Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.7/00060 (7-00060) «Murelli, Caparvi, Bubisutti, Caffaratto, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Moschioni».
Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00060presentato daMURELLI Elenatesto diMartedì 2 ottobre 2018, seduta n. 54
L'XI Commissione,
premesso che:
l'amianto è comunemente riconosciuto come sostanza particolarmente insidiosa, il cui contatto, anche indiretto, può provocare due diverse malattie: l'asbestosi, frutto dell'accumulo nell'organismo di fibre del materiale, altamente invalidante, e il mesotelioma pleurico, tumore maligno per la cui insorgenza, anche a distanza di decenni dall'esposizione, è sufficiente l'azione addirittura di pochissime fibre;
l'uso massiccio di amianto negli anni ’60/’70 nell'industria e nell'edilizia e la conseguente esposizione alla fibra hanno fatto registrare nel nostro Paese, nel periodo 1988-1997, 9094 morti per tumore maligno della pleura (5942 uomini, 3152 donne);
la pericolosità dell'amianto, difatti, colpisce non soltanto l'ambiente di lavoro e i soggetti che vi prestano attività, ma anche l'intero territorio, atteso che nelle città ove sono ubicati stabilimenti contenenti amianto i tassi di mortalità per malattie causate da tale fibra si sono rivelati, nel tempo, sedici volte superiori alla media, restando coinvolti non solo i lavoratori direttamente esposti, ma anche le famiglie che hanno respirato le fibre portate a casa con gli abiti da lavoro e i cittadini che si sono ritrovati ad inalare le fibre aerodisperse nell'ambiente;
con il riconoscimento, dunque, che l'esposizione all'amianto è altamente nociva per la salute dell'uomo e dell'ambiente, la legge 27 marzo 1992, n. 257, ha disciplinato la cessazione dell'impiego di amianto nelle attività produttive di qualsiasi tipo, vietandone in Italia l'estrazione, il commercio, l'importazione e l'esportazione di amianto e/o materiali contenti amianto;
il principale problema è attualmente rappresentato da due fattori: una significativa presenza di prodotti in amianto installati o costruiti in passato e ancora presenti negli ambienti di vita e di lavoro e il lungo periodo di latenza che caratterizza le malattie asbesto correlate;
nonostante la cosiddetta «fibra killer» sia stata messa al bando oramai da oltre un quarto di secolo, il nostro Paese, purtroppo, conta ancora una significativa presenza di materiale in cemento amianto (le stime Cnr-Inail del 2015 quantificavano 32 milioni di tonnellate per circa 75 mila ettari di territorio);
per quanto concerne la tutela delle vittime dell'amianto, sono riconosciuti benefici previdenziali ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 457 del 1992 e dell'articolo 47 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269; una prestazione aggiuntiva per le vittime dell'amianto che hanno contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto e alla fibra «fiberfrax» e, in caso di premorte del lavoratore, in favore degli eredi è erogata dal fondo vittime per l'amianto istituito presso l'Inail (articolo 1, comma 241, della legge n. 244 del 2007). Il finanziamento di tale fondo è per un quarto a carico delle imprese e per tre quarti a carico del bilancio dello Stato;
ad oggi ci sono ancora casi di lavoratori esposti all'amianto, affetti da patologie asbesto-correlate ma non rientranti nell'ambito del riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dalla normativa vigente in materia e, dunque, colpiti da una diseguaglianza di trattamento alla quale deve essere posto rimedio;
il 19 giugno 2018 è stato pubblicato il libro bianco delle morti di amianto in Italia, di cui è autore il presidente dell'associazione ONA onlus (Osservatorio nazionale amianto); secondo l'associazione ogni anno si registrano circa 6 mila decessi in Italia e si prevede un aumento delle malattie dell'85 per cento entro il 2025,
impegna il Governo
ad adottare iniziative per quantificare la platea dei lavoratori affetti da patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto oggi esclusi dai benefici previdenziali previsti dalla legge n. 257 del 1992, nonché le risorse occorrenti, al fine di valutare l'opportunità di adottare le appropriate iniziative di carattere normativo e finanziario per estenderne l'ambito di applicazione.
(7-00060) «Murelli, Caparvi, Bubisutti, Caffaratto, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Moschioni».