• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00903 (5-00903)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00903presentato daQUARTAPELLE PROCOPIO Liatesto diMercoledì 7 novembre 2018, seduta n. 78

   QUARTAPELLE PROCOPIO, GENTILONI SILVERI, FASSINO, MINNITI, GUERINI, LA MARCA, DE MARIA, SCALFAROTTO, MARTINA, GRIBAUDO, BRUNO BOSSIO, FIANO, CRITELLI, CARNEVALI, UNGARO, BONOMO, GIACHETTI, CIAMPI, ROSATO, PAITA, PEZZOPANE, NOJA, BURATTI, MARCO DI MAIO, SERRACCHIANI e NOBILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Asia Bibi, una cittadina pakistana di fede cattolica è stata arrestata nel giugno 2009 nel suo villaggio del Punjab, con l'accusa di blasfemia, reato punibile con la morte. Da allora, la donna ha vissuto in carcere, spesso in isolamento ed è stata condannata a morte nei primi due gradi di giudizio nel 2010 e nel 2014;

   l'8 ottobre 2018, durante l'ultima istanza davanti la Corte Suprema, la giuria ha messo in discussione i due precedenti verdetti annullando le sentenze di condanna e prosciogliendo la donna da tutte le accuse;

   in questi otto anni di prigionia, a supporto della liberazione di Asia Bibi si sono mobilitate moltissime associazioni a tutela dei diritti umani, istituzioni della comunità internazionale e anche Papa Benedetto XVI nel 2010 e Papa Francesco, che nel 2015 ha incontrato una delle figlie della donna;

   Asia Bibi è diventata una icona di un movimento che chiede la cancellazione del reato di blasfemia in Pakistan – dove secondo una relazione del 2018 della Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa internazionale ci sono circa 40 persone condannate a morte per blasfemia – e il simbolo della persecuzione dei cristiani nel mondo;

   in Pakistan, la vicenda ha scatenato diversi episodi di violenza, la stessa Asia Bibi ha ricevuto negli anni continue minacce, tanto che dopo l'uccisione di Osama bin Laden la sicurezza intorno alla sua cella era stata rafforzata;

   dopo la sentenza di proscioglimento sono esplose manifestazioni di protesta in tutto il Pakistan; il partito islamista pakistano Tehreek-e-Labbaik (Tlp) ha promosso le proteste dichiarando che «se non sarà fatta giustizia e la condanna di Asia sarà trattata con indulgenza o con leggerezza o cercherà di fuggire in un altro Paese, ci saranno conseguenze pericolose»;

   Saif ul-Malook, l'avvocato musulmano di Asia Bibi, ha dichiarato che «già dalla precedente udienza gli estremisti avevano inscenato manifestazioni e campagne social contro l'assoluzione di Asia, chiamandola “maledetta”, invocando l'impiccagione e minacciando di morte i giudici e chiunque l'avesse difesa»;

   la preoccupazione è reale, tanto che le autorità pachistane hanno intensificato la sicurezza del Paese, soprattutto nelle aeree a maggioranza cristiana per scongiurare il pericolo di «massacri anticristiani» come quelli avvenuti a Gojra nel 2009 e a Joseph Colony nel 2013 –:

   quali iniziative diplomatiche intenda intraprendere il Governo per favorire la sollecita partenza di Asia Bibi, della sua famiglia e del suo avvocato dal Pakistan verso l'Italia, come richiesto dalla sua famiglia.
(5-00903)