• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00108 (7-00108) «Segneri, Cubeddu, De Lorenzo, Vizzini, Perconti, Costanzo, Siragusa, Tucci, Giannone, Amitrano, Tripiedi, Pallini, Caffaratto, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Murelli, Caparvi, Moschioni,...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00108presentato daSEGNERI Enricatesto diMercoledì 14 novembre 2018, seduta n. 83

   L'XI Commissione,

   premesso che:

    secondo i dati forniti dall'Associazione nazionale filiera industria automobilistica, in un report pubblicato nel mese di settembre 2018, il mercato italiano dell'auto avrebbe subito un forte calo (-25 per cento), dopo le crescite registrate a luglio (+5 per cento) e ad agosto (+10 per cento) – con una moderata crescita che ha coinvolto soltanto le vendite di auto ibride ed elettriche, con un aumento del 13,4 per cento della quota delle vetture green – determinato dall'introduzione, a partire dal 1° settembre – delle nuove normative sulle emissioni e, quindi, dell'obbligo di immatricolare esclusivamente vetture dotate di un propulsore Euro 6C e 6D temp;

    tale andamento decrescente delle vendite e contestualmente dell'attività produttiva nel settore automobilistico nazionale, sembra prospettare uno scenario di crisi simile a quello verificatosi in seguito al ciclo recessivo che ha avuto inizio nel 2008, con le relative conseguenze sul piano occupazionale. Infatti, gli addetti alla produzione di automobili che nel 2008 ammontavano a 68.500 unità, oggi sono scesi a meno di 66.000 unità;

    il comparto della filiera automobilistica – in Italia – occupa 252 mila addetti, e lo stesso rappresenta un tassello fondamentale per la crescita del Paese sia in termini di produzione industriale (7 per cento del settore manifatturiero), sia per l'occupazione nelle imprese dei settori dell'industria, del commercio e dei servizi (7 per cento);

    Fiat Chrysler Automobiles (Fca) – noto gruppo che opera nel mercato automotive con i marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep, Lancia, Ram, Maserati e Mopar – che lavora anche in Italia attraverso 35 stabilimenti produttivi, a settembre ha riportato, sul territorio nazionale, un forte calo delle immatricolazioni (-40,33 per cento) e un calo delle vendite, nei nove mesi precedenti, di circa il 10,56 per cento, situazione che mette sicuramente a rischio i tassi occupazionali;

    l'effetto domino della riduzione dei volumi produttivi, colpisce anche i lavoratori Alfa Romeo di Cassino; infatti, le notizie relative all'attuale situazione dello stabilimento cassinate Fca non sono positive. L'arrivo della cassa integrazione per oltre 4 mila lavoratori per tre settimane, dal 25 ottobre a metà novembre va ad aggiungersi al calo produttivo registrato nel terzo trimestre di questo anno, fattori questi che destano preoccupazione tra operai e impiegati. La riduzione dei volumi tra l'altro ipoteca negativamente anche il rientro in fabbrica dei giovani precari lasciati a casa dall'azienda;

    l'andamento dell'occupazione negli stabilimenti italiani di Fca non ha fino ad ora avuto margini di ripresa, nonostante tra gli obiettivi del completamento del piano 2014-2018 vi fosse l'azzeramento dell'uso degli ammortizzatori sociali;

    in questi ultimi mesi, i lavoratori si sono mobilitati in tutti gli stabilimenti Fca e Magneti Marelli per avere un confronto sugli investimenti, l'occupazione e la contrattazione. In particolare, si registra una forte preoccupazione laddove non si sono ancora avute garanzie circa la ripresa produttiva a regime ordinario né tanto meno la prosecuzione dell'attività produttiva oltre il 2018: è il caso della carrozzeria di Mirafiori, dello stabilimento Maserati di Brugliasco e dell'impianto di Pomigliano d'Arco;

    dal 2008 lo stabilimento di assemblaggio motori di Fiat Chrysler Automobiles (FCA, ex Fma) di Pratola Serra (Avellino) sta attraversando una grave crisi produttiva che restituisce i seguenti dati allarmanti: 1.400 giornate tra cassa integrazione guadagni ordinaria, cassa integrazione guadagni straordinaria e contratti di solidarietà per ogni lavoratore, con una perdita salariale che ha raggiunto la ragguardevole cifra di 50.000 euro di media pro capite. Ad oggi, tra addetti alle aziende terziarizzate e Fca si contano circa 400 posti di lavoro in meno e gli impianti continuano a essere sottoutilizzati. Quella della Fca di Pratola Serra rientra nella generale crisi di mercato che sta riguardando il motore diesel, motore che rappresenta il 99,5 per cento di produzione dello stabilimento, irpino e che, a partire dal gennaio 2022, non sarà più prodotto senza, al momento, sapere da cosa sarà sostituito;

    è prossimo il termine di scadenza del contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) vigente negli stabilimenti del gruppo Fca;

    l'interesse da parte del Ministero dello sviluppo economico alla questione della produzione auto in Italia, concretizzatosi in una convocazione degli attori in campo e degli esperti del settore il 30 ottobre 2018, è significativo e concreto,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni iniziativa di competenza, in linea con quanto disposto dalla normativa europea, al fine di assicurare la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali;

   a verificare e monitorare, in sinergia con le parti sociali, il ricorso agli ammortizzatori sociali e la loro efficacia per i lavoratori del settore nelle realtà produttive del comparto e, se necessario, ad adottare le iniziative di competenza per garantire percorsi di riqualificazione professionale a tutela dei livelli occupazionali.
(7-00108) «Segneri, Cubeddu, De Lorenzo, Vizzini, Perconti, Costanzo, Siragusa, Tucci, Giannone, Amitrano, Tripiedi, Pallini, Caffaratto, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Murelli, Caparvi, Moschioni, Bubisutti».