• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00712 ROMEO - Al Ministro della salute - Premesso che: le procedure di aborto, tanto di tipo chirurgico quanto di tipo farmacologico, possono comportare seri rischi per la salute delle donne,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00712 presentata da MASSIMILIANO ROMEO
giovedì 18 ottobre 2018, seduta n.049

ROMEO - Al Ministro della salute - Premesso che:

le procedure di aborto, tanto di tipo chirurgico quanto di tipo farmacologico, possono comportare seri rischi per la salute delle donne, come abbondante letteratura medica va confermando;

sul piano della capacità gestazionale, la rivista "Human Reproduction" nel 2012 riferisce che le donne con 3 o più aborti effettuati in precedenza avevano probabilità 3 volte più alta di partorire un bambino prematuro;

nella relazione sull'attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, lo stesso Ministero della salute ha registrato 1.143 casi di emorragia tra il 2011 e il 2015, oltre a diverse migliaia di altre complicazioni;

riguardo al pericolo di altre patologie fisiche, una recente ricerca pubblicata nel 2013 sulla rivista "Cancer causes and control" ha rilevato una maggiore probabilità di sviluppare cancro al seno: del 44 per cento in più in caso di un aborto, del 76 per cento in caso di due aborti, dell'89 per cento in caso di tre aborti;

sul piano della salute psichica, diversi studi scientifici hanno rilevato un aumento del rischio di insorgenza di depressione, ansia, disturbo post traumatico da stress, e di abuso di sostanze psicotrope ("Abortion and women's health. An evidence-based review for medical professionals of the impact of abortion on women's physical and mental health", pubblicato dalla "Society for the protection of unborn children", United Kingdom, 2017; "Abortion, substance abuse and mental health in early adulthood: fhirteen-year longitudinal evidence from the United States", Sage open medicine, vol. 4, USA, 2016; "Induced first-trimester abortion and risk of mental disorder", pubblicato dal "New England journal of medicine", USA, 2011);

la citata relazione sull'attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, ha registrato persino un caso di decesso di una ragazza in Campania;

si è instaurata, grazie ad una campagna mediatica a senso unico, una convinzione secondo cui l'unico aborto pericoloso sarebbe quello clandestino, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità riconosce che aborto "legale" non è sinonimo di aborto "sicuro";

a questa errata credenza contribuiscono anche portali di una certa rilevanza istituzionale, quali quello dell'Associazione italiana per l'educazione demografica (Aied), dove si minimizzano le conseguenze dell'aborto, o quello del portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica, dove non si fa cenno alla necessità di informare le donne sulle possibili complicanze derivanti dall'intervento;

la normativa non prevede un modello unico di certificato per l'interruzione di gravidanza, con la conseguente mancanza di uniformità tra i vari modelli data l'assenza di un elenco obbligatorio di informazioni da riportare;

i moduli per il consenso informato sono troppo spesso carenti di informazioni sui possibili rischi per la salute derivanti dalle pratiche mediche abortive;

considerato che:

la legge n. 194 prevede, agli articoli 2 e 5, che la donna sia debitamente informata, messa in grado di esercitare i suoi diritti e aiutata a superare le cause che la inducono ad abortire;

all'art. 14, prevede che il medico che esegue l'interruzione della gravidanza sia tenuto a fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascite nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi, che devono comunque essere attuati in modo da rispettare la dignità personale della donna,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per far sì che le donne siano debitamente informate sui rischi connessi all'aborto, sia attraverso i moduli di consenso informato, sia mediante campagne di sensibilizzazione, sia con altri mezzi di pubblicità;

se e quali iniziative intenda adottare affinché si giunga ad una vera prevenzione della pratica dell'interruzione di gravidanza, nello spirito originario della legge 22 maggio 1978, n. 194.

(4-00712)