• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00058 (7-00058) «Gribaudo, Moretto, Paita, Vazio, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00058presentato daGRIBAUDO Chiaratesto diVenerdì 28 settembre 2018, seduta n. 52

   Le Commissioni X e XI,

   premesso che:

    il 14 agosto 2018 è crollata una campata del viadotto Polcevera sulla Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, conosciuto come «Ponte Morandi»; il crollo ha interessato il pilone centrale del viadotto e circa 260 metri di carreggiata, danneggiando anche le aree sottostanti;

    il crollo ha coinvolto circa 40 veicoli in transito ed ha provocato il bilancio gravissimo di 43 vittime; le attività di soccorso sono state tempestive e hanno visto la grande ed encomiabile mobilitazione del sistema di Protezione civile, di vigili del fuoco, forze dell'ordine, personale del 118, volontari che si sono immediatamente attivati per prestare soccorso e salvare quante più vite umane; importante e significativa è stata anche la risposta delle strutture sanitarie coinvolte nel soccorso ai feriti;

    a causa del crollo e dei rischi derivanti dai monconi, sono stati immediatamente evacuati i palazzi all'interno della individuata «zona rossa», con circa 600 persone interessate dalle operazioni di sgombero; diverse attività economiche e produttive presenti nei pressi del ponte crollato hanno dovuto sospendere la propria attività per il pericolo di ulteriori crolli della struttura ormai compromessa;

    in data 16 agosto 2018, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è stato dichiarato lo stato d'emergenza nazionale della durata di 12 mesi; con successivi provvedimenti del Consiglio dei ministri sono state stanziate ad oggi risorse pari a 33 milioni di euro a valere sul fondo per le emergenze nazionali per far fronte alle prime esigenze di intervento legate al crollo del ponte;

    a seguito del crollo del «Ponte Morandi» la procura di Genova ha avviato un'indagine; sono attualmente in corso gli accertamenti necessari di tipo strutturale e ingegneristico, cantieristico e amministrativistico e sullo stato dell'arte dei piani di manutenzione;

    il crollo del ponte Morandi a Genova taglia di fatto la Valpolcevera lungo l'asse nord-sud. La parte sul mare, dove si trovano industrie e centri commerciali, è ora irraggiungibile da nord e restano collegati al resto della città soltanto attraverso la A7, tramite il casello di Genova Bolzaneto, ma costringendo chi la percorre ad affrontare un percorso più lungo; gravi disagi si registrano per i collegamenti autostradali tra le due riviere liguri e vi sono ripercussioni economiche negative per le industrie, per il terminale portuale, per le merci e i passeggeri, nonché per le condizioni minime della viabilità in città;

    il porto di Genova è, infatti, il principale porto di movimentazione merci d'Italia ed uno dei principali in Europa; nel mese di maggio 2018 il porto di Genova ha movimentato 4,87 milioni di tonnellate di merci, con una progressione del +5,1 per cento rispetto all'anno precedente: il solo traffico containerizzato ha fatto registrare, in questi primi mesi del nuovo anno, il nuovo record storico trainato dalla crescita dei volumi movimentati al Voltri Terminal Europa (VTE);

    i precedenti Governi hanno investito in un progetto strategico per la Liguria, prevedendo la realizzazione di importanti infrastrutture di collegamento, quali ad esempio la Gronda ed il Terzo valico, per consentire a questo territorio il superamento di elementi di criticità e di isolamento;

    l'immane tragedia che ha colpito Genova ha purtroppo reso particolarmente evidenti i ritardi infrastrutturali legati alla mancata realizzazione della Gronda, una nuova infrastruttura di 72 chilometri di nuovi tracciati autostradali che si allaccia agli svincoli che delimitano l'area cittadina (Genova Est, Genova Ovest, Bolzaneto) e si connette con la direttrice dell'A26 a Voltri, ricongiungendosi con l'A10 in località Vesima;

    il progetto della Gronda di Genova si pone l'obiettivo di alleggerire il tratto di A10 più interconnesso con la città di Genova, cioè quello dal casello di Genova Ovest (porto di Genova) sino all'abitato di Voltri, trasferendo il traffico passante sulla nuova infrastruttura; grazie al lavoro svolto negli ultimi anni, nel settembre 2017 è stato adottato il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che sancisce l'approvazione del progetto definitivo e dichiara la pubblica utilità della Gronda;

    suddetta opera ha continuato a subire una forte opposizione, anche da parte di forze politiche che oggi sono al Governo del Paese, determinando di fatto un rallentamento nell'ammodernamento della rete infrastrutturale al servizio della città; lo stesso Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha affermato in diverse occasioni istituzionali e non che la Gronda rientra nelle grandi opere sulle quali effettuare una analisi costi/benefici, non escludendo l'abbandono dell'opera;

    rimane imprescindibile garantire, nel più breve tempo possibile, la ricostruzione del ponte Polcevera, concertando le modalità di intervento con le rappresentanze istituzionali locali, a partire dal Commissario per l'emergenza, e dal presidente della regione Liguria e dal sindaco della città di Genova;

    ogni giorno sono circa 180.000 le persone che necessiterebbero di muoversi da e verso il quartiere Valpolcevera per ragioni di studio e lavoro; l'impossibilità di utilizzare il ponte Morandi impatta quindi su tutte le attività commerciali, industriali e terziarie della città;

    nel 2017 il tasso di occupazione della regione Liguria è stato del 62,4 per cento, più basso di circa tre punti percentuali rispetto alla media del centro-nord; nel I semestre 2018 sono cresciute sia l'occupazione (+1,5 per cento, con particolare riferimento agli occupati dell'industria) sia la disoccupazione (+5,6 per cento, in particolare giovani donne). Il tasso di disoccupazione ligure complessivo è dell'11 per cento, di soli 0,6 punti percentuali inferiore a quello italiano, ma quello femminile sale al 13,1 per cento di 0,2 punti percentuali superiore al dato nazionale;

    appare indispensabile l'adozione di specifici ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, per tutta la durata dell'emergenza per le attività economiche che non potranno rimanere attive, onde evitare la loro chiusura con la perdita di aziende e di posti di lavoro; nonché di sussidi specificatamente rivolti ai lavoratori autonomi che mostrano, già a partire dai primi mesi dal crollo del ponte, una perdita di reddito significativa e indipendente dalla loro volontà, a tal fine riprendendo le finalità previste dall'apposita delega legislativa contenuta nella legge 22 maggio 2017, n. 81 volte a consentire alle casse professionali di erogare specifici sussidi;

    particolare attenzione deve essere riservata a coloro il cui reddito dipendeva da attività economiche situate nella zona rossa, non più accessibile, i quali devono essere oggetto di specifiche politiche attive del lavoro, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e di specifici contributi a fondo perduto, per quanto riguarda i lavoratori autonomi e gli imprenditori;

    è necessario supportare e rafforzare immediatamente il trasporto pubblico, onde facilitare gli spostamenti collettivi nei percorsi casa-lavoro o casa-scuola/università, disincentivando l'utilizzo del mezzo privato il quale rischia di congestionare in maniera irreparabile la viabilità, contribuendo così al rallentamento delle attività economiche;

    occorrono deroghe e contributi alle pubbliche amministrazioni per le attività di vigilanza urbana, sicurezza, soccorso, assistenza sociale e sanitaria, uffici giuridici, con assunzioni straordinarie a tempo determinato e indeterminato; l'emergenza ha messo in forte evidenza il sottodimensionamento degli organici dei servizi pubblici nel territorio genovese quali vigili del fuoco, forze dell'ordine, polizia locale e personale sanitario che sono intervenuti, fin dalle prime ore della tragedia, ma anche nei servizi sociali e nei servizi tecnici; in Liguria, l'organico dei vigili del fuoco è sottodimensionato per 100 unità, il comparto sanitario per circa 800 unità;

    particolare attenzione occorre riservare a figure quali assistenti sociali e psicologi, i quali hanno avuto e avranno, per tutta la durata dell'emergenza, un ruolo fondamentale nell'ascoltare e supportare le persone colpite dalla tragedia, in particolare parenti, conoscenti delle vittime e sfollati;

    la priorità assoluta è sostenere Genova e il suo territorio nello sforzo di reagire al grave momento di difficoltà determinato dal crollo del ponte Morandi e dall'impatto che questo ha avuto sulla città; l'attenzione del Parlamento e di tutte le istituzioni non può che essere rivolta a sollecitare e supportare in modo responsabile ogni azione a favore delle famiglie delle vittime, delle persone costrette ad abbandonare la propria casa, dei lavoratori e delle imprese danneggiate, ricostruendo nel più breve tempo possibile le condizioni di ripresa e di ritorno alla normalità; un obiettivo prioritario, che richiede unità e responsabilità da parte delle istituzioni e di tutte le forze politiche,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative per il supporto alle attività economiche e produttive danneggiate in via diretta ed indiretta dal crollo del ponte Morandi, promuovendo l'adozione di misure di carattere risarcitorio, strumenti di integrazione salariale e l'attivazione di ammortizzatori sociali;

   ad assumere iniziative per assicurare la continuità d'esercizio delle imprese industriali, artigianali, commerciali e di servizio, anche mediante l'attivazione di linee di finanziamento finalizzate al rilancio delle attività produttive e l'accesso al fondo centrale di garanzia, secondo esperienze già maturate in altri eventi calamitosi;

   ad assicurare la piena tutela dei lavoratori delle aziende coinvolte dall'emergenza che non hanno accesso agli ammortizzatori sociali ordinari o che li hanno esauriti, disponendo altresì che i periodi di concessione degli ammortizzatori sociali riconosciuti in conseguenza di eventi calamitosi non vengano computati ai fini della determinazione del periodo temporale massimo di utilizzo degli strumenti di sostegno del reddito dei lavoratori impiegati nelle imprese collocate nei territori interessati da tali eventi, favorendo il rafforzamento delle misure di sostegno e lo stanziamento di risorse adeguate;

   ad adottare iniziative per utilizzare ammortizzatori sociali, anche a carattere innovativo, per sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, di artigiani e commercianti e di tutti i lavoratori autonomi le cui attività economiche saranno parzialmente o completamente bloccate per tutta la durata dell'emergenza nazionale, e fino alla sostituzione del viadotto Polcevera;

   ad assumere iniziative per destinare contributi a fondo perduto per le attività economiche presenti nella zona rossa, per consentire altrove la loro ripresa e in ogni caso all'interno del comune di Genova;

   ad individuare una zona limitrofa a quella rossa, nel cui ambito vengano garantiti immediato sostegno economico e ammortizzatori sociali;

   anche al fine di attenuare gli effetti occupazionali derivanti dal crollo del ponte Polcevera, ad assumere iniziative volte ad istituire, per l'area portuale di Genova, una Zes (Zona economica speciale), sul modello di quelle istituite con il decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, per la crescita economica nel Mezzogiorno, che preveda misure economiche e semplificazioni di carattere amministrativo e burocratico per le imprese insediate stanziando nel contempo le relative risorse economiche.
(7-00058) «Gribaudo, Moretto, Paita, Vazio, Serracchiani, Carla Cantone, Lacarra, Lepri, Mura, Viscomi, Zan».