• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00851 IANNONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che: l'Associazione italiana arbitri (AIA) è l'associazione che, all'interno della Federazione italiana giuoco calcio...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00851 presentata da ANTONIO IANNONE
mercoledì 14 novembre 2018, seduta n.058

IANNONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

l'Associazione italiana arbitri (AIA) è l'associazione che, all'interno della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), presta attività di selezione e designazione degli ufficiali di gara nelle competizioni della FIGC e degli organismi internazionali, cui aderisce la Federazione stessa;

essa è finita recentemente alla ribalta della cronaca, anche per questioni riguardanti l'opacità della propria struttura organizzativa, funzionale e dei propri meccanismi interni per la selezione dei migliori arbitri non improntata a criteri strettamente oggettivi e meritocratici;

nello specifico, è stato oggetto di cronaca la denuncia dell'ex arbitro di serie A Claudio Gavillucci, della sezione di Latina, in ordine alle ragioni relative alla propria dismissione dall'organico della massima serie arbitrale (Can A), occorsa al termine della scorsa stagione sportiva 2017-2018;

con istanza presentata al tribunale federale nazionale, egli ha impugnato tale provvedimento denunciando, nella procedura che lo vedrebbe come ultimo in una presunta graduatoria di merito, la violazione dei principi di trasparenza, imparzialità e del diritto d'informazione, ravvisando un difetto di motivazione, oltre alla mancanza di piena autonomia degli organi tecnici giudicanti;

come confermano alcune inchieste giornalistiche e di mass media nazionali, attraverso documenti inquietanti ed esclusivi, emergerebbe, in effetti, in maniera inequivocabile, una condotta a dir poco non chiara da parte dei vertici dell'AIA;

l'Associazione italiana arbitri, in quanto agisce nell'ambito della FIGC, percepisce fondi e finanziamenti pubblici. Essa, infatti, dà copertura alle spese per le prestazioni arbitrali e per la formazione degli stessi, attraverso fondi propri;

è evidente, quindi, la rilevanza anche pubblicistica della materia, ed un'evidente conferma del fatto che si è in presenza di una vera e propria attività suscettibile di essere considerata pubblica e dell'applicabilità, a tale ambito, della legge n. 241 del 1990, è giunta anche da parte del tribunale federale nazionale FIGC, con sentenza in data 9 ottobre 2017, n. 17, che, a riguardo della progressione e della dismissione degli arbitri, recita: "che la progressione e la dismissione degli arbitri assumono senz'altro una valenza pubblicistica, dal momento che concernono la scelta e l'individuazione dei soggetti che devono garantire il corretto svolgimento delle competizioni sportive professionistiche di interesse nazionale";

nondimeno, chiarezza ed esigenza di particolare rispetto dei principi di legalità da parte di chi gestisce fondi pubblici come l'AIA deriva anche dalla circostanza che la stessa Corte dei conti, con sentenze n. 872 e n. 873/2009 e n. 993/12 e con riferimento specifico all'Associazione, ha rilevato che "L'AIA osserva le norme e le direttive federali e fornisce alla FIGC il bilancio preventivo e consuntivo annuale (art. 1 del regolamento dell'AIA)";

pertanto, "l'arbitro, come iscritto all'AIA, è tenuto al rispetto delle norme federali che hanno specifica rilevanza nell'ordinamento sportivo, ma al tempo stesso partecipa all'esercizio della funzione di interesse pubblico prima ricordata demandata alla FIGC, la quale riceve dal CONI le apposite contribuzioni pubbliche", così inserendosi "in quell'articolato procedimento di natura pubblica e di impiego di risorse pubbliche destinate al CONI";

e, ancora, "Il carattere pubblico delle attività per cui è causa risulta avvalorato, nelle motivazioni del giudice contabile, dal richiamo dell'art. 15 del decreto Melandri, che assegna alle Federazioni sportive il compito di svolgere l'attività sportiva in armonia con le deliberazioni e gli indirizzi del Comitato Olimpico Internazionale e del Coni "anche in considerazione della valenza pubblicistica di specifici aspetti di tale attività", e dell'art. 23 dello statuto del CONI, che individua specificamente le attività delle federazioni sportive da ritenersi a valenza pubblicistica, tra le quali sono ricomprese quelle concernenti il "controllo in ordine al regolare svolgimento delle competizioni e dei campionati sportivi professionistici ",

si chiede di sapere:

se il Governo intenda assumere informazioni sulle ragioni per cui il provvedimento di dismissione a fine stagione di quelli che sono veri e propri magistrati del principale sport nazionale, emanato a fine stagione da parte di un'organizzazione che gestisce fondi pubblici, possa continuare ad essere formato in un contesto che all'interrogante appare di opacità e di potenziale illegittimità, potendo in tal modo ledere in maniera inequivocabile il principio di trasparenza e d'imparzialità nella selezione e nelle graduatorie arbitrali di fine stagione sportiva, le quali giustificano permanenza o dismissione nei ruoli;

se intenda assumere informazioni ed iniziative per conoscere le ragioni per cui nessun arbitro di serie A e B, durante la stagione ed anche al termine della stessa, non conosca mai il voto di ogni singola prestazione e la relativa posizione nella graduatoria che poi dovrà decretarne promozione, riconferma o dismissione dall'organico, apparendo all'uopo evidente come, dalla violazione dell'imparzialità, dalla discriminazione e dalla non trasparenza delle decisioni, possa derivare grave pregiudizio ed alterazione nella stessa regolarità nella gestione dei campionati di calcio. In tal modo, infatti, non si assicurerebbero le migliori direzioni di gara sotto un profilo oggettivamente meritocratico;

se, in relazione alle questioni evidenziate, intenda assumere le iniziative di propria competenza per pretendere maggiore trasparenza ed imparzialità all'interno del mondo del calcio e di un'organizzazione arbitrale che utilizza risorse pubbliche, al fine di garantire direzioni di gara adeguate in uno sport che mobilita ogni settimana milioni di persone e la passione di tanti cittadini, che confidano nella legalità e che hanno il diritto di pretendere qualità, regolarità ed imparzialità delle prestazioni arbitrali.

(4-00851)