• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00381 FERRARA, PUGLIA, LUCIDI, AIROLA, MARILOTTI, PACIFICO, DESSI', ORTOLANI, ANASTASI, ROMANO, ANGRISANI, TRENTACOSTE, CROATTI, GIROTTO, MONTEVECCHI, BOTTO, AUDDINO, ROMAGNOLI, MATRISCIANO,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00381 presentata da GIANLUCA FERRARA
giovedì 15 novembre 2018, seduta n.059

FERRARA, PUGLIA, LUCIDI, AIROLA, MARILOTTI, PACIFICO, DESSI', ORTOLANI, ANASTASI, ROMANO, ANGRISANI, TRENTACOSTE, CROATTI, GIROTTO, MONTEVECCHI, BOTTO, AUDDINO, ROMAGNOLI, MATRISCIANO, GRASSI, DE LUCIA, CORRADO, RICCIARDI, CORBETTA, DONNO, CIAMPOLILLO, LANNUTTI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale - Premesso che:

nel giugno 2011, a pochi mesi dagli effetti della "Primavera araba", è nato l'esercito di liberazione della Siria con il fine di provocare un cambio violento di regime politico;

in data 14 marzo 2012 l'Italia ha sospeso l'attività della propria ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff della sede diplomatica;

il 26 maggio del 2012 a Hula, nel governatorato di Homs, gli oppositori hanno mostrato i corpi di decine di bambini morti ammassati nelle moschee, accusando il Governo di un attacco con armi pesanti contro i civili. La notizia ha scosso l'opinione pubblica mondiale;

il 28 maggio 2012 il Governo italiano ha chiuso l'ambasciata siriana in Italia comunicando l'avviso di "persona non grata" all'allora ambasciatore siriano Khaddour Hasan;

analoghe misure sono state prese in altri nove Paesi, tra cui Francia, Belgio, Australia, Usa e Gran Bretagna, sempre come conseguenza della strage di civili di Hula, attribuita, in un primo momento, alle forze governative, di cui non sono state raccolte però prove inconfutabili di tale responsabilità;

l'altalenante evoluzione della situazione siriana dal 2011 ad oggi ha comportato l'ingresso in Siria di migliaia di foreign fighter, appartenenti a milizie mercenarie ed estremiste, tra cui il Fronte Al Nursa (dal 2016 Jabath Fatah al Sham) e l'Isis;

la risoluzione 2254/2015 del Consiglio di sicurezza dell'ONU sulla Siria ha sollecitato gli Stati membri, in particolare i membri del Gruppo di sostegno internazionale alla Siria (ISSG), a sostenere e accelerare tutti gli sforzi volti al raggiungimento della tregua anche attraverso la pressione esercitata su tutte le parti in vista di un accordo e dell'adesione al cessate il fuoco;

il 28 maggio 2018 il Consiglio europeo ha prorogato fino al 1° giugno 2019 le misure restrittive dell'Unione europea nei confronti del regime siriano;

considerato che:

l'evoluzione del conflitto siriano ha rafforzato la posizione del Governo di Hassad, che oggi controlla la maggior parte del territorio nazionale, ad esclusione di Idlib, la più grande delle quattro aree di de-escalation (con Homs-Hama, Daraa e Ghouta) concordate da Russia, Iran e Turchia nel negoziato di Astana;

la Giordania e la Siria hanno raggiunto un accordo per la riapertura dell'importante valico di frontiera di Nasib, vitale per gli scambi commerciali, che negli ultimi tre anni era rimasto sotto il controllo dei ribelli anti Assad;

le Nazioni Unite, Israele e la Siria hanno accettato di riaprire il valico di frontiera di Quneitra tra Israele e Siria sulle alture del Golan a partire dal 15 ottobre 2018;

diversi Paesi del Golfo stanno rivedendo la propria politica verso il Governo siriano, in chiave anti iraniana;

considerato che, a parere degli interroganti:

la strategia adottata dall'Unione europea nel documento strategico sulla Siria del 3 aprile 2017 risulta ormai obsoleta rispetto alle evoluzioni politiche e militari degli ultimi 2 anni;

con l'ingresso diretto di truppe statunitensi, russe, turche, iraniane, israeliane e di altri Paesi, il conflitto siriano rischia, in questa difficile fase, di espandersi, da regionale a globale;

il dialogo tra le parti è l'unico antidoto a un'escalation militare globale;

la ricostruzione del Paese potrebbe essere supportata anche dalle imprese italiane;

il riassorbimento dei flussi di profughi siriani è possibile solo attraverso la pacificazione del Paese e il miglioramento delle condizioni di vita nelle zone già pacificate,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se intenda ripristinare regolari rapporti diplomatici con il Governo siriano, tra cui la riapertura delle rispettive ambasciate;

se intenda intervenire, nell'ambito delle sue attribuzioni, a livello europeo per negoziare una road map che porti alla fine delle sanzioni europee nei confronti della Siria;

se intenda potenziare con iniziative di competenza le misure di monitoraggio del fenomeno dei foreign fighter.

(3-00381)