• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01583 (4-01583)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01583presentato daZANICHELLI Davidetesto diMercoledì 7 novembre 2018, seduta n. 78

   ZANICHELLI, AMITRANO, ANGIOLA, LOMBARDO, PARENTELA, SPADONI e ZENNARO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo . — Per sapere – premesso che:

   il 26 febbraio 2016 è stato siglato a Verona l'accordo interregionale sul prelievo legnoso in ambito boschivo e sulla filiera legno, che include tra i firmatari la regione dell'Emilia-Romagna;

   le autorizzazioni all'abbattimento nell'Unione montana dell'Appennino reggiano sono circa un migliaio all'anno, per complessivi 500 ettari; l'accordo ha definito, tra gli altri, l'obiettivo di un raddoppio di tali quantità; in regione Emilia-Romagna si dovrebbe passare quindi da poco meno di 500 mila metri cubi di prelievo annuo a 900 mila, pari a circa 640 mila tonnellate;

   sia il Tg di Reggio che diversi altri giornali locali (tra cui Reggionline e Reggio Report) hanno più volte sollevato casi di maxi-interventi di disboscamento massivo come quelli avvenuti a Monte Ledo a Succiso, e a Monte Segalari a Montemiscoso e in Alta Val d'Enza, poiché le conseguenze di queste azioni andrebbero a inficiare negativamente sul livello di salute dei cittadini della regione;

   i disboscamenti sono stati approvati dall'Unione dei comuni sulla base di due relazioni del giugno 2017 (Monte Ledo) e del luglio 2017 (Monte Segalari), che risultano in ampie parti identiche, pur trattandosi di zone del territorio ben distanti l'una dall'altra;

   le predette relazioni, a quanto consta all'interrogante, sono a firma di un agronomo/forestale e non di un geologo, quando, invece, si tratta di aree che sono soggette a vincolo idrogeologico e per ottenere lo svincolo, gli interventi rientrano tra quelli per i quali sarebbe stata obbligatoria la relazione geologico-tecnica a firma di un geologo e non di un agronomo (regolamento forestale della regione Emilia-Romagna del 1° agosto 2018, n. 3);

   le opere di disboscamento vanno avanti ormai da un anno, da luglio 2017 per quanto attiene a Monte Ledo, e i tagli, sono avvenuti con modalità che lasciano discutere anche dal punto di vista di impatto paesaggistico;

   la quantità di tagli, inoltre, rispetto alla piantumazione è davvero rilevante non solo perché, contrasta con gli obiettivi del piano forestale regionale del 2014-2020 (https://bit.ly/2Ni1mHQ), ma soprattutto perché avviene in un territorio, come l'Emilia-Romagna, che risulta essere l'area più inquinata d'Europa;

   sulla base della normativa vigente, i tagli, ad avviso dell'interrogante, sono avvenuti in periodi non idonei secondo quanto disposto dalla legge della regione Emilia-Romagna 17 febbraio 2005, n. 5, articolo 8, comma 2, e con inosservanza delle normative inserite nella direttiva CEE 30/1172009 n. 147 («direttiva uccelli»), la quale all'articolo 5, non solo stabilisce che gli Stati membri debbano adottare le misure necessarie per instaurare un regime generale di protezione di tutte le specie di uccelli, ma impone anche il divieto di distruggere o danneggiare i nidi e le uova, nonché di disturbarli durante il periodo di riproduzione e di nidificazione –:

   di quali elementi disponga il Governo circa le azioni di disboscamento e se risulti siano state fatte con modalità poco invasive, che abbiano tenuto conto della salvaguardia dell'ambiente, della biodiversità e del paesaggio, e delle norme nazionali comunitarie in materia di tutela dell'avifauna;

   se non sia opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza e in collaborazione con la regione, per promuovere una strategia di abbattimento dei boschi che mira a favorire l'ampliamento dei boschi in Pianura padana (data la copertura forestale molto bassa) e a realizzare, innanzitutto nella pianura e soprattutto nelle aree periurbane, una vera e propria infrastruttura verde capace di favorire la rigenerazione ambientale delle parti più antropizzate della regione con lo scopo di migliorare la qualità della vita della popolazione ivi insediata;

   se non sia opportuno adottare ogni iniziativa di competenza per la ricostruzione del «paesaggio agrario» che può diventare un eccezionale valore aggiunto per le stesse produzioni agro alimentari, con particolare riguardo alla regione emiliana.
(4-01583)