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Atto a cui si riferisce:
C.751 Disposizioni per favorire l'iscrizione delle studentesse a corsi di laurea nelle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica


FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 751

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa delle deputate
CARFAGNA, GELMINI, APREA

Disposizioni per favorire l'iscrizione delle studentesse a corsi di laurea nelle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica

Presentata il 19 giugno 2018

  Onorevoli Colleghi! — Questo provvedimento si propone di prevedere un sistema di agevolazioni per le tasse universitarie differenziato per genere, per quanto riguarda l'accesso ai corsi di laurea afferenti all'area scientifica più nota come STEM – acronimo che indica corsi di laurea scientifici, tecnologici, di ingegneria e matematica.
  I dati relativi alle immatricolazioni nelle università statali italiane dimostrano che si iscrivono a corsi di laurea universitari più le studentesse dei loro colleghi maschi. Non solo: si laureano più donne che uomini e le donne raggiungono anche livelli di preparazione migliori. Eppure, se si focalizza l'attenzione sulle facoltà scientifiche, i dati rilevano che le studentesse rappresentano poco più di un terzo degli iscritti. Questo nonostante le professioni scientifiche garantiscano maggiori sbocchi professionali, con un livello di disoccupazione inferiore al 2 per cento, e maggiori guadagni.
  L'accesso contenuto delle studentesse alle facoltà di STEM dipende esclusivamente da atteggiamenti discriminatori e dalla presenza di pregiudizi sia nell'ambito universitario che, tanto più dopo il percorso di studi, nell'accesso al lavoro?
  Esiste ancora oggi un dato culturale che richiama differenze fisiologiche a giustificazione della minor presenza di ragazze nei percorsi formativi scientifici. Questa differenza nei numeri aumenta, così come aumenta la differenza delle prestazioni, con il crescere dell'età e del ciclo scolastico frequentato e tiene fortemente lontane le studentesse dallo studio di determinate materie, considerate a priori, anche nell'ambito familiare, inadatte alle donne. Un'analisi dei dati del Programma per la valutazione internazionale dello studente (PISA), effettuata dall'OCSE, rivela che le famiglie italiane sono propense a favorire l'iscrizione a facoltà di STEM dei figli maschi due volte di più rispetto alle figlie femmine, al di là dei risultati scolastici conseguiti nel percorso di studi precedente.
  Le donne, nelle università così come nell'ambito della ricerca, sia dal punto di vista del percorso di studio che dal punto di vista dei ruoli della docenza e della ricerca, incontrano maggiori ostacoli rispetto ai loro colleghi. Dal 1903, anno del conferimento del Premio Nobel a Marie Curie, solo 17 donne hanno vinto un Premio Nobel in materie scientifiche, a fronte di 572 colleghi maschi. A livello mondiale, solo il 28 per cento dei ricercatori è donna.
  Il percorso delle materie STEM rimane un percorso meno favorito per le donne a livello mondiale e si manifesta sin dai primi anni della scuola.
  Nel rapporto Cracking the code: Girl's and women's education in Science, technology, engineering and mathematics (STEM) pubblicato dall'UNESCO nel 2017 si evidenzia come la scarsa presenza delle donne nell'ambito delle STEM costituisca però un freno allo sviluppo e al progresso generale e quindi un'occasione persa per la società intesa nella sua interezza.
  A tal fine un maggiore accesso delle ragazze e delle donne all'istruzione e una maggiore uguaglianza sono obiettivi fondamentali dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015.
  È sempre l'UNESCO a sottolineare come ad influenzare le scelte siano soprattutto il contesto culturale e sociale e gli stereotipi. A chi indica in fattori biologici la ragione di questa differente partecipazione da parte femminile allo studio delle materie scientifiche, il rapporto dell'UNESCO risponde con un'approfondita analisi di tali aspetti, che evidenzia come il gender gap nello studio delle materie STEM non sia il risultato di una innata incapacità. Piuttosto, i risultati suggeriscono, da un lato, che il miglioramento della performance nelle materie scientifiche non dipende da fattori biologici o da strutture del cervello – come qualcuno vorrebbe ancora oggi sostenere – e, dall'altro, che la plasticità cerebrale dipende direttamente dall'esperienza, dall'allenamento e dall'abilità del cervello, debitamente esercitata, di creare nuove connessioni.
  Quindi, sostenere e favorire l'accesso delle ragazze agli studi nell'ambito delle STEM è fondamentale per ottenere risultati e prestazioni migliori così come promuovere sin dai primi anni di scuola lo studio delle materie scientifiche e matematiche. Un sistema che si autoalimenta: più permettiamo alle studentesse di praticare studi nell'ambito delle STEM sin dalla prima fase del percorso scolastico, più le ragazze chiederanno di accedere a studi superiori in materie nell'ambito scientifico, contrastando pregiudizi e stereotipi. Per rompere la catena di questi pregiudizi è necessario prevedere una spinta iniziale e creare ambienti e contesti che consolidino la fiducia delle studentesse nella loro possibilità di raggiungere gli stessi risultati dei loro colleghi maschi.
  In Italia, le studentesse rappresentano il 56,4 per cento della popolazione complessiva dei diplomati che si iscrivono a corsi di studio superiori. Tra gli studenti laureati le donne rappresentano quasi il 59 per cento e ottengono voti migliori degli uomini.
  I maschi che si iscrivono a corsi di studio universitari scelgono per il 50 per cento materie scientifiche. Le donne, viceversa, scelgono soprattutto corsi afferenti alla macro-area sociale, confermando ancora pienamente la sopravvivenza di stereotipi culturali che vogliono le donne impegnate in professioni connesse in qualche modo con l'aspetto della cura. Infatti, solo il 37 per cento delle studentesse sceglie corsi di laurea dell'ambito scientifico.
  Gli uomini scelgono principalmente gli studi di ingegneria, produzione, costruzione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione; le donne prediligono i campi dell'istruzione, arte, salute, benessere, scienze umanistiche, scienze sociali, giornalismo e legge.
  Appare quindi evidente, alla luce di quanto esposto, la necessità di predisporre e attuare azioni positive e concrete e di sostenere con atti tangibili la possibilità di accesso delle studentesse allo studio delle materie STEM e al conseguente accesso alle relative professioni.
  A tal fine questa proposta di legge prevede, per le studentesse che hanno frequentato percorsi di studio ad indirizzo scientifico-tecnologico nella scuola secondaria di secondo grado e dimostrato una particolare attitudine nei confronti dello studio di materie scientifiche negli ultimi due anni precedenti all'esame di Stato, la possibilità di accedere a un contributo a totale copertura delle tasse previste per la frequenza universitaria in caso di iscrizione a corsi di laurea nelle materie STEM.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

  1. Per promuovere le iscrizioni delle studentesse a corsi di studio universitari inerenti alle materie scientifiche e il successivo accesso delle donne laureate alle carriere professionali nell'ambito delle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) è istituito presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca un fondo speciale, denominato «Fondo STEM», ripartito annualmente, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, tra le università statali sulla base del numero di studentesse iscritte a corsi di laurea triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico nelle materie scientifiche, tecnologiche, di ingegneria e matematica.
  2. Il Fondo STEM è destinato a finanziare misure che prevedono l'esonero totale dalle tasse e dai contributi dovuti dalle studentesse per iscriversi ai corsi di laurea triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico, nelle discipline STEM.

Art. 2.

  1. Per accedere al finanziamento del Fondo STEM sono necessari i seguenti requisiti:

   a) aver frequentato percorsi di studio ad indirizzo scientifico-tecnologico nella scuola secondaria di secondo grado;

   b) aver conseguito negli ultimi due anni precedenti all'esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado una media dei voti non inferiore a 8 decimi nelle materie scientifiche;

   c) aver conseguito all'esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado un voto non inferiore a 91 centesimi.

  2. Il finanziamento del Fondo STEM è confermato per tutta la durata del corso di studio per le studentesse che per ciascun anno di corso abbiano acquisito almeno 40 crediti formativi universitari e concludano regolarmente il corso di studi.
  3. Il finanziamento di cui al comma 2 non è cumulabile con alcun tipo di borsa di studio di natura pubblica.

Art. 3.

  1. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta, con proprio decreto, un regolamento recante i criteri e le modalità di attuazione della presente legge.
  2. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con proprio decreto di natura non regolamentare, disciplina ogni anno le modalità di ripartizione tra le università statali delle risorse del Fondo STEM.
  3. Gli oneri di gestione e le spese di funzionamento degli interventi relativi al Fondo STEM sono posti a carico delle risorse finanziarie del Fondo stesso.
  4. Il Fondo STEM, gestito dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, può essere alimentato anche con versamenti effettuati a titolo spontaneo e solidale da privati, società, enti e fondazioni.
  5. All'articolo 10, comma 1, lettera l-quater), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di oneri deducibili, dopo le parole: «Fondo per il merito degli studenti universitari e di istituzioni universitarie pubbliche,» sono inserite le seguenti: «del Fondo STEM,».
  6. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede entro il limite di spesa di 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno accademico 2018/2019 mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.