fine dei combattimenti, il ruolo delle Nazioni Unite nel coinvolgere tutte le parti del conflitto al tavolo dei negoziati, l'impegno a sostenere la sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale della repubblica siriana; l'istituzione di un Governo nazionale di transizione; l'avvio del processo di elaborazione di una nuova Costituzione e lo svolgimento di libere elezioni sotto la supervisione delle Nazioni Unite;

l'Italia fa parte del Gruppo internazionale di supporto (ISSG) e contribuisce ai lavori delle task force attive a Ginevra sugli accessi umanitari e la tregua;

la posizione italiana sul dossier siriano si basa su questi punti: non può esserci una soluzione militare sostenibile; è necessario perseguire una posizione politica inclusiva, sostenendo a tal fine gli sforzi dell'inviato speciale ONU, Staffan De Mistura, per una transizione in linea con la risoluzione n. 2254 del Consiglio di sicurezza; non ci può essere riconciliazione senza accountability per le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani; è indispensabile un atteggiamento di dialogo verso la Russia per una soluzione politica durevole al conflitto siriano;

l'Italia ha inoltre stanziato per la crisi siriana, nel triennio 2016- 2018, 400 milioni di dollari in attività umanitarie e di sviluppo, per progetti che verranno realizzati anche nei Paesi di accoglienza dei rifugiati siriani, in particolare Giordania e Libano;

il Consiglio supremo di Difesa, riunitosi il 31 ottobre 2018 al Quirinale, sotto la presidenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in riferimento al conflitto siriano, ha valutato che: "la situazione nel teatro siro-iracheno, nonostante il forte ridimensionamento della presenza di Daesh nell'area, continua a destare particolare preoccupazione per la contestuale presenza sul terreno di attori locali, potenze regionali e globali. Sussiste il rischio di un ulteriore aumento della conflittualità, con possibili conseguenze di carattere umanitario che possono interessare direttamente anche il continente europeo";

al processo di Ginevra a guida ONU si è sovrapposto il Tavolo di Astana (Russia, Iran e Turchia) a partire dal dicembre 2016, riconosciuto successivamente in sede ONU con la risoluzione n. 2336;

esso tornerà a riunirsi il 28 e 29 novembre per discutere della situazione a Idlib, del ritorno di profughi e sfollati, e della ricostruzione dopo il conflitto;

il Tavolo di Astana ha consentito di ristabilire il dialogo tra Governo e opposizione siriana e ha reso possibile agli inizi di maggio 2017 a Iran, Russia, Turchia e parti siriane di concordare 4 aree di de-escalation,in cui la cessazione delle ostilità tra ribelli e forze lealiste avrebbe costituito la premessa per il ritorno di rifugiati e sfollati interni;

il flusso migratorio dei rifugiati siriani si è invertito: dal 18 luglio, più di 29.000 rifugiati sono tornati in Siria dal Libano e dalla Giordania; le autorità russe e turche valutano che siano circa 270.000 i siriani tornati in patria dall'estero;

il 28 maggio 2018 il Consiglio europeo ha prorogato fino al 1° giugno 2019 le misure restrittive dell'Unione europea nei confronti del regime siriano,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda rivedere la posizione italiana in merito alla crisi siriana alla luce degli sviluppi militari, diplomatici e migratori, ripristinando regolari rapporti diplomatici con il Governo siriano, prevedendo l'invio a Damasco di un rappresentante con rango diplomatico e la riapertura delle rispettive ambasciate;

se intenda promuovere, a livello europeo ed internazionale la revisione delle sanzioni europee nei confronti della Siria, anche al fine di supportare il processo di ricostruzione con le competenze specifiche italiane.

(3-00391)