• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00691 LANNUTTI, PESCO, MORRA, DI NICOLA, DI PIAZZA, VANIN, ACCOTO, TRENTACOSTE, GUIDOLIN, DRAGO, AGOSTINELLI, LEONE, NOCERINO, CAMPAGNA, PRESUTTO, GAUDIANO, SILERI, PARAGONE, BOTTO, CASTELLONE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00691 presentata da ELIO LANNUTTI
martedì 16 ottobre 2018, seduta n.047

LANNUTTI, PESCO, MORRA, DI NICOLA, DI PIAZZA, VANIN, ACCOTO, TRENTACOSTE, GUIDOLIN, DRAGO, AGOSTINELLI, LEONE, NOCERINO, CAMPAGNA, PRESUTTO, GAUDIANO, SILERI, PARAGONE, BOTTO, CASTELLONE, FENU, URRARO, ABATE - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

la legge di bilancio per il 2018 (legge n. 205 del 2017) ha dettato una serie di disposizioni finalizzate al conseguimento di una gestione efficiente dello spettro e a favorire la transizione verso la tecnologia di telefonia mobile 5G. In quest'ambito è esplicitamente prevista l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze in banda 694-790 MHz, con disponibilità a far data dal 1° luglio 2022 e delle bande di spettro 3,6-3,8 GHz e 26,5-27,5 GHz agli operatori di comunicazione elettronica a banda larga senza fili, assegnazione per la quale si sono svolte le gare pubbliche previste dalla legge, con ottimi risultati per le casse dello Stato;

sempre la legge di bilancio 2018 ha disposto il contestuale abbandono della cosiddetta "banda 700" da parte degli operatori televisivi, transizione che dovrà realizzarsi nell'ambito del nuovo piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre, denominato "PNAF 2018", adottato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom);

la normativa vigente in materia di sistema dei servizi di media audiovisivi, a norma dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 177 del 2005, riserva un terzo della capacità trasmissiva totale a favore dell'emittenza locale;

in merito a quest'ultimo aspetto, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in una segnalazione inviata al Governo, ha sottolineato come la riserva a favore dell'emittenza locale non sembra tener conto dell'effettivo fabbisogno di capacità di trasmissione a fronte della riorganizzazione dell'intero sistema, ponendosi in contrasto con un uso efficiente dello spettro radioelettrico e l'impiego di tecnologie avanzate, ricordando come più volte in passato avesse sollecitato un intervento del legislatore finalizzato a una rimodulazione della citata riserva;

il Ministro dello sviluppo economico ha quindi costituito, con proprio decreto, il tavolo denominato "TV 4.0", finalizzato proprio a favorire la transizione da parte degli operatori televisivi dalla banda 700 ad altra modalità di trasmissione, tavolo che ha svolto la sua prima riunione in data 25 settembre 2018;

nella delibera di pianificazione "PNAF 2018" di Agcom sono state pianificate 10 reti per le emittenti nazionali, 4 reti per le emittenti locali e una rete in VHF per il MUX 1 della RAI decomponibile a livello regionale;

considerato che:

con il nuovo standard DVBT2 e codifica HEVC (H265 obbligo sui televisori e decoder in commercio dal 2018) è possibile trasmettere un programma SD con un impegno della capacità trasmissiva di circa 0,8 Mbit/sec e un programma in HD con un impegno della capacità trasmissiva di 1,8 Mbit/s; se ne ricava che ogni MUX ha una capacità di diffusione di circa 50 programmi (contenuti editoriali) in SD e di circa 25 programmi (contenuti editoriali) in HD, ben al di sopra delle necessità in termini di programmi diffusi al momento dai principali gruppi nazionali;

pertanto, per ogni operatore nazionale la capacità trasmissiva disponibile nel futuro è di gran lunga superiore all'effettiva utilizzazione attualmente esercita dalle stesse emittenti;

attualmente, infatti, una efficiente assegnazione delle risorse frequenziali pianificate potrebbe risultare come segue: RAI n. 1 MUX in banda VHF; Mediaset n. 1 MUX in banda UHF; Persidera n. 1 MUX in banda UHF; Operatori minori (uniti in joint ventures) n. 1 MUX in banda UHF; Locali n. 2 MUX (tv+DAB); Totale frequenze/MUX impiegate n. 6; Frequenze/MUX disponibili n. 15;

con una efficiente assegnazione delle risorse frequenziali pianificate, quindi, si otterrebbe una eccedenza di ben 9 frequenze/MUX, che, qualora ci siano richieste da parte degli operatori, in futuro potrebbero essere riassegnate con un meccanismo competitivo (asta) tale da poter assicurare un gettito alle casse dello Stato. Ne consegue che ogni frequenza potrebbe essere attribuita senza costi solo fino alla concorrenza dell'uso effettivo attuale della capacità trasmissiva. Le eventuali ulteriori future necessità frequenziali andrebbero assegnate attraverso un meccanismo di gara analogo a quello che si è svolto recentemente per le frequenze della tecnologia 5G, che ha portato ad un gettito per lo Stato di circa 6,5 miliardi di euro;

la logica, infatti, di non far pagare le frequenze in eccesso (o capacità trasmissiva) agli operatori nazionali, come purtroppo fatto per le casse dello Stato, dai governi nel passato non è più sostenibile e deve essere corretta per il futuro;

facendo l'ipotesi di mettere all'asta le nove frequenze rimaste per un importo analogo a quello già pagato nella ultima asta per le frequenze del 2014 (circa 30 milioni cadauna), si avrebbe un introito per lo Stato stimabile in almeno 270 milioni per l'utilizzo nei 10 anni a seguire (probabile vita del servizio in DVB-T2);

da ciò risulterebbe che in passato i vari governi avrebbero assegnato o rinnovato gratuitamente il parco frequenze rese disponibili dalle vecchie pianificazioni,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e della possibilità di cessione delle ulteriori 9 frequenze/MUX restanti su base economica, anche in considerazione dei notevoli impegni economici della prossima legge di bilancio;

se, nell'ambito della transizione verso la tecnologia 5G e del conseguente piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo digitale terrestre tra le loro iniziative allo studio in materia di utilizzo efficiente delle risorse frequenziali, siano a conoscenza degli eventuali danni a carico del bilancio dello Stato;

se non sia doveroso cedere le frequenze agli operatori interessati a titolo oneroso con una pubblica gara, anche al fine di evitare accaparramenti da parte dei "soliti noti" operatori e per permettere un corposo introito, quantificato in circa 270 milioni per l'Erario;

se non ritengano opportuno, alla luce di quanto esposto, attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, per fugare qualsiasi ombra nella gestione di beni pubblici come le frequenze.

(4-00691)