• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00016 esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, premesso che: la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 aggiorna il quadro...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00016 presentata da ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI
giovedì 11 ottobre 2018, seduta n.046

Il Senato,
esaminata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018,
premesso che:
la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2018-2021 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso mese di aprile;
gli obiettivi principali indicati nella Nota sono: la totale cancellazione degli aumenti dell'IVA previsti per il 2019; l'introduzione del reddito di cittadinanza; la riforma e il potenziamento dei centri per l'impiego; l'introduzione di modalità di pensionamento anticipato; la prima fase di attuazione della flat tax tramite l'innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani; il taglio dell'imposta sugli utili d'impresa (IRES) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi; il rilancio degli investimenti pubblici attraverso l'incremento delle risorse finanziarie, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti, nonché una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato; un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana; politiche di rilancio dei settori chiave dell'economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni;
il quadro macroeconomico e di finanza pubblica presentato dal Governo con la Nota di aggiornamento in esame, tanto le stime di crescita su PIL, inflazione e tasso di disoccupazione, quanto quelle sui saldi di finanza pubblica e sulla componente interessi, se si effettua un confronto delle previsioni fornite dall'Esecutivo con quelle fornite dalle principali istituzioni internazionali, ma anche della Banca d'Italia, che hanno presentato stime decisamente più basse, sembra essere caratterizzato da un eccessivo ottimismo;
l'Italia è ancora il Paese che cresce più lentamente in Europa;
la crisi finanziaria globale resta ancora lontana dalla sua risoluzione, posto che la ripresa dell'economia internazionale è stata meno omogenea rispetto allo scorso anno e la crescita di alcune economie avanzate ha subìto un rallentamento. Il Fondo monetario internazionale stima infatti che la crescita del commercio mondiale sia in decelerazione anche a causa dell'intensificarsi delle misure protezionistiche;
la decisione di portare il deficit nel 2019 al 2,4 per cento, implica la conseguente interruzione del percorso di discesa del deficit che si protrae dal periodo post recessione del 2009-2013, e l'aumento del disavanzo rispetto all'1,6 per cento del 2018;
considerato che:
il Governo ha presentato, in concomitanza con la Nota di aggiornamento del DEF, la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 243 che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO);
in questo quadro, il Governo decide di "riprendere il percorso di convergenza verso l'MTO solo dopo che la crescita economica si sarà consolidata, in particolare quando il tasso di crescita del PIL reale ed il tasso di disoccupazione saranno tornati ai valori pre-crisi", una posizione che, oltre a ledere il principio stabilito dall'articolo 81 della nostra Carta costituzionale, secondo cui "lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico", non palesa effetti evidenti sul tasso di crescita del PIL derivanti dalle misure proposte nella Nota di aggiornamento;
la Relazione del Governo fissa l'obiettivo di indebitamento netto al 2,4 per cento del PIL nel 2019, al 2,1 per cento nel 2020 e all'1,8 per cento nel 2021. L'indebitamento strutturale rimane però fisso al -1,7 per cento, nei tre anni di programmazione dal 2019 al 2021. Il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di competenza potrà aumentare fino a 68,5 miliardi di euro nel 2019, 56,5 miliardi nel 2020 e 45,5 miliardi nel 2021. Il corrispondente saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 147 miliardi di euro nel 2019, 110,5 miliardi nel 2020 e 96 miliardi nel 2021.;
giova ricordare che le regole europee prevedono che per l'anno prossimo l'Italia debba ridurre il disavanzo strutturale di almeno 0,1 per cento del PIL, mentre il budget italiano è oltre i limiti delle regole condivise;
rimangono numerose perplessità riguardo ai contenuti del documento, soprattutto relativamente alla crescita del PIL programmatico, che viene ora aumentato a 1.816,1 miliardi nel 2019 (6,6 miliardi in più rispetto al tendenziale, +1,5 per cento), 1.887 nel 2020 (20,4 miliardi in più, +1,6 per cento) e 1.946 nel 2021 (30,7 miliardi in più, +1,4 per cento);
queste nuove previsioni rappresentano un'autentica "fiammata" rispetto alle previsioni contenute nel DEF di aprile, che prevedeva una crescita del PIL dello 0,9 nel 2019 e dell'1,1 per cento negli anni 2020 e 2021;
va rammentato che la crescita degli anni precedenti seguiva - con dei numeri inferiori alla media europea - un ciclo economico positivo internazionale;
le previsioni indicano, ora, a livello internazionale una decelerazione della crescita del commercio internazionale, un aumento del prezzo del petrolio e persino un apprezzamento del valore dell'euro. Sono tre fattori che incidono negativamente sulla crescita economica;
va, parimenti, ricordato che la grandissima parte del contributo alla crescita del PIL negli ultimi anni è venuta dalla domanda nazionale;
la Commissione europea ha manifestato ampio scetticismo sui dati contenuti nella Nota di aggiornamento, ritenendo che la decisione di portare il deficit al 2,4 per cento nel 2019 renderà i mercati più volatili, minando ulteriormente la fiducia della comunità internazionale;
evidenziato che:
l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito;
in questo quadro, l'attività di bilancio del Governo dovrebbe porsi l'obiettivo di coniugare la sana gestione delle finanze pubbliche, soprattutto in questa particolare fase congiunturale, con l'adozione di politiche di sostegno alla ripresa economica in corso e, nel medio termine, alle prospettive di crescita del nostro Paese;
un sistema economico solido e competitivo è infatti presupposto essenziale per finanze pubbliche sane e per un sentiero di riduzione del debito che sia sostenibile;
le stime Istat indicano che tra aprile e giugno il prodotto interno lordo italiano è aumentato dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,1 per cento riferito allo stesso periodo del 2017; l'Istituto di statistica sottolinea che si tratta di una frenata, in quanto l'incremento di due decimali - dice la nota che accompagna i numeri - è il più basso dal terzo trimestre 2016;
la variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,9 per cento, sei decimali sotto la stima di crescita (+1,5 per cento) contenuta nel Documento di programmazione economica e finanziaria e tre decimali sotto la stima di crescita (1,2 per cento) contenuta nella Nota di aggiornamento al DEF;
la Banca centrale europea ridurrà il ritmo degli acquisti netti di titoli a 15 miliardi di euro a partire da ottobre sino alla fine dell'anno 2018;
la rischiosità delle decisioni assunte dal Governo è confermata dalle previsioni dei principali organismi internazionali;
il Fondo monetario internazionale ha stimato che il prossimo anno il tasso di crescita del nostro Paese si fermerà all'1 per cento;
presto potrebbe arrivare il downgrading del nostro debito sovrano da parte delle agenzie di rating internazionali;
un alto rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo, specialmente nei Paesi con bassi tassi di crescita come il nostro, fa sì che ci siano maggiori difficoltà nel finanziare la spesa pubblica oltre ad un aumento della spesa per interessi. In queste condizioni il rischio di turbolenze sui mercati è più elevato;
rilevato che:
la maggior parte dei fondi UE destinati all'Italia rientra nella politica di coesione. L'Italia è storicamente conosciuta come un Paese che non brilla per efficienza nell'assorbimento dei fondi comunitari. L'inefficienza della pubblica amministrazione, la lentezza delle decisioni politiche e anche casi di frodi accertati dalla magistratura sono stati spesso la causa della cattiva gestione delle risorse stanziate. In questo quadro sarà importante sostenere il nostro Paese sulle risorse da assegnare per il periodo 2020-2027,
impegna il Governo:
1) ad adottare criteri di riduzione della spesa pubblica di tipo selettivo che non incida sulla corretta erogazione dei servizi essenziali alla persona e risulti orientata verso una maggiore efficienza nella gestione delle risorse pubbliche, anche attraverso un attento screening della qualità dei servizi resi e una più penetrante misurazione dei risultati raggiunti dai diversi programmi;
2) a tutelare il risparmio degli italiani e a implementare la detassazione degli strumenti di risparmio di medio-lungo periodo, da cui le imprese italiane hanno tratto maggior beneficio nel corso del 2017; ci si riferisce, fra l'altro, ai PIR (Piani individuali di risparmio), che vanno implementati ed allargati ad altri settori;
3) a riformare il sistema tributario con la riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, semplificare le norme per rendere più competitivo il Paese, reimpostare in senso meno inquisitorio il rapporto fra fisco e contribuente, definire tutto il contenzioso e le pendenze tributarie tra contribuenti e amministrazione nel segno di una "pace fiscale" che coniughi nella formula migliore possibile le esigenze di riscossione e la doverosità dell'obbligo tributario da un lato, con le concrete esigenze e vicende dei contribuenti in difficoltà dall'altro lato, ad eliminare le accise "anacronistiche" sui carburanti;
4) ad adottare quale obiettivo strategico l'innalzamento del tasso di occupazione rendendo il mercato del lavoro più dinamico ed inclusivo, per sostenere un sistema di welfare più equo, per garantire un processo di mobilità sociale necessario ad aumentare le opportunità dei giovani, evitando inutili restrizioni normative alle dinamiche del mercato del lavoro, promuovendo i processi di reindustrializzazione con robuste politiche attive fondate sulla cooperazione tra Stato e Regioni, accompagnando le nuove organizzazioni del lavoro con strumenti capaci di tutelare i lavoratori, incentivare gli investimenti delle imprese, aumentare i posti di lavoro, introducendo la detassazione e decontribuzione per sei anni delle nuove assunzioni di giovani e forme di detassazione e decontribuzione che accompagnino i lavoratori over 55 fino al termine della propria carriera lavorativa e al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento;
5) a rivedere, semplificandolo, il codice degli appalti per rilanciare gli investimenti in infrastrutture, sbloccando gli investimenti già previsti per aprire i più importanti cantieri (TAV, TAP, Variante di valico, eccetera), e incrementare l'occupazione, prevedendo, fra l'altro, sia una corsia preferenziale per le micro e piccole imprese (con meno di 50 dipendenti), sia la semplificazione degli adempimenti a carico degli amministratori, al contempo immaginando un'adeguata formazione degli stessi, funzionale a dotarli delle competenze necessarie a gestire ed applicare la complessa normativa di settore; ad istruire un complesso di norme e una dotazione di fondi che dia risposte alle emergenze del terremoto e delle emergenze conseguenti al dissesto idrogeologico di tipo sistemico;
6) a procedere all'effettivo pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese, con l'obiettivo di convergere verso la media europea, nel rispetto della direttiva comunitaria "Late Payments";
7) a tenere conto, nella revisione delle norme relative al sistema pensionistico, della necessità di garantire una maggiore equità tra le varie coorti, prevedendo tutele in particolare per i giovani a rischio di non poter ricevere, in futuro, un'adeguata copertura pensionistica, soprattutto attraverso un maggior sviluppo del mercato dei fondi pensione e della previdenza complementare, garantendo adeguate forme di detassazione, ed eliminando gli ingiusti privilegi ancora esistenti;
8) a rivedere le strategie del reddito di cittadinanza enunciate, promuovendo un piano contro l'esclusione sociale che abbia l'obiettivo di ridurre la povertà attraverso una modularità di interventi sia di carattere monetario sia di carattere reale e che si fondi sull'introduzione di un reddito di dignità (imposta negativa sul reddito), che è dimostrato essere più efficace del reddito di cittadinanza, poiché non crea distorsioni nel mercato del lavoro e implica una minore complessità burocratica, oltre che ad essere culturalmente basato sul concetto di società attiva e non di società passiva;
9) a ridurre strutturalmente il debito pubblico, attraverso una strategia di politica economica che consenta di attivare un circolo virtuoso rappresentato da minori tasse, premiando i fattori produttivi, più investimenti e consumi, più crescita e minore deficit, e accompagnare e rafforzare tale processo in forza degli introiti derivanti dai piani di valorizzazione e di dismissione del patrimonio pubblico, fermo restando una valutazione di convenienza nel medio periodo;
10) a rendere definitivamente operativo il credito d'imposta per le spese di formazione 4.0 del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e a prevedere il rifinanziamento, nell'ambito del disegno di legge di bilancio 2019, delle agevolazioni previste dal Piano nazionale impresa 4.0, che devono considerarsi strumento fondamentale per ridurre il gap competitivo delle imprese italiane;
11) a sostenere una politica industriale e delle infrastrutture che permetta alle imprese italiane di accrescere la produttività, consenta all'Italia di restare inserita nei flussi commerciali tra l'Europa e il resto del mondo, abbattendo così i costi di trasporto e le strozzature della logistica, che sono un freno anche alla localizzazione di nuove imprese, permetta di puntare all'obiettivo strategico di fare del nostro Paese il primo Paese manifatturiero in Europa, in questo modo garantendo la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro;
12) a supportare il passaggio alla nuova Politica agricola comune europea, sostenendo in ambito nazionale il comparto agricolo, lo sviluppo delle aree rurali e l'industria della trasformazione agroalimentare; a sostenere, quindi, il settore agroalimentare come strategico per l'Italia, promuovendo i prodotti a indicazione geografica di qualità, le aziende biologiche, l'export e il modello italiano di agricoltura multifunzionale e innovatrice;
13) a contrastare l'emergenza demografica dell'Italia e il calo della natalità con un sistema di misure che favoriscano la famiglia come nucleo fiscale, incentivino il continuo passaggio lavoro-famiglia delle donne, sostengano il mantenimento dei bambini nei primi anni di età; ad assumere, quindi, iniziative per dare continuità alle misure strutturali di sostegno alla natalità, cui assegnare carattere prioritario per lo sviluppo del Paese superando l'episodicità che ha caratterizzato la politica di trasferimenti monetari degli anni scorsi, rafforzando le politiche sociali di sostegno alla maternità e alla paternità, anche attraverso l'incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l'infanzia e, in particolare, per la fascia neonatale e prescolastica, garantendone l'attuazione e l'uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale;
14) a salvaguardare la funzione essenziale del diritto alla salute, garantito dalla nostra Carta costituzionale, invertendo la riduzione del rapporto spesa sanitaria-PIL al fine di non fare scendere la percentuale della spesa sanitaria rispetto al PIL sotto la soglia del 6,5 per cento, individuato dall'OMS come livello minimo, pena l'impossibilità di garantire la piena erogazione da parte delle regioni dei livelli essenziali di assistenza, impegnandosi altresì ad introdurre ulteriori abolizioni e riduzioni del ticket sanitario per le fasce più deboli;
15) ad attuare un grande Piano strategico per il Sud, partendo dallo sblocco dei Fondi UE e da un approccio più concreto alle politiche di coesione, che guidi il Meridione nel processo di riallineamento ai migliori standard nazionali ed europei, fondati sull'iniziativa e sul merito. Il Piano deve realizzarsi attraverso misure che rilancino incisivamente lo sviluppo infrastrutturale e industriale del territorio, sommino gli investimenti pubblici e privati al Meridione, risolvano le criticità connesse alla disoccupazione dei giovani e delle donne, rendendo finalmente effettivo il circuito scuola-formazione-lavoro. Ad ottenere dalle competenti istituzioni sovranazionali gli indispensabili margini di flessibilità in ambito tributario, da utilizzare per accompagnare e sostenere le misure del Piano strategico per il Sud;
16) nell'ambito della riforma costituzionale annunciata dalla Nota di aggiornamento, a riconoscere - attraverso una apposita modifica dell'articolo 119 - il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità e disporre le misure necessarie a garantire una effettiva parità ed un reale godimento dei diritti individuali e inalienabili, anche al fine di superare le obiezioni della Commissione europea verso condizioni di favore alle isole italiane, sovente considerate aiuti di Stato;
17) a inserire nella legge di bilancio norme che prevedano la procedura di esclusione delle concessioni demaniali dall'applicazione della direttiva 2006/123/CE, considerato che la direttiva Bolkestein non è una normativa dell'Unione europea relativa ai "beni", ma riguarda i servizi nel mercato europeo comune; escludere il commercio su aree pubbliche dall'applicazione della direttiva citata, nel rispetto degli articoli della Costituzione della Repubblica italiana che tutelano l'interesse dell'impresa quale struttura sociale ed economica, anche in deroga ai trattati internazionali che ne vincolino il libero esercizio, ritenuto prevalente l'interesse nazionale al sostegno economico dell'attività imprenditoriale in straordinarie fasi congiunturali di grave crisi economica;
18) a mettere in campo un insieme di disposizioni per il rilancio del settore immobiliare, da sempre motore di sviluppo e di crescita del Paese, a partire da un serio e strutturato piano di rigenerazione urbana legato a una mirata semplificazione normativa, prevedendo, inoltre, una revisione generale della tassazione che ha penalizzato il settore in questi ultimi sette anni, introducendo la cedolare secca per gli immobili adibiti ad uso commerciale e stabilizzando la cedolare secca del 10 per cento per le locazioni abitative a canone calmierato, al fine di favorire l'accesso alla casa;
19) a rilanciare il settore turistico-alberghiero, sostenendone le attività e gli investimenti, implementando la dotazione finanziaria, a partire dal 2019, del credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive; alleggerendo l'imposizione patrimoniale attraverso l'integrale deducibilità dell'IMU dalle imposte sui redditi e dall'IRAP per gli immobili strumentali delle imprese turistico ricettive; rimodulando la TARI per le aree scoperte e pertinenziali; rivedendo il regolamento sugli affitti brevi, al fine di individuare un insieme di tutele che devono assicurare i soggetti non imprenditori; consolidando l'occupazione nel settore turismo, attraverso apposite misure di agevolazione contributiva;
20) ad adeguare ai parametri medi occidentali gli stanziamenti per la difesa, e provvedere a reperire le necessarie risorse da destinare ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nell'ambito delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, tenuto conto delle specifiche richieste volte a fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza e urgenza, data la necessità di rendere più efficaci i servizi di controllo del territorio e di tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, nonché per la contrattazione collettiva, i miglioramenti economici e l'adeguata dotazione di mezzi e tecnologie adeguati al contrasto al crimine e al terrorismo per il medesimo personale.
(6-00016)
BERNINI, MALAN, PICHETTO FRATIN, DAMIANI, FANTETTI, FERRO, SACCONE, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, BIASOTTI, CANGINI, CALIENDO, DE SIANO, FAZZONE, FLORIS, GASPARRI, Alfredo MESSINA, PAGANO, PAROLI, QUAGLIARIELLO, ROMANI, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, VITALI, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BINETTI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DE POLI, GHEDINI, GIRO, MASINI, MINUTO, MODENA, PAPATHEU, PEROSINO, ROSSI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN