• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00140 (2-00140) «Maraia, Cillis, Cunial, Cadeddu, Alberto Manca, Del Sesto, Cimino, Grimaldi, Di Sarno, Manzo, Gubitosa, Giovanni Russo, Del Monaco, Iorio, Pallini, Di Lauro, Papiro, Di Stasio, Nappi,...



Atto Camera

Interpellanza 2-00140presentato daMARAIA Generosotesto diVenerdì 12 ottobre 2018, seduta n. 62

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nella regione Campania esistono diciotto case di cura private polispecialistiche che non raggiungono lo standard strutturale di 60 posti letto ospedalieri accreditati previsto dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, come si evince dalla lettura delle tabelle n. 47, 48, 49, 50, 51, e 52 del piano ospedaliero regionale approvato con decreto del commissario ad acta n. 8/2018;

   ci si riferisce in particolare alle diciotto case di cura private polispecialistiche di seguito elencate e suddivise per macroarea:

    a) macroarea Avellino/Benevento (DCA n. 117/2014): 1. Villa Maria-Villa Julie, di Mirabella Eclano (AV), (40 p.l.); 2. Villa Ester, di Avellino, 49 p.l.; 3. Cura et Sanat San Francesco, di Telese Terme (BN), (57 p.l.); 4. Casa di Cura Ge.Po.S., di Telese Terme (BN), (55 p.l);

    b) macroarea Caserta (DCA n. 131/2014): 1. S. Anna S.r.l. di Caserta, (48 p.l.); 2. Villa Fiorita di Aversa, (34 p.l.); 3. S. Paolo di Caserta, (50 p.l.); 4. Minerva Santa Maria della Salute di Capua Vetere, (50 p.l.); 5. Villa Ortensia di Capua, (55 p.l.);

    c) macroarea NA 1 – Centro (DCA n. 118/204): 1. Villa delle Querce di Napoli, (55 p.l,); 2. Ospedale Internazionale di Napoli, (30 p.l.); 3. Clinica Vesuvio di Napoli, (33 p.l.);

    d) macroarea NA 2 – Nord (DCA n. 119/204): 1. Villa Maione di Villaricca, (50 p.l.); 2. Clinica Sant'Antimo di Casandrino, (50 p.l.);

    e) macroarea NA 3 – Sud (DCA n. 132/204 e ss.ii.): 1. La Madonnina di San Gennaro Vesuviano, (50 p.l.); 2. Santa Maria La Bruna di Torre del Greco, (40 p.l.); 3. Meluccio di Pomigliano D'Arco, (30 p.l.); 4. Meluccio ex San Felice di Pomigliano D'Arco (40 p.l.);

   dette case di cura erogano prestazioni sanitarie a carico del servizio sanitario regionale in violazione del divieto contenuto nell'articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015 che dispone, a far data dal 1° gennaio 2017, la non sottoscrivibilità di contratti ex articolo 8-quinquies del decreto legislativo n. 502 del 1992 con le case di cura sotto la soglia di 60 posti letto. La soglia di 60 posti letto è ormai stabilita dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, oltre che come condizione di sottoscrivibilità degli accordi, anche come soglia di accreditabilità delle case di cura private;

   per tale motivo, la presenza in regione Campania di cliniche private sotto la soglia di accreditabilità e di sottoscrivibilità dei contratti potrebbe costituire, da un lato, un pericolo per la salute dei pazienti che vengono curati in strutture che non rispettano i necessari standard ospedalieri, dall'altro un danno erariale per il sistema sanitario ad esclusivo vantaggio dei privati;

   il citato articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015 imponeva al commissario ad acta De Luca di disporre la fusione o la riconversione delle summenzionate 18 cliniche private, obbligo che però secondo gli interpellanti è stato disatteso;

   infatti, il piano ospedaliero varato dal commissario programma per nove delle suddette cliniche un aumento di posti letto del tutto funzionale ad ottenere il raggiungimento della quota 60 posti letto, misura non prevista dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, una riconversione e nulla per le altre otto;

   in regione Campania, a fronte di una massiccia presenza di case di cura sotto la soglia di 60 posti letto si registra al contempo una totale carenza di ospedali Dea di I livello: ne esiste appena uno (quello di Nocera Inferiore), a fronte di un fabbisogno ricompreso tra un minimo di 20 strutture (una ogni 300.000 abitanti circa) ed un massimo di 39 (una ogni 150.000 abitanti), così come previsto ex articolo 2.3 del decreto ministeriale n. 70 del 2015;

   il commissario De Luca, con il decreto n. 8/2018, ha programmato l'istituzione di appena otto nuovi Dea di I livello, un numero del tutto insufficiente, motivo per cui la regione, a giudizio degli interpellanti, non rispetta gli standard di cui all'articolo 2.3. del decreto ministeriale n. 70 del 2015. La mancata programmazione dei necessari Dea di I livello sembrerebbe del tutto funzionale a garantire l'esistenza delle diciotto summenzionate microcliniche private che, peraltro, non sono in possesso degli standard ministeriali –:

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza affinché il commissario ad acta modifichi il piano ospedaliero varato con il decreto commissariale n. 8/2018, tanto da assicurare:

    a) il rispetto degli standard ospedalieri relativi alla sanità privata, riducendo il numero delle cliniche con meno di 60 posti letto mediante le prescritte procedure di fusione e riconversione così come previsto dall'articolo 2.5 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015;

    b) il rispetto degli standard ospedalieri relativi alla sanità pubblica, aumentando il numero degli ospedali Dea di I livello così da raggiungere la soglia minima di 20 strutture ai sensi dell'articolo 2.3 dell'allegato al decreto ministeriale n. 70 del 2015;

   considerato che il commissario ad acta De Luca, ad avviso degli interpellanti, ha disatteso il compito di riportare la regione Campania entro gli standard del decreto ministeriale n. 70 del 2015, se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per rimuovere il Commissario dalla carica.
(2-00140) «Maraia, Cillis, Cunial, Cadeddu, Alberto Manca, Del Sesto, Cimino, Grimaldi, Di Sarno, Manzo, Gubitosa, Giovanni Russo, Del Monaco, Iorio, Pallini, Di Lauro, Papiro, Di Stasio, Nappi, Menga, Troiano, Sapia, Provenza, Lapia, Bologna, Lovecchio, Angiola, Misiti, Ianaro, Caso, Maglione, Marzana, Iovino, Gallo, Frate, Acunzo, D'Arrando, Sarli, Mammì, Sportiello».